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 indice degli scritti tradotti in italiano 

Il diario di Anna Frank è autentico?

Appendici

[l’originale è qui  ]


Seguono le appendici allo scritto Il diario di Anna Frank è autentico?, del Professor Robert Faurisson, che trovate qui .


Appendice n°1

Descrizione dei documenti fotografici

Fotografia n°1:
La mappa di Amsterdam. Il Prinsengracht, nel cuore della città, è un punto di passaggio.
Fotografia n°2:
Vista aerea dell’immobile al numero civico 263 di Prinsengracht. Un immobile pittoresco e caratteristico della Amsterdam vecchia, circondato da edifici dello stesso tipo e visibile dappertutto e, in special modo, dalla torre della chiesa (Westerkirk).
Fotografia n°3:
Una fotografia della casa nel 1940. Una casa “tutta finestrata.” Gli edifici dei vicini di casa sono contigui alla casa.
Fotografia n°4:
La planimetria che il signor Frank propone ai lettori; manca il pianterreno e un’indicazione adeguata che informi i lettori che lo spazio che separa la parte anteriore dal retrocasa è una piccola corte larga 3,70 metri e comune a questa casa e alla casa dei vicini che si trova a destra [nella presente planimetria].
Fotografia n°5:
L’“armadio girevole.” La fotografia di questa cartolina va confrontata con la mia fotografia n°8 riportata in questa appendice, la quale ci mostra che la finestra [adiacente l’“armadio girevole”] si affacciava sulla piccola corte e che, attraverso il vetro di tale finestra, si vedeva, a qualche centimetro, il corpo dell’edificio del retrocasa. Alla polizia sarebbe bastato accedere a quel pianerottolo per vedere che c’era un retrocasa.
Fotografia n°6:
La cameretta di Anna Frank e del dentista Dussel. Si vede perfettamente dai vicini di via Keizersgracht, perfettamente visibili come potete notare voi stessi.
Fotografia n°7 à 11:
Cinque fotografie rivelatrici. I vicini nel lato destro (al numero civico 265 di Prinsengracht) potevano vedere facilmente ciò che succedeva al numero 263. Le fotografie n°9 e n°10 mostrano che c’erano sette luci che davano sul numero 263.
Fotografia n°12:
La parte posteriore del retrocasa. Si poteva accedervi facilmente. Questo spazio verde è sempre stato comune al numero civico 263 di Prinsengracht e al 190 di Keiszergracht. Si potevano scorgere facilmente l’applicazione e la rimozione delle tende “colorate,” il fumo proveniente dal camino sulla sinistra, ecc.
Fotografie n°13 e n°14:
Due campioni della calligrafia di Anna Frank. Una scrittura da bambina quattro mesi dopo quella da adulto?



Fotografia n°1




Fotografia n°2
Il quartiere


1. – La chiesa Westerkirk.
2. – La “casa di Anna Frank” (costruzione recente)
3. – L’immobile al n°265 di Prinsengracht (con un retrocasa con il tetto nero)
4. – L’immobile al n°263 di Prinsengracht (con un retrocasa con il tetto rosso): la “casa di Anna Frank.”
5. – L’immobile al n°261 ha un lungo tetto rosso (è privo di un retrocasa). Si noti come le case del quartiere siano disposte attorno a uno spazio verde centrale; la casa di Anna Frank e il suo “annesso” erano sotto gli occhi di tutti, che fosse presente o meno la vegetazione.



Fotografia n°3
La casa, nel 1940
La casa di Anna Frank, al numero 263 di Prinsengracht (facciata che si affaccia sul canale; a sinistra c’è il numero civico 261 e a destra il 265).


La casa ha cinque piani ed era “tutta finestrata” (senza scuri). Tutti i vicini di casa sono effettivamente vicini.



Fotografia n°4

Planimetria
del numero civico 263 di Prinsengracht (1942-1944) (*). Gli otto clandestini vivevano nel retrocasa (ovvero l’“annesso”). I quattro membri della famiglia Frank e Dussel stavano al 2° piano, mentre i tre membri della famiglia Van Daan al 3° piano.


