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Chi è David Wolper?

18 giugno 2005

[l’originale è qui ]


In alcune biblioteche pubbliche c’è il libro Producer [letteralmente, Produttore], l’autobiografia di David Wolper. Io e Christopher Bollyn lo abbiamo letto per vedere se riuscivamo a trovare qualche connessione tra David Wolper e i criminali che hanno perpetrato l’attentato dell’11 settembre e altri raggiri. Come è tipico delle autobiografie, quel libro è di scarso valore; ciò nonostante in esso ho trovato alcune frasi interessanti.

Per esempio, a pagina 20 Wolper descrive un concetto che menziono sia nel mio filmato Painful Deceptions [di integrazione al mio libro sull’attentato dell’11 settembre Painful Questions; An Analysis of the September 11 Attack] che nel mio sito internet; nello specifico, ritengo che il sito internet Urban Legends [letteralmente, Leggende metropolitane] sia stato fondato per ingannare la gente. I suoi estensori si costruiscono una reputazione per farsi considerare onesti e poi infilano a tradimento in quel miscuglio di affermazioni veritiere qualche menzogna.

Lo stesso sembra avvenire con il programma televisivo Penn & Teller e con la rivista Skeptic [letteralmente, Scettico] di Michael Shermer. Wolper descrive questa tecnica come segue:

E la mia tecnica di vendere si basava su una storia che avevo sentito riguardo un negozio di pulitura a secco dei vestiti. Il negoziante diceva al cliente nuovo, che aveva lasciato una giacca o un giaccone al negozio di pulitura a secco, e che veniva a ritirarlo: “Oh, per inciso, si era scordato questa banconota da 1 dollaro in una tasca.” Quella banconota proveniva in realtà dalla cassa del negozio, ma il cliente regolarmente rimaneva tanto impressionato da quella che pensava fosse l’onestà del pulitore a secco da ritornare in quel negozio. Al negozio di pulitura a secco guadagnarsi un cliente per tutta la vita costava quindi 1 dollaro.

Scoprii che, se cominciavo a dire la verità sul peggiore articolo che avevo messo in vendita, l’acquirente si fidava di me su tutto il resto.

Una versione ante-litteram del The Jerry Springer Show (*)

A pagina 25 Wolper ammette di aver sfruttato la gente per realizzare programmi televisivi che ne titillavano maggiormente le emozioni.
Gerber mi presentò 2 suoi clienti che avevano un’idea su come realizzare un programma televisivo da intitolare Divorce hearing [letteralmente, Udienza di divorzio]. Il dott. Paul Popenoe, dell’American Institute of Marital Relations [letteralmente, Istituto statunitense per le relazioni matrimoniali], avrebbe agito come mediatore per le coppie che consideravano l’idea di divorziare; prese questo programma televisivo in seria considerazione; voleva veramente aiutare la gente. [...]

Si sedeva al banco del giudice con di fronte una coppia, separata da una ringhiera. In teoria, ciascun componente della coppia spiegava i problemi nella loro relazione, e lui li avrebbe aiutati a colmare le distanze, risolvere i problemi, e salvare il matrimonio. L’obbiettivo dichiarato era avvicinare le coppie, ma in realtà ciò che volevamo veramente è che lottassero di fronte alle telecamere.

Portavano la persone nello studio facendole accedere da entrate separate, e le tenevamo separate fino a che non andassero in onda. Ciascuna di loro veniva istruita da uno dei miei co-produttori, Ralph Andrews e Harry Spears, il cui compito era ricordare a ciascun membro della coppia il motivo per cui era tanto arrabbiato. Qualche volta capitava che si vedessero per la prima volta dopo mesi proprio a quel programma televisivo . Volevamo uno scontro e spesso l’ottenevamo. Un marito, mi ricordo, si arrabbiò tanto con la moglie da attraversare improvvisamente lo studio televisivo e tentare di colpirla. Lei rispose colpendolo a sua volta [...]

[...] Una coppia che non dimenticherò mai si stava separando perché il marito era sempre ubriaco, motivo di lamentele continue da parte della moglie. Il giorno della trasmissione, il marito fece qualcosa di terribile — arrivò sobrio. Harry e Ralph lo portarono al Diamond Jim, il bar a fianco, ascoltandolo, mostrandogli compassione, e offrendogli da bere. Al momento dell’inizio della trasmissione, quel tipo era completamente sbronzo. Vedendolo in quel modo la moglie si irritò; iniziarono a urlarsi a vicenda, garantendo così il futuro del The Jerry Springer Show e di tutti quei programmi televisivi che sfruttano le relazioni umane.

