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[l’originale
è
qui ]
Il “picco di petrolifero” (*) Qualcuno si lamenta che le riserve di petrolio del mondo si stanno esaurendo e ci avverte che dobbiamo ridurre la popolazione mondiale altrimenti a farlo saranno la fame e la violenza che scoppieranno man mano che finiscono le riserve. Un sito internet che sostiene questa teoria è quello di Mike Ruppert Nell’Arabia Saudita la situazione sarebbe già così seria che verrebbero pompati milioni di galloni di acqua salata per forzare il petrolio rimanente a fuoriuscire dal suolo. (*) Nel testo, Peak Oil. Il “petrolio in profondità” (*) Altri si lamentano che la maggior parte delle società petrolifere ha eseguito perforazioni soltanto in prossimità della superficie terrestre perché lì si trovano i giacimenti più redditizi. Affermano inoltre che i russi hanno scoperto che nel sottosuolo, in profondità, il carbonio e l’idrogeno si combinano formando idrocarburi. Secondo questa teoria, tutto ciò che
servirebbe fare [per
estrarre altro petrolio] sarebbe perforare i pozzi a oltre 10.000
metri di profondità, il che, benché costoso,
permetterebbe di
spillare il petrolio che, presumibilmente, continuerebbe a formarsi
all’interno della Terra. (*) Nel testo, Deep Oil. Chi è che dice la verità? Il petrolio è una risorsa rinnovabile? Dovremmo iniziare a perforare i pozzi in profondità e smetterla di temere che il petrolio si esaurisca? O le scorte di petrolio si esauriranno presto? Dovremmo iniziare a ridurre la popolazione e pianificare la vita in un mondo in cui la quantità di petrolio disponibile cala? Le voci sul picco petrolifero non sono
null’altro che un inganno
deliberato? Gli statunitensi sono stati ingannati nel bombardare
l’Afghanistan e l’Irak perché
è stato fatto credere loro che il
petrolio a loro disposizione si stesse esaurendo, ma che in quelle
zone ne avrebbero trovato in quantità enorme? Forse per capire tale questione è bene immaginarla nel caso degli alberi invece che del petrolio. Immaginatevi due gruppi di gente; uno dei quali si lamenta che presto soffriremo per il raggiungimento di un “picco della produzione di legname,” affermando che tra non molto ci sarà una penuria di legname dovuta al ritmo troppo elevato a cui attualmente viene tagliato, e suggerisce quindi di ridurre la popolazione degli esseri umani. L’altro gruppo afferma che sotto la superficie terrestre ci sono semi che diventeranno alberi e che non ci sarà mai penuria di alberi perché sono una risorsa rinnovabile. O immaginatevi una discussione analoga che avvenisse per l’acqua, in cui un gruppo si lamenterebbe che l’acqua si starebbe esaurendo perché viene utilizzata e abusata a un ritmo eccessivo, mentre l’altro gruppo insisterebbe che l’acqua potabile non finirà mai perché la natura la fornirebbe in continuazione nella forma di pioggia. Le domande per voi quindi sono:
La risposta, ovviamente, è che gli alberi sono un risorsa rinnovabile; ciò tuttavia non significa che si possano tagliare tutti gli alberi e aspettarsi di poterli rimpiazzare in pochi mesi. Anche l’acqua potabile è rinnovabile, ma ciò tuttavia non significa che possiamo inquinare i nostri fiumi e risucchiare l’acqua in quantità illimitate. Il carbone si suppone si trasformi in diamanti nelle profondità della Terra, oltre a combinarsi con l’ossigeno. Ciò rende i diamanti una “risorsa rinnovabile”? Possiamo usarli e abusarne senza preoccuparci di esaurirli? La mia risposta a tali questioni è: Primo: è
costoso accedere a materie
che si trovano nelle profondità della Terra.
Secondo: il ritmo di produzione di queste “risorse rinnovabili” potrebbe essere troppo lento per una popolazione che conta tra i 6 e i 20 miliardi di esseri umani. A cosa serve la presenza di molto petrolio a 20.000 metri sotto la superficie terrestre se nell’unità di tempo, al netto del costo di estrazione, si ottiene meno dell’energia solare? Nell’acqua del mare c’è molto oro, a cui ogni giorno si aggiunge quello portato dai fiumi; ci vuole tuttavia un’incredibile quantità di energia e di risorse per estrarlo con la tecnologia attualmente disponibile. Non mi sorprenderebbe venire a sapere che il governo statunitense è stato ingannato nel credere che ci fosse molto petrolio ad attenderlo in Afghanistan e in Irak, né mi sorprenderebbe che nelle profondità della Terra il carbonio e l’idrogeno si combinino, né che si generi metano. Comunque, anche se la paura di esaurire il petrolio fosse stata esagerata, l’idea del picco petrolifero è una questione seria. Tutte le risorse naturali possono essere descritte come “rinnovabili,” ma ci sono limiti al ritmo a cui possono essere utilizzate, oltre a esserci effetti collaterali nel loro impiego, quali l’inquinamento. Prima di dire a chiunque che il problema della scarsità di petrolio sarà risolto dalla perforazione di pozzi più profondi, ci andrebbe detto quanto velocemente il petrolio si rinnova e quanto costerà portarlo in superficie. Utilizzare inoltre il petrolio in quantità
progressivamente
maggiori genera inquinamento e spazzatura; chiunque suggerisca di
prelevare il petrolio a profondità superiori ai 10.000 metri
deve
spiegare come si fa ad affrontare il problema di tutto
l’inquinamento e la spazzatura conseguentemente generati. Il livello intellettuale delle discussioni tra i sostenitori della teoria del picco petrolifero e quella della presenza di petrolio in profondità è quello dei discorsi tra i dodicenni; non ci sono inoltre mai discussioni intelligenti né in televisione, né tra coloro i quali sono ai vertici del governo. È difficile anche trovare conversazioni intelligenti nelle università statunitensi. Ritengo che il genere umano abbia raggiunto il picco dell’intelligenza decenni or sono, se non secoli fa, e che da quella volta il genere umano sia degenerato in un mucchio di imbecilli. Forse pompare acqua salata in questi idioti agevolerà la risalita della loro intelligenza nella parte alta della testa. (Una tecnica analoga funziona per i pozzi di petrolio; stupidi, perché non dovrebbe funzionare?) |