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di Christopher Bollyn
La nomina di Michael Chertoff a nuovo capo del Dipartimento della sicurezza interna, il Department of Homeland Security, è stata approvata dal senato degli Stati Uniti con 98 voti favorevoli e 0 contrari senza che venisse nemmeno sollevata la questione della possibilità delle sue radici - e della sua nazionalità - israeliane. Il 15 febbraio 2005, lo statunitense Michael Chertoff, munito apparentemente di doppia nazionalità e con radici israeliane, ha giurato per ricoprire la carica del secondo segretario del Department of Homeland Security (DHS). Il nuovo “zar della sicurezza interna [degli USA],” che sovraintende allo U.S. Bureau of Citizenship and Immigration Services [letteralmente, Ente statunitense per la cittadinanza e i servizi d’immigrazione], sembra nascondere la sua condizione di doppia nazionalità – con la complicità della stampa controllata. Benché i mezzi di comunicazione di massa abbiano indagato a fondo Bernard Kerik, la prima scelta del presidente statunitense George W. Bush come capo del DHS, rivelando dettagli imbarazzanti su sua madre, non c’è stata nessuna discussione sulla madre di Chertoff, la quale ebbe un ruolo notevole nella creazione dello stato sionista in Palestina. L’omissione del passato della madre di Chertoff suggerisce la esistenza di uno sforzo da parte dei mezzi di comunicazione di massa di nascondere i legami di Chertoff con Israele e la sua nazionalità israeliana de jure, per diritto di nascita. Per la legge israeliana, i figli di genitori uno dei quali almeno cittadino israeliano, compresi quelli di prima generazione nati fuori da Israele, sono considerati come aventi la nazionalità israeliana, che mantengono fino a quando non vi rinunciano formalmente. Chertoff è nato il 28 novembre 1953 nella città di Elizabeth, nel New Jersey, dal rabbino, nato a New York, Gershon Baruch Chertoff e da Livia Eisen, la prima assistente di volo della El Al, la compagnia aerea statale israeliana, fondata nel 1948. IL FIGLIO DI UN RABBINO “Il figlio di un rabbino,” ha riportato il The Star-Ledger della città di Newark, nel New Jersey, il 16 febbraio 2005; “Chertoff è nato da Elizabeth, laureatasi all’università di Harvard nel 1975, e diplomata al corso di laurea in legge della Harvard Law School nel 1978.” Il The Star-Ledger, un giornale della città di residenza di Chertoff, sembra tuttavia avere omesso di menzionare altro sulla madre di Chertoff allo scopo di evitare di discutere il fatto che Livia (Eisen) Chertoff visse e lavorò in Israele e sembra avesse la nazionalità israeliana. Il The Star-Ledger è perfettamente a conoscenza delle radici israeliane di Livia. Sei anni fa, nel suo necrologio del 21 dicembre 1998, questo stesso giornale riportò la notizia del ruolo di questa donna nella fondazione dello stato di Israele, scrivendo: “[Livia Chertoff] è stata la prima assistente di volo della compagnia aerea El Al e partecipò all’Operazione tappeto volante, il famoso trasporto in Israele per via aerea degli ebrei yemeniti.” Perfino nel 1998, comunque, il The Star-Ledger era stato vago al proposito della nazionalità di Livia. “Nata in Polonia, la signora Chertoff è vissuta in Palestina e a Elizabeth prima di trasferirsi in Florida parecchi anni fa,” ha scritto. La legge del 1952 sulla cittadinanza israeliana dice: “A qualsiasi ebreo immigrato in Israele prima del 14 luglio 1952 è concessa la cittadinanza dopo che ha dichiarato il desiderio di risiedere permanentemente in Israele.” In quanto prima assistente di volo della El Al, è probabile che Livia avesse la cittadinanza israeliana. Inoltre, un “bambino nato dopo il 14 luglio 1952 compreso,” ha la nazionalità israeliana se “almeno uno dei genitori è un cittadino israeliano, qualsiasi sia la sua nazione di nascita.” RISPOSTE EVASIVE Il segretario Chertoff è stato evasivo quando l’American Free Press (*) gli ha chiesto quale fosse la nazionalità di sua madre, che se fosse stata israeliana, renderebbe lui stesso di nazionalità israeliana. Il concetto di “nazionalità,” è definito come l’appartenenza di una persona a una certa nazione, mentre il concetto