Come si fa a giustificare programmi televisivi del genere? Questo comportamento potrebbe essere descritto come sfruttamento degli ospiti del programma televisivo e del pubblico televisivo, oltre che comportamento immorale.

(*) Il The Jerry Springer Show è un programma televisivo statunitense dove famiglie, con problemi tipicamente dovuti ad adulterio, infedeltà, divorzio, omosessualità, omofobia, zoofilia, incesto, pedofilia, pornografia, prostituzione, razzismo, feticismo, travestitismo, o deformità fisiche, discutono la loro situazione interagendo col pubblico; il tutto spesso viene affrontato in modo volgare sfruttando le persone deboli protagoniste, ndt.


Nei primi anni Wolper si è trovato ad affrontare una certa resistenza

Wolper iniziò a produrre documentari televisivi alla fine degli anni 1950. Incontrò molta resistenza da parte delle emittenti televisive poiché consideravano i suoi documentari una forma di intrattenimento o di sfruttamento idiota, non “documentari.” Per esempio, a pagina 109 scrive di come si sia dimenato per realizzare un programma sulla [cosiddetta] maledizione del diamante Hope (*). Quelli dello Smithsonian National Museum of Natural History [letteralmente, Museo nazionale di storia naturale dell’istituto Smithsonian] pensavano che il concetto di una “maledizione” fosse idiota. Ammette anche che il suo scopo principale era fare soldi, non realizzare documentari intelligenti:
Quando nel 1974 abbiamo realizzato 3 documentari di successo con lo Smithsonian National Museum of Natural History, eravamo in disaccordo in modo fondamentale sugli obbiettivi del nostro programma televisivo: noi volevamo attrarre un pubblico più ampio possibile, mentre loro volevano impressionare gli accademici.

Il diamante Hope, che porta con sé una maledizione secondo cui la malasorte si sarebbe abbattuta su colui che l’avesse posseduto, è custodito nello Smithsonian National Museum of Natural History dal 1958.

[....]

Avevamo in programma una trasmissione intitolata The Curse of the Hope Diamond [letteralmente, La maledizione del diamante Hope]. Ci sono voluti 28 incontri e un comitato dello Smithsonian National Museum of Natural History prima che concordassero il formato della trasmissione — e insistettero che il nome fosse cambiato in The Legendary Curse of the Hope Diamond [letteralmente, La leggendaria maledizione del diamante Hope].

Wolper, come molti venditori di successo, dopo che essere stato allontanare dall’ufficio [in cui si svolgeva la trattativa], vi ritornò ripetutamente. Dopo 28 tentativi, il comitato dello Smithsonian National Museum of Natural History cedette.

Wolper continua nel libro narrando un aneddoto su un’altra trasmissione televisiva che ha realizzato per lo Smithsonian National Museum of Natural History; notate la sua tecnica di cercare di compiacere tutto il suo pubblico.

La terza trasmissione che abbiamo fatto assieme era Monsters! Mysteries or Myths? [letteralmente, Mostri! Misteri o miti?], un’indagine sull’esistenza del mostro di Loch Ness, dell’abominevole uomo delle nevi, e del Bigfoot. Quelli dello Smithsonian National Museum of Natural History non volevano che facessimo questo documentario — questi mostri non esistono; fine della storia. Il produttore Bob Guenette li ha convinti che queste creature avevano una ruolo importante nel fascino culturale dei misteri insoluti. Hanno concordato con riluttanza e abbiamo realizzato un programma trasmissione equilibrato: abbiamo offerto supporto a sufficienza per coloro che volevano credere che queste creature siano esistite e sfatato la loro esistenza per coloro che non ci credevano.
Anche nel programma televisivo sugli UFO narrato da Peter Jennings per l’emittente televisiva statunitense ABC Wolper ha usato questa tecnica di fornire un qualche supporto a favore dell’esistenza degli UFO, ma anche alcune prove che indicavano che si trattava di qualcosa di inventato.

Di recente l’ABC ha trasmesso anche 15 ore di un programma televisivo intitolato Kingdom Hospital [letteralmente, Il regno dell’ospedale] in cui si suggerisce che il racconto di Stephen King sui fantasmi presenti in quell’ospedale potrebbe essere una rappresentazione fedele della realtà. Abbiamo bisogno veramente di programmi televisivi che promuovono tali assurdità?

