Appendice
n°1
Descrizione dei
documenti fotografici
Fotografia n°1: |
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La mappa di
Amsterdam. Il Prinsengracht, nel cuore della città, è
un punto di passaggio. |
Fotografia
n°2: |
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Vista aerea
dell’immobile al numero civico 263 di Prinsengracht. Un
immobile pittoresco e caratteristico della Amsterdam vecchia,
circondato da edifici dello stesso tipo e visibile dappertutto e,
in special modo, dalla torre della chiesa (Westerkirk). |
Fotografia
n°3: |
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Una fotografia
della casa nel 1940. Una casa “tutta finestrata.” Gli
edifici dei vicini di casa sono contigui alla casa. |
Fotografia
n°4: |
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La planimetria che
il signor Frank propone ai lettori; manca il pianterreno e
un’indicazione adeguata che informi i lettori che lo spazio
che separa la parte anteriore dal retrocasa è una piccola
corte larga 3,70 metri e comune a questa casa e alla casa dei
vicini che si trova a destra [nella presente
planimetria]. |
Fotografia
n°5: |
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L’“armadio girevole.” La fotografia di
questa cartolina va confrontata con la mia fotografia n°8
riportata in questa appendice, la quale ci mostra che la finestra
[adiacente l’“armadio girevole”] si affacciava
sulla piccola corte e che, attraverso il vetro di tale finestra, si
vedeva, a qualche centimetro, il corpo dell’edificio del
retrocasa. Alla polizia sarebbe bastato accedere a quel
pianerottolo per vedere che c’era un retrocasa. |
Fotografia
n°6: |
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La cameretta di
Anna Frank e del dentista Dussel. Si vede perfettamente dai vicini
di via Keizersgracht, perfettamente visibili come potete notare voi
stessi. |
Fotografia n°7
à 11: |
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Cinque fotografie
rivelatrici. I vicini nel lato destro (al numero civico 265 di
Prinsengracht) potevano vedere facilmente ciò che succedeva
al numero 263. Le fotografie n°9 e n°10 mostrano che
c’erano sette luci che davano sul numero 263. |
Fotografia
n°12: |
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La parte
posteriore del retrocasa. Si poteva accedervi facilmente. Questo
spazio verde è sempre stato comune al numero civico 263 di
Prinsengracht e al 190 di Keiszergracht. Si potevano scorgere
facilmente l’applicazione e la rimozione delle tende
“colorate,” il fumo proveniente dal camino sulla
sinistra, ecc. |
Fotografie
n°13 e n°14: |
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Due campioni della
calligrafia di Anna Frank. Una scrittura da bambina quattro mesi
dopo quella da adulto? |
Fotografia n°1
Fotografia n°2
Il quartiere
1. – La chiesa Westerkirk.
2. – La “casa di Anna Frank” (costruzione
recente)
3. – L’immobile al n°265 di Prinsengracht (con un
retrocasa con il tetto nero)
4. – L’immobile al n°263 di Prinsengracht (con un
retrocasa con il tetto rosso): la “casa di Anna Frank.”
5. – L’immobile al n°261 ha un lungo tetto rosso
(è privo di un retrocasa). Si noti come le case del
quartiere siano disposte attorno a uno spazio verde centrale; la
casa di Anna Frank e il
suo “annesso” erano sotto gli occhi di tutti, che fosse
presente o meno la vegetazione.
Fotografia n°3
La casa, nel 1940
La casa di Anna Frank, al numero 263 di Prinsengracht (facciata che
si affaccia sul canale; a sinistra c’è il numero
civico 261 e a destra il 265).
La casa ha cinque piani ed era “tutta finestrata”
(senza scuri). Tutti i vicini di casa sono effettivamente
vicini.
Fotografia n°4
Planimetria
del numero civico 263 di Prinsengracht (1942-1944) (*). Gli otto
clandestini vivevano nel retrocasa (ovvero
l’“annesso”). I quattro membri della famiglia
Frank e Dussel stavano al 2° piano, mentre i tre membri della
famiglia Van Daan al 3° piano.