Questa planimetria, a cui ho aggiunto alcune annotazioni [qui tradotte, ndt], figura in tutte le edizioni de Il diario di Anna Frank. Non sembra per nulla in scala: la facciata dell’immobile è larga circa 8 metri e la piccola corte solamente 3,70 metri. Per ottenere una visione d’insieme sovrapporre uno sull’altro i tre piani qui riportati e aggiungervi, al primo piano, un pianterreno, e al quinto piano, le soffitte alle quali portano rispettivamente le scale D ed F.



Fotografia n°5
L’armadio girevole [ricostruzione]
In fondo al corridoio del secondo piano provenendo dalla parte anteriore della casa volendo accedere al retrocasa.


1. – Aperto...
2. – ...Chiuso

Finestra, di cui si vede una parte, è la seconda di questo piccolo corridoio. Le due finestre si affacciano sulla piccola corte.



Fotografia n°6

La camera
della stessa Anna Frank e del dentista A. Dussel.


Attraverso le finestre si vedono due case di via Keizersgracht. Molte case vecchie si stringono intorno a uno spazio verde centrale. Tutte le loro finestre sono prive di scuri e guardano (e guardavano) sulle stanze degli otto clandestini. Si noti che la finestra si apre dall’interno verso l’esterno.




1 (ph. 7)

1. – Vista, al 2° piano, da una delle due finestre del magazzino che dà sulla corte. A sinistra del tubo si vede, la seconda finestra del famoso corridoio, e alla sua destra, il muro dell’“annesso,” e cioè del “retrocasa.”




2 (ph. 8)

2. – Vista dal corridoio; si vede, sulla sinistra, l’armadio girevole in posizione aperta e, sulla destra, attraverso la finestra, il muro dell’“annesso.”




3a (ph. 9)

3. – Vista dal 3° piano, sulla terrazza di comunicazione tra l’“annesso” e la “parte anteriore della casa”: a) Il primo tetto sulla corte (alla vostra destra) appartiene alla parte anteriore della casa di Anna Frank; l’altro alla casa adiacente (n°265); b) Dalla stessa posizione, ma dando lo sguardo sulla corte, si vedono sei luci, la prima a destra, appartiene alla parte anteriore della casa di Anna Frank e le altre cinque alla casa accanto (n°265); c) Avanzando un po’ sul terrazzo, è possibile vedere sopra di voi il campanile della chiesa Westerkirk e la “casa di Anna Frank” (costruzione recente).


3b (ph. 10)


3c (ph. 11)



Fotografia n°12
La parte posteriore del retrocasa
(ovvero l’“annesso”)


Vista dai piedi dell’immobile di via Keizersgracht. Il giardino offre una buona strada di accesso alla casa di Anna Frank. Dal camino a sinistra sarebbe uscito fumo per 365 giorni l’anno! I residenti dell’“annesso” non potevano passare inosservati, e lo stesso “annesso” ancora meno, nonostante ciò che dice il signor Frank!


Fotografie n°13 e n°14

Due campioni della scrittura attribuita ad Anna Frank


Fotografia n°13



Fotografia n°14

Se si vuole credere alle date, i due testi sono stati scritti a quattro mesi di distanza. Vanno confrontati successivamente e separatamente, da una parte, gli stessi testi e, dall’altra, le firme. Il primo documento è una copia dell’epigrafe del Diario (Il diario di Anna Frank), tradotto dall’olandese da Tylia Caren e Suzanne Lombard, prefazione di Daniel Rops, Calmann-Lévy, 1950 (3° trimestre 1968, XIII - 347 pagine). Il secondo è una copia di un testo scritto da Anna Frank sul retro di una delle sue fotografie (Il diario di Anna Frank, Le Livre de Poche, D. L., 1° trimestre 1974). La calligrafia “da adulto” precede di quattro mesi quella “da bambina”!



Appendice n°2

Riproduzione fotografica della busta sigillata contenente i nomi del testimone e del mio accompagnatore