Perché i dirigenti televisivi producono programmi tanto ingannevoli e idioti? Leggendo il libro di Wolper si evince che costui potrebbe non essere interessato affatto a contribuire con qualcosa di valore per il genere umano. Per esempio, a pagina 178 scrive sulla partecipazione di un suo documentario sugli insetti a un festival cinematografico di Cannes:

Il teatro era pieno zeppo per la visione in anteprima [del mio documentario]; non riuscivo a crederci; la gente si affannava per entrare a vedere lo spettacolo delle 4 del pomeriggio. E alla fine erano contenti. Wally, mentre uscivo con lui [dal teatro], gli ho detto: “Bene; pare che li abbiamo fatti fessi un’altra volta!”

Non spiega che cosa intendesse per “li abbiamo fatti fessi un’altra volta,” ma alla pagina precedente si era lamentato con i suoi impiegati di non essergli piaciuta la prima versione del documentario, lagnandosi: “Voglio qualcosa per fare soldi.” È stato così che sono finiti per aggiungere al documentario un personaggio misterioso chiamato “dott. Nils Hellstorm” che affermava che gli insetti avrebbero conquistato la Terra.

Il risultato finale non è stato un documentario serio sugli insetti, ma invece qualcosa di tanto sciocco quanto il film Attack of the Giant Tomatoes [letteralmente, Attacco dei pomodori giganti]. Il documentario di Wolper potrebbe essere descritto come un’azione di sfruttamento del pubblico televisivo.

Wolper potrebbe essere pienamente consapevole di avere sfruttato la gente; ciò potrebbe spiegare la sua frase “li abbiamo fatti fessi un’altra volta.”

(*) Il diamante Hope è un grosso diamante, attualmente custodito presso il museo di storia naturale Smithsonian National Museum of Natural History di Washington DC, noto anche per la sua fama di porta-sfortuna dovuta al fatto che quasi tutti i suoi proprietari sono morti a breve per malattia, per omicidio, o per suicidio, ndt.


Ricreare la storia: una buona idea?

Wolper spesso usava attori per gli eventi nei casi in cui non c’erano filmati disponibili. Questa pratica veniva evitata dalle reti televisioni durante i primi tempi della televisione poiché può dare alla gente una visione distorta della questione. Un esempio è il documentario di Wolper su Montezuma. Come Wolper ha descritto a pagina 134:
Quando abbiamo effettuato le riprese di Cortéz and Montezuma: Conquest of an Empire [letteralmente, Cortéz e Montezuma: la conquista di un impero], la storia dello scontro tra culture che ha cambiato la rotta della storia, non avevamo idea di che sorta di costume l’imperatore azteco Montezuma potrebbe avere indossato quando i conquistatori spagnoli approdarono in Messico. Presumemmo che quel costume fosse elaborato ed estremamente colorato. Uno dei nostri assistenti alla produzione risolse il problema: trovò un meraviglioso mantello con piume colorate, indossato da un travestito in uno spazio adibito allo spogliarello, e che affittammo praticamente per nulla — e così Montezuma ebbe il suo abito.
Quel vestiario di Montezuma da travestito potrebbe aiutarvi a comprendere perché i dirigenti televisivi della fine degli anni 1950 e degli anni 1960 consideravano i documentari di Wolper una forma di “intrattenimento” o di “sfruttamento” invece che “documentari.”


Wolper crede veramente che sia stato Oswald a uccidere Kennedy?

Uno dei documentari per il quale Wolper non ha mai ricevuto finanziamenti è stato quello sul materiale del libro di Gerald Posner. Come Wolper descrive a pagina 101:
Ero parimenti scontento dalla mia incapacità di vendere il libro di Gerald Posner Case Closed [letteralmente, Il caso è chiuso] che riporta i dettagli sulla sua indagine sull’assassinio del presidente statunitense John F. Kennedy. Posner è un giornalista investigativo che era stato assunto da una importante casa editrice perché esaminasse in profondità tutte le teorie sull’assassinio di Kennedy. Posner elucubrava in modo convincente che Lee Harvey Oswald avrebbe agito da solo [per ammazzare John F. Kennedy]. Quel libro, ben documentato e molto dettagliato, è servito come risposta alla spazzatura intellettualmente disonesta prodotta da Oliver Stone (*). Quando ho cercato di vendere quel libro, tutti e 3 le reti [televisive] mi hanno detto che era semplicemente troppo noioso senza una trama gigantesca per uccidere il presidente [statunitense]. Posner sembrava aver fatto un grosso errore — aveva smontato tutte le teorie del complotto [a proposito dell’assassinio del presidente statunitense Kennedy]. [....] Per anni ho sentito la gente dire, convinta, che non sapremo mai la verità sull’assassinio di Kennedy. La verità è che già sappiamo la verità, ma è più divertente credere che esista un qualche grosso mistero che non sarà mai risolto.