Questa planimetria, a cui ho aggiunto alcune annotazioni [qui
tradotte, ndt], figura in tutte le edizioni de Il diario di Anna Frank. Non sembra
per nulla in scala: la facciata dell’immobile è larga
circa 8 metri e la piccola corte solamente 3,70 metri. Per ottenere
una visione d’insieme sovrapporre uno sull’altro i tre
piani qui riportati e aggiungervi, al primo piano, un pianterreno,
e al quinto piano, le soffitte alle quali portano rispettivamente
le scale D ed F.
Fotografia n°5
L’armadio girevole
[ricostruzione]
In fondo al corridoio del secondo piano provenendo dalla parte
anteriore della casa volendo accedere al retrocasa.
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1. – Aperto... |
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2. – ...Chiuso |
Finestra, di cui si vede una parte, è la seconda di questo
piccolo corridoio. Le due finestre si affacciano sulla piccola
corte.
Fotografia n°6
La camera
della stessa Anna Frank e del dentista A. Dussel.
Attraverso le finestre si vedono due case di via Keizersgracht.
Molte case vecchie si stringono intorno a uno spazio verde
centrale. Tutte le loro finestre sono prive di scuri e guardano (e
guardavano) sulle stanze degli otto clandestini. Si noti che la
finestra si apre dall’interno verso l’esterno.
1 (ph. 7)
1. – Vista, al 2° piano, da una delle due finestre del
magazzino che dà sulla corte. A sinistra del tubo si vede,
la seconda finestra del famoso corridoio, e alla sua destra, il
muro dell’“annesso,” e cioè del
“retrocasa.”
2 (ph. 8)
2. – Vista dal corridoio; si vede, sulla sinistra,
l’armadio girevole in posizione aperta e, sulla destra,
attraverso la finestra, il muro
dell’“annesso.”
3a (ph. 9)
3. – Vista dal 3° piano, sulla terrazza di comunicazione
tra l’“annesso” e la “parte anteriore della
casa”: a) Il primo tetto sulla corte (alla vostra destra)
appartiene alla parte anteriore della casa di Anna Frank;
l’altro alla casa adiacente (n°265); b) Dalla stessa
posizione, ma dando lo sguardo sulla corte, si vedono sei luci, la
prima a destra, appartiene alla parte anteriore della casa di Anna
Frank e le altre cinque alla casa accanto (n°265); c) Avanzando
un po’ sul terrazzo, è possibile vedere sopra di voi
il campanile della chiesa Westerkirk e la “casa di Anna
Frank” (costruzione recente).
3b (ph. 10)
3c (ph. 11)
Fotografia n°12
La parte posteriore del
retrocasa
(ovvero l’“annesso”)
Vista dai piedi dell’immobile di via Keizersgracht. Il
giardino offre una buona strada di accesso alla casa di Anna Frank.
Dal camino a sinistra sarebbe uscito fumo per 365 giorni
l’anno! I residenti dell’“annesso” non
potevano passare inosservati, e lo stesso “annesso”
ancora meno, nonostante ciò che dice il signor Frank!
Fotografie n°13 e n°14
Due campioni della scrittura
attribuita ad Anna Frank
Fotografia n°13
Fotografia n°14
Se si vuole credere alle date, i due testi sono stati scritti a
quattro mesi di distanza. Vanno confrontati successivamente e
separatamente, da una parte, gli stessi testi e, dall’altra,
le firme. Il primo documento è una copia dell’epigrafe
del Diario (Il diario di Anna
Frank), tradotto dall’olandese da Tylia Caren e
Suzanne Lombard, prefazione di Daniel Rops, Calmann-Lévy,
1950 (3° trimestre 1968, XIII - 347 pagine). Il secondo
è una copia di un testo scritto da Anna Frank sul retro di
una delle sue fotografie (Il
diario di Anna Frank, Le Livre de Poche, D. L., 1°
trimestre 1974). La calligrafia “da adulto” precede di
quattro mesi quella “da bambina”!
Appendice
n°2
Riproduzione fotografica della
busta sigillata contenente i nomi del testimone e del mio
accompagnatore
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