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Attenzione!

Il sito internet Judicial-Inc, ora rimosso, era gestito segretamente dalla rete criminale giudaica  e conteneva propaganda molto sottile. Riportava, spesso, ma non sempre, fatti veri e di solito poco noti al pubblico, che usava come esca per distogliere il lettore dagli investigatori onesti , in particolare Eric Hufschmid e Christopher Bollyn (prima che fosse rapito), oltre che Robert Faurisson. A volte le conclusioni, tratte omettendo informazioni critiche, coprivano crimini ben peggiori di quelli evidenti a prima vista. Non fatevi ingannare dalla veemenza degli attacchi verso gli ebrei criminali sacrificabili; codesto sito internet proteggeva i nazisti della Seconda Guerra Mondiale (benché ammettesse l’olobufala), i finti sbarchi sulla Luna delle missioni Apollo, il rapimento di Bollyn, e sembrava intento a manipolare i lettori per lucrare dalla compravendita di oro. Cercava inoltre di provocare rabbia nei confronti degli ebrei, spesso ritratti con un aspetto maligno in fotografie ritoccate . Reazioni rabbiose alla rete criminale giudaica sono controproducenti; abbiamo bisogno di un’azione fredda, ponderata, efficace, e a tutto campo. Tenendo a mente che i criminali sono i meglio informati sui loro crimini, si vagli il presente scritto con la massima cautela.




18 febbraio 2013

[l’originale è qui ]





Judicial-Inc.
Herman Rosenblat e Roma Radziki
Amanti al campo di concentramento si incontrano e si sposano 10 anni dopo
(*)

degli estensori del sito internet Judicial-Inc.biz

21 ottobre 2008

[l’originale è qui ]


(*) Secondo Rosenblat la sua storia “non era una menzogna” perché “era vera nella mia immaginazione,” ndt.




Hanno condiviso le umiliazioni della vita nei campi nazisti




Una storia d’amore di due ragazzini e di una mela

All’inizio c’era un campo di sterminio, un ragazzino, una ragazzina, e una mela.




L’amore nella carneficina dell’Europa

Lui era un adolescente in un campo di sterminio nella Germania dominata dai nazisti. Lei era un poco più giovane e viveva liberamente nel villaggio poiché i membri della sua famiglia si fingevano cristiani. I loro occhi si incontrarono attraverso una recinzione di filo spinato e lei si chiese cosa poteva fare per quel bel ragazzo.

Lei stava trasportando mele e decise di lanciare una mela oltre il recinto. Lui prese quel frutto e scappò via verso gli alloggi dei prigionieri. Cominciò tutto così.

Come ci raccontano, il giorno seguente ritornarono lì e lei gli gettò un’altra mela. E da quel giorno, tutti i giorni, per mesi, si ripeté la stessa scena. Lei gli gettava una mela, lui la raccoglieva ed entrambi scappavano via. (riferimento: qui)




Ai campi di sterminio!

Improvvisamente la vita del giovane Herman Rosenblat cambiò per sempre. La sua famiglia fu costretta ad abbandonare la loro casa nel ghetto e morirono tutti. Herman fu inviato in vari campi in giro per l’Europa.





Rosenblat finì a Theresienstadt, ma fu liberato

Non molto tempo dopo, i russi entrarono con un carrarmato e liberarono il campo dove Herman era tenuto prigioniero. La guerra era finita. Lei andò in una scuola per infermieri in Israele. Lui si recò a Londra e imparò a fare l’elettricista. (riferimento: qui)




La guerra è finita e i due si trasferiscono a New York

Herman alla fine si trasferì a New York, dove gestì un negozio di riparazione di televisioni. Una domenica pomeriggio un amico gli telefonò dicendogli che voleva combinargli un appuntamento con una ragazza. Herman non era entusiasta poiché non gli piacevano gli appuntamenti con le sconosciute e lo fece notare al suo amico. Non sapeva come sarebbe stata la ragazza, ma infine cedette.

Andò abbastanza bene; lei era polacca e alla mano. La conversazione scorreva e finì per andare a parare sulle loro esperienze durante la guerra. Herman Rosenblat recitò la litania dei campi in cui era stato e a Roma Radziki si rizzarono le orecchie. Anche lei era stata a Schlieben, nascondendosi dai nazisti. (riferimento: qui)




Oy gestalt! Lei era la ragazza delle mele (*)

Lei gli parlò di un ragazzo che vedeva, delle mele che portava, e di come quel ragazzo fu mandato via. E poi, le parole che avrebbero cambiato per sempre le loro vite: “Quel ragazzo ero io,” disse Herman.

Rosenblat sapeva che non potrebbe mai potuto lasciare un’altra volta quella donna. Quella stessa notte le propose di sposarlo. Lei pensava che fosse pazzo. Due mesi più tardi gli disse sì.

(*) "Oy gestalt!” è un’espressione yiddish che indica sorpresa per avere scoperto qualcosa di completamente nuovo, ndt.





Il resto è storia dell’olocausto

Nel 1958 si sposarono in una sinagoga nel Bronx, un mondo lontano da loro dolori, più di un decennio dopo che i tempi di quando pensarono che sarebbero stati lontani l’uno dell’altra per sempre.





Oprah Winfrey ci casca e crede alla loro storia

Oprah, venuta a sapere la storia di Rosenblat e di sua moglie che nel 1945 circa gli tirava le mele oltre il recinto nel sotto di Schlieben in Germania, l’ha definita “la più grande storia d’amore mai mandata in onda in 22 anni di questo programma televisivo.”

Tre mesi più tardi si rivelò essere una bufala, e Oprah era arrabbiata.




Naturalmente c’è in programma la produzione di un film

La storia dei Rosenblat ha ispirato un libro per bambini: Angel Girl (*); ci sono inoltre i piani per trasformarlo in un film intitolato The Flower of the Fence [letteralmente, Il fiore del recinto]. (riferimento: qui)

(*) Il libro Angel Girl [letteralmente, Una ragazzina-angelo] è versione per bambini del libro Angel at the Fence: The True Story of a Love That Survived [letteralmente, Un angelo al recinto: la vera storia di un amore che è sopravvissuto] dello stesso autore, ndt.



Ma si può credere a storie simili?

Ho una storia personale da raccontarvi.

Io e i miei 188 parenti furono mandati a Sobibor dove l’odore dei corpi bruciato permeava l’aria. Mia “nonnina” mi disse: “Piccolo Jakob, salta giù nella latrina” (*), e lo feci. Ivi vissi per due anni, quando improvvisamente anche una ragazza della mia età saltò giù nella mia stessa latrina. Trascorremmo molte ore parlando di Anna Frank e schivando le feci che cadevano, ma siamo sopravvissuti.

Quando i campi furono liberati un soldato ci trovò e chiamò il generale Eisenhower che personalmente ci calò una corda e ci tirò fuori [dalla latrina]. Il generale Montgomery ci lavò personalmente per due settimane, e poi il presidente Roosevelt ci sposò. La catena di grandi magazzini Macys ci fece servizi igenici galleggianti sui quali sedemmo durante tutta la durata dei cortei.

Se vi chiedessi denaro per fare un film su questa mia storia, mi dareste 10.000 dollari o mi chiedereste 10.000 dollari per avervi fatto ascoltare menzogne ridicole?

(*) “Jakob” è un tipico nome ebraico, ndt.