Nei capitoli 11 e 12 del mio libro Painful Questions, An Analysis of the September 11 Attack, ho fatto notare che dal rapporto Warren Report risulta ovvio che Oswald non sparò al presidente John F. Kennedy. Posner quindi dà una mano a insabbiare quel crimine. Perché quindi David Wolper ha elogiato Posner, e insultato Oliver Stone, insistendo che è stato Oswald a uccidere Kennedy? E perché Wolper ha voluto realizzare un documentario sul libro di Posner? Voleva realmente fornirci la verità sull’assassinio di Kennedy?

Meyer Lansky e qualche altro sionista furono i registi dell’assassinio di Kennedy. Christopher Bollyn fa notare che David Wolper sembra avere una connessione con qualcuno dei criminali giudei. Forse Wolper cerca di convincerci che sarebbe stato Oswald ad aver ucciso Kennedy per proteggere i suoi amici coinvolti in quell’omicidio.

Anche se Wolper non avesse connessioni con coloro che hanno assassinato Kennedy, non è possibile che sia così ingenuo da credere che sia stato Oswald a uccidere Kennedy; sta cercando di ingannarci sull’assassinio di Kennedy. Come facciamo quindi a fidarci di lui quando produce documentari su altro? Quante volte qualcuno deve mentirvi prima che voi vi domandiate su cos’altro vi ha mentito?

(*) Oliver Stone, ebreo, nel suo film JFK [versione italiana, JFK — Un caso ancora aperto] promuove anch’egli disinformazione sull’assassinio del presidente John F. Kennedy sebbene non allineata alla versione ufficiale, ndt.


Riorganizzare la verità in un cumulo di menzogne

Wolper è perfettamente consapevole di come i mezzi di comunicazione di massa possano distorcere la verità e ingannare la gente nel credere ad assurdità. Lo discute a pagina 73 nella sezione su Teddy White, autore della cronistoria, intitolata The Making Of The President [letteralmente, La costruzione del presidente], della campagna elettorale per la presidenza degli USA del 1960. Ivi include anche un insulto per Oliver Stone:
Teddy White una volta ha detto che l’esperienza di sceneggiatore gli faceva paura, perché il mezzo di comunicazione [di massa] può facilmente indurre gli uomini a riorganizzare la verità visibile in un cumulo di menzogne storiche — che a meno che la buona volontà e la coscienza dominino l’intera produzione, ciò che lo spettatore vede potrebbe effettivamente non corrispondere al vero.

“Riorganizzare la verità visibile in un cumulo di menzogne storiche.” Ho riflettuto spesso su questo avvertimento, in particolare molti anni dopo aver visto quella perversione della verità che è stato il film JFK [versione italiana, JFK — Un caso ancora aperto] [di Oliver Stone sull’assassinio di John F. Kennedy].

Vuole farci credere che Oliver Stone riorganizzi la verità in un gruppo di menzogne, ma i fatti suggeriscono che sia Wolper a riorganizzare [maggiormente, ndt] la verità in un gruppo di menzogne.

Come ha fatto a diventare amico degli astronauti?

Anni dopo Wolper si iscrisse a un circolo di golf a pagamento in California. A pagina 334 fa notare che Neil Armstrong (*) ha giocato in un “torneo” tenuto dal suo circolo privato di golf, e che non era facile contattare Neil Armstrong: (**) (***)
Tra le celebrità che hanno giocato prendendo parte al mio torneo [di golf] c’erano 3 dei personaggi più riservati che io abbia mai conosciuto: Neil Armstrong, Sandy Koufax, che nessuno ha mai visto, e Joe DiMaggio. Neil Armstrong non ha nemmeno una segreteria telefonica; a meno che non risponda al telefono di persona, non è possibile contattarlo.
Come ha fatto Wolper a conoscere qualcuno tanto riservato quanto Neil Armstrong? Perché Neil Armstrong andava fino in California per partecipare al corso di golf di Wolper e giocare a golf con un individuo che cerca di insabbiare la verità sull’assassinio di Kennedy?

Il motivo forse è che Wolper era coinvolto nelle riprese dei finti viaggi fino alla Luna, e quindi gli astronauti si sentono a loro agio con lui; Wolper non chiederà loro com’è camminare sulla Luna, né farà trapelare il segreto.

