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Attenzione!

Gli articoli di Christopher Bollyn pubblicati dopo l’11 giugno 2007, giorno del suo rapimento, vanno considerati approvati dalla rete criminale giudaica; prendete le parti interessanti e scartate gli inganni. Guardatevi da chi promuove.

Il trattamento da parte di Ann Bardach dei crimini di Milchan e le radici ebraiche di Fidel Castro

di Christopher Bollyn

3 settembre 2007

[l’originale è qui ]

Fotografia: Ann Louise Bardach (alias Ann Bardach) è stata una firma di Vanity Fair per dieci anni e scrive spesso per il New York Times, il Washington Post, e il Los Angeles Times. È apparsa nei programmi televisivi 60 Minutes, Today, Dateline, sul canale televisivo CNN, nei programmi televisivi The O’Reilly Factor, Charlie Rose, e sull’emittente radiofonica National Public Radio. È opinionista del Newsweek International, scrive per la rivista Slate ed è una commentatrice per il programma Marketplace del l’emittente Public Radio International (PRI).

Uno dei pochi articoli sul misterioso israeliano, produttore cinematografico e trafficante di armi, Arnon Milchan è stato scritto da Ann Louise Bardach. L’articolo della Bardach, intitolato The Last Tycoon [letteralmente, L’ultimo magnate], è stato pubblicato nel numero di aprile 2000 della rivista Los Angeles Magazine. Il pezzo della Bardach, benché metta in una luce molto positiva quel contrabbandiere di armi di alto livello del Mossad, è stato ripubblicato nel sito internet di Radio Islam (*). L’articolo si trova anche nel sito internet della Bardach:
BardachReports.com

La Bardach ritrae in una luce molto rosea il criminale israeliano che ha contrabbandato 810 inneschi (krytron) per armi nucleari per l’arsenale nucleare illegale di Israele:
Milchan, un 55enne di aspetto giovanile, in ottima forma, appare al bar dell’albergo Hotel Bel-Air indossando calzoni di colore kaki, una maglietta, e un elegante blazer blu monopetto. Nonostante la calvizie sconfinata e gli occhiali senza montatura, Milchan ha l’andatura del ragazzo e la disinvoltura di un giocatore di tennis. In effetti è un giocatore di tennis formidabile presente nei campi da tennis per almeno 3 ore, a volte 6 ore, al giorno...

Milchan continua ad attrarre soci e talenti di alta classe. Come per Gatsby [il protagonista del libro Il grande Gatsby] di Francis Scott Fitzgerald, Milchan possiede “una sensibilità accentuata per la promessa di vita,” che attira a lui i migliori e i più brillanti, per quanto la sua disinvoltura possa essere studiata a tavolino e costruita, per quanto il suo fascino possa essere auto-ironico, e per quanto il suo entusiasmo possa essere perpetuo...

“Arnon ha tre grandi punti di forza,” come a Sergio Leone piaceva raccontare. “Il fascino, il fascino, e il fascino.” Ho avuto la possibilità di vederlo in prima persona. Dopo qualche giorno avergli citato il mio interesse per la politica mediorientale, in particolare del Marocco, Milchan mi chiama per invitarmi alla festa di compleanno del figlio di Hassan II, [al tempo] il re del Marocco, che da allora è asceso al trono. “Ora lavoro per te,” ha detto scherzando.
La Bardach non menziona mai nemmeno la possibilità che Milchan, un riciclatore di denaro e trafficante nonché contrabbandiere d’armi, lavorasse per i servizi segreti militari israeliani o per il Mossad. La Bardach considera Milchan un personaggio indipendente che “in qualche modo si è procurato” un appuntamento a cena con Benjamin Netanyahu:
Qualche anno fa, durante la prima visita — frenetica — di Benjamin Netanyahu negli Stati Uniti in qualità di primo ministro di Israele, Milchan si è procurato in qualche modo un appuntamento a cena con Netanyahu. Non importa che Netanyahu aveva spodestato [Shimon] Peres, con il quale Milchan aveva trascorso la notte delle elezioni [perse] consolandolo. Per fare in modo che pietre non accumulassero muschio (**), Milchan era desideroso di offrire congratulazioni. Affascinato da Milchan, il nuovo primo ministro si è ritagliato uno spazio di tempo all'interno del suo programma frenetico per accompagnare Milchan a una proiezione organizzata appositamente di A Time to Kill [versione italiana, Il momento di uccidere], il film più recente del produttore.
Perché la Bardach ci va così leggera su un criminale straniero [i.e. non statunitense, ndt] che si approfitta enormemente degli Stati Uniti e fa arrivare in Israele — illegalmente — inneschi per le bombe nucleari? Perché costei tratta con i guanti di velluto questo riciclatore di denaro nonché produttore cinematografico di film leggeri di Hollywood, e contrabbandiere di dispositivi per bombe nucleari?