formale di condizione di cittadinanza conferisce diritti, doveri, e privilegi specifici legati alla cittadinanza. A una domanda su quale fosse la nazionalità della madre di Chertoff, Brian Roehrkasse, portavoce del DHS, ha fornito [a proposito di Michael Chertoff] una risposta evasiva: “Non ha, ne ha mai avuto, doppia cittadinanza.” “[Michael Chertoff] non crede che la madre, benché sia risieduta in Israele, abbia mai avuto la cittadinanza israeliana,” ha dichiarato Roehrkasse. “La madre è risieduta lì durante il periodo del mandato britannico (prima della creazione dello stato di Israele); successivamente è vissuta nel Regno Unito, e [Michael Chertoff] ritiene che la madre avesse la cittadinanza britannica quando lavorava alla El Al.” Stando a quanto riportato, Livia partecipò all’Operazione tappeto volante, il trasporto ultra-segreto di circa 45.000 ebrei yemeniti in Israele dal giugno 1949 al settembre 1950. La connessione di Livia con la El Al e le operazioni segrete di trasporto aeree attuate dai servizi segreti israeliani, indicano che costei era coinvolta con il Mossad, il servizio segreto israeliano. L’Operazione tappeto volante fu così segreta che da essere rivelata alla stampa soltanto mesi dopo che l’ultimo dei 380 voli dallo Yemen è giunto in Israele verso la fine del 1950. I figli di Chertoff hanno frequentato scuole private ebraiche; sua moglie, Meryl Justin, è stata co-direttrice del comitato regionale dell’Anti-Defamation League (ADL) per i diritti civili. Chertoff mantiene il segreto sulla sua infanzia, forse per evitare di discutere la sua educazione fortemente talmudica e sionista ricevuta in una famiglia in cui tutti i maschi erano rabbini o studiosi del Talmud. “La mia infanzia è stata ... nella media ... Nulla di rilevante. In pratica si fonde tutto in un passato indistinto,” ha detto al The Star Ledger nel marzo 2001. Sotto pressione perché rivelasse ulteriori dettagli, Chertoff “si è adagiato sulla sua sedia” e ha detto: “Non intendo rispondere.” Gershon, il padre di Michael, era il primo figlio di Paul Chertoff, russo, e di Esther Barish, romena, secondo il censimento statunitense del 1930. Gershon si diplomò insegnante del Talmud all’età di 20 anni, nel maggio 1935. Nel 1930 questa coppia di immigrati viveva in un appartamento affittato a 90 dollari a Brooklyn e aveva tre figli, Gershon, Naomi, e Mordecai. Impregnati nella cultura del Talmud, i figli di Chertoff divennero sionisti ferventi. Gershon Chertoff, il padre di Michael, era un rabbino e un insegnante del Talmud, al pari dello zio Mordecai. Il loro padre, Paul, era un “insegnante” del Talmud al Jewish Institute [letteralmente, Istituto ebraico] (una yeshivah) a New York. Chertoff padre, quando morì nel 1966, fu descritto nel New York Times come un “ex-professore del Talmud.” Anche Naomi studiò il Talmud;
quando si sposò nel 1946 ricopriva per la quarta volta la carica di
presidente nazionale della Young
Women’s Zionist Organization of America
[letteralmente, Organizzazione sionista statunitense delle giovani
donne]. Naomi aveva frequentato l’università ebraica [di Gerusalemme]
in Palestina prima che Israele diventasse una nazione il 16
maggio 1948. Chertoff era stato eletto procuratore generale aggiunto [nel
testo, Assistant Attorney General]
alla divisione criminale
con 95 voti favorevoli e 1 contrario il 24 maggio 2001. Il voto
dissidente proveniva dalla senatrice
Hillary Rodham Clinton (democratica, rappresentante per lo stato del
New York). |
Importante:
Christopher Bollyn e famiglia sono MIA (*) La mia risposta è qui Nota: non so che fine facciano i soldi che donate a Bollyn, sia direttamente, che acquistando il suo libro! Christopher scriveva articoli gratis, finanziandosi con la vendita del suo libro per bambini ABC book e con le donazioni. Il suo bellissimo ABC book è descritto qui . Fate circolare i collegamenti telematici ai suoi articoli e cercate di trovare più persone che si uniscano a noi nella nostra lotta per esporre la corruzione. Non permettere “loro” di eliminarci tutti! Mostrate che tutto ciò vi importa! (*) MIA, ovvero “Missing in Action,” si traduce in “disperso in un’azione di guerra.” |