(*) Neil Armstrong, astronauta, secondo la versione ufficiale della storia, sarebbe stato il primo uomo a posare piede sulla Luna; gli sbarchi sulla Luna delle missioni Apollo però non sono mai avvenuti e furono meramente inscenati sulla Terra, ndt.
(**) Sandy Koufax è un giocatore di baseball statunitense detentore di numerosi primati, ndt.
(***) Joe DiMaggio è stato un giocatore di baseball statunitense noto, oltre che per la bravura, anche per essere stato sposato con l’attrice Marilyn Monroe, ndt.


Qualche connessione con i Beatles?

Wolper ha realizzato un documentario su John Lennon, ma ha evitato di parlare dell’omicidio di Lennon. A pagina 210 Wolper scrive:
Una delle decisioni più difficili per noi è stata come affrontare la questione del suo omicidio. Non volevamo dare affatto ulteriore notorietà a quel folle che lo aveva ucciso, e così nel film il nome dell’assassinio non è mai menzionato, e piuttosto che un’immagine spoglia o di un filmato di quella notte [quando è stato assassinato], abbiamo mostrato la folla enorme che gli rendeva omaggio vegliando silenziosamente fuori dal Dakota (*).
Uno tizio che utilizza lo pseudonimo di “Salvador Astucia” spiega che l’assassinio di John Lennon sarebbe stata un’altra operazione del governo [statunitense] camuffata dall’omicidio commesso da uno di questi misteriosi “svitati solitari.” Forse Wolper non voleva includere la questione dell’assassinio di John Lennon nel suo documentario poiché non voleva attrarre l’attenzione sugli aspetti sospetti di quell’omicidio. E forse il motivo è che i suoi amici sono stati coinvolti anche in quell’omicidio.
JFKMontreal.com (il sito internet di Salvador Astucia)

(*) Il Dakota è un edificio residenziale nella città di New York che è stato l’ultima residenza di John Lennon e della moglie Yoko Ono, oltre che il luogo dove Lennon fu assassinato l’8 dicembre 1980, ndt.


Nei primi tempi della televisione non si parlava di sesso

A pagina 180 leggiamo che Wolper ha avuto un’idea grandiosa per un suo documentario:
Dato che stavamo producendo film principalmente per le televisioni, raramente avevamo esplorato qualcosa sul sesso, ma quando abbiamo iniziato a cercare qualche idea per i nostri prossimi documentari di tipo lungometraggio, mi sono incontrato con Nick Noxon e Irwin Rosten per capire che cosa volevamo fare. “Che cosa vuole la gente?”, ho chiesto; “A che argomenti è interessata?”

“Sesso e cibo,” ha risposto Rosten.

Esatto. Abbiamo discusso molti modi differenti di avvicinarsi agli argomenti fino a quando finalmente qualcuno ha menzionato gli animali. A ciò ho risposto immediatamente: “Giusto! Il sesso nel mondo animale. Ecco che cosa tratteremo.” Questa frase è stata seguita da un lungo silenzio.

Alla fine Nick ha detto: “Che idea incredibile — il sesso nel mondo animale.”

Le pubblicità, i programmi televisivi, e i film sono pieni di titillazione sessuale, ma non ci sono informazioni serie sul sesso, sul nostro sistema digerente, o sul processo riproduttivo. Ciò è dovuto in parte a individui, come Wolper, con lo scòpo non di educare la gente con le pubblicità, i programmi televisivi, e i film, ma piuttosto di aumentare i profitti e la propria notorietà. Considerano la persona comune un animale da sfruttare, o una ragazza ritardata da stuprare; a loro non interessa affatto fare qualcosa di utile per il genere umano.

Ci sono aspetti interessanti del sesso animale e di quello umano, ma Wolper non era interessato a discutere seriamente tali questioni; discuteva del sesso nel mondo animale unicamente per titillare la gente comune.


Wolper ha un qualche valore per la società?

David Wolper, o qualsiasi dirigente televisivo, Hollywood, o le pubblicità forniscono qualcosa di valore per il genere umano? Beneficiamo veramente dai loro programmi televisivi, dai loro film, o dalle loro pubblicità? Penso di no, e anzi ritengo che tutti, specialmente i bambini, sarebbero molto più felice se non fossero manipolati, ingannati, o titillati sessualmente. Credo che i bambini assorbano da questi individui una visione distorta della vita, dei soldi, del sesso, delle droghe, e dei gioielli.

Ritengo che David Wolper sia analogo a un medico che offre ai pazienti qualsiasi medicinale desiderino che richiede la ricetta medica, indipendente da ciò di cui hanno bisogno.