(*) Il sito internet RadioIslam.org, era gestito da Ahmed Rami il quale potrebbe essere stato onesto, ma è stato fatto sparire dalla circolazione e ora quello e gli altri suoi siti internet sono sotto il controllo della rete criminale giudaica, ndt.
(**) Si fa riferimento al proverbio inglese A rolling stone gathers no moss, ovvero una pietra che rotola non accumula muschio, ndt.



“NON VOGLIO CAUSARE ALTRI PROBLEMI AGLI EBREI”

In un’intervista rilasciata a Chauncey Mabe, curatore editoriale per il quotidiano Sun Sentinel della Florida meridionale, e pubblicata il 17 marzo 2004, la Bardach rivela perché non ha criticato ferocemente Milchan per le sue azioni. Nell’articolo intitolato Provocative look at Castro, exiles and race relations [letteralmente, Uno sguardo provocatorio a Castro, agli esuli, e ai rapporti tra le relazioni tra le razze] pubblicato nel suo sito internet (sotto l’indice “Altri articoli”) la Bardach discute delle proprie radici ebraiche e della sua riluttanza a “causare altri problemi agli ebrei.”

Un articolo onesto su Arnon Milchan provocherebbe problemi agli ebrei?

Non c’è dubbio.

Mabe ha descritto la Bardach come “una giornalista di un’esperienza consumata e caparbia, di quel tipo che per diventare minimamente esperto trascorre 10 anni facendo ricerche su un argomento — come nel suo classico studio giornalistico del 2002 su tutte le faccende cubane intitolato Cuba Confidential: Love and Vengeance in Miami and Havana [letteralmente, Informazioni riservate su Cuba: amore e vendetta a Miami e all’Havana]. La Bardach è considerata un’esperta su Cuba e sul regime di Fidel Castro. Quando Fidel morirà c’è da aspettarsi di vederla nei notiziari [televisivi] notturni.”

La Bardach, alla domanda posta da Mabe se Fidel Castro, il dittatore cubano, fosse “in realtà ebreo,” ha detto che probabilmente lo è, come lo è la famiglia di suo [i.e. della Bardach] padre, che costei ha detto essere ebreo sefardita proveniente dalla Spagna:
“La mia famiglia, dal lato di mio padre, è costituita da ebrei sefarditi provenienti dalla Spagna settentrionale,” ha detto la Bardach da casa sua a Los Angeles. “E lo stesso dicasi della famiglia di Castro. Probabilmente erano conversos ebraici, ovvero ebrei convertiti. Castro è considerato un archetipo tra i cognomi degli ebrei sefarditi. In effetti, Armand Castro, che ha scritto la storia degli ebrei sefarditi, mi ha detto di essere cugino di terzo grado di Fidel.”

“Ma, senta, non voglio causare altri problemi agli ebrei,” ha aggiunto.

GLI “EBREI DEI CARAIBI” DELLA BARDACH

La Bardach è andata a scuola nella città di New York. Verso la fine degli anni 1970 ha scritto per il New York Times. Sono in pochi con il cognome “Bardach” presenti nei registri del censimento degli Stati Uniti ai quali sono in grado di accedere, ma nessuno sembra provenire dalla Spagna. La grande maggioranza proviene dall’Austria (1900-1910), eccetto i pochi ebrei russi con il nome “Bardach” (Anna, Max, e Samuel) riportati nei documenti del censimento [statunitense] del 1920.

È possibile che il cognome del padre, un ebreo sefardita, non fosse “Bardach,” o che costei abbia confuso la Galizia in Polonia per la Galizia in Spagna. In ogni caso costei è molto solidale nei confronti degli ebrei che descrive come “più intelligenti, più acuti” degli altri.

E alla conclusione dell’intervista di Mabe:
La Bardach, avendo passato 12 anni a indagare le questioni cubane, è finita per identificarsi con la popolazione cubana.

“Sono dinamici, sensuali, e vanitosi, e hanno una grande cura dell’igiene personale,” ha detto la Bardach. “Bevono troppo caffè, troppo rum, e consumano troppi rapporti sessuali. Tradizionalmente dicono: «Siamo gli ebrei dei Caraibi,» intendendo che sono più intelligenti, più acuti, e migliori a reagire correttamente e velocemente alle situazioni mutevoli. Non piacciono agli altri latinoamericani, e davvero, potrei usare qualche espressione di buone relazioni pubbliche, ma trovo che si tratta di una combinazione vincente.”

Importante:

Christopher Bollyn e famiglia sono MIA (*)

La mia risposta è qui 

Nota: non so che fine facciano i soldi che donate a Bollyn, sia direttamente, che acquistando il suo libro! Christopher scriveva articoli gratis, finanziandosi con la vendita del suo libro per bambini ABC book e con le donazioni. Il suo bellissimo ABC book è descritto qui .

Fate circolare i collegamenti telematici ai suoi articoli e cercate di trovare più persone che si uniscano a noi nella nostra lotta per esporre la corruzione. Non permettere “loro” di eliminarci tutti! Mostrate che tutto ciò vi importa!

(*) MIA, ovvero “Missing in Action,” si traduce in “disperso in un’azione di guerra.”