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La stampa controllata nasconde le radici israeliane di Chertoff

di Christopher Bollyn

4 marzo 2005

[l’originale è qui ]


Fotografia: Michael Chertoff, il nuovo capo dell’Homeland Security, è il figlio unico di Livia Eisen, la prima assistente di volo della El Al (la compagnia aerea statale israeliana) nonché un’agente dei servizi segreti che prese parte all’operazione del Mossad denominata Operazione tappeto volante [nel testo, Operation Magic Carpet].

La nomina di Michael Chertoff a nuovo capo del Dipartimento della sicurezza interna, il Department of Homeland Security, è stata approvata dal senato degli Stati Uniti con 98 voti favorevoli e 0 contrari senza che venisse nemmeno sollevata la questione della possibilità delle sue radici - e della sua nazionalità - israeliane.

Il 15 febbraio 2005, lo statunitense Michael Chertoff, munito apparentemente di doppia nazionalità e con radici israeliane, ha giurato per ricoprire la carica del secondo segretario del Department of Homeland Security (DHS). Il nuovo “zar della sicurezza interna [degli USA],” che sovraintende allo U.S. Bureau of Citizenship and Immigration Services [letteralmente, Ente statunitense per la cittadinanza e i servizi d’immigrazione], sembra nascondere la sua condizione di doppia nazionalità – con la complicità della stampa controllata.

Benché i mezzi di comunicazione di massa abbiano indagato a fondo Bernard Kerik, la prima scelta del presidente statunitense George W. Bush come capo del DHS, rivelando dettagli imbarazzanti su sua madre, non c’è stata nessuna discussione sulla madre di Chertoff, la quale ebbe un ruolo notevole nella creazione dello stato sionista in Palestina.

L’omissione del passato della madre di Chertoff suggerisce la esistenza di uno sforzo da parte dei mezzi di comunicazione di massa di nascondere i legami di Chertoff con Israele e la sua nazionalità israeliana de jure, per diritto di nascita.

Per la legge israeliana, i figli di genitori uno dei quali almeno cittadino israeliano, compresi quelli di prima generazione nati fuori da Israele, sono considerati come aventi la nazionalità israeliana, che mantengono fino a quando non vi rinunciano formalmente.

Chertoff è nato il 28 novembre 1953 nella città di Elizabeth, nel New Jersey, dal rabbino, nato a New York, Gershon Baruch Chertoff e da Livia Eisen, la prima assistente di volo della El Al, la compagnia aerea statale israeliana, fondata nel 1948.


IL FIGLIO DI UN RABBINO

“Il figlio di un rabbino,” ha riportato il The Star-Ledger della città di Newark, nel New Jersey, il 16 febbraio 2005; “Chertoff è nato da Elizabeth, laureatasi all’università di Harvard nel 1975, e diplomata al corso di laurea in legge della Harvard Law School nel 1978.”

Il The Star-Ledger, un giornale della città di residenza di Chertoff, sembra tuttavia avere omesso di menzionare altro sulla madre di Chertoff allo scopo di evitare di discutere il fatto che Livia (Eisen) Chertoff visse e lavorò in Israele e sembra avesse la nazionalità israeliana.

Il The Star-Ledger è perfettamente a conoscenza delle radici israeliane di Livia. Sei anni fa, nel suo necrologio del 21 dicembre 1998, questo stesso giornale riportò la notizia del ruolo di questa donna nella fondazione dello stato di Israele, scrivendo: “[Livia Chertoff] è stata la prima assistente di volo della compagnia aerea El Al e partecipò all’Operazione tappeto volante, il famoso trasporto in Israele per via aerea degli ebrei yemeniti.”

Perfino nel 1998, comunque, il The Star-Ledger era stato vago al proposito della nazionalità di Livia. “Nata in Polonia, la signora Chertoff è vissuta in Palestina e a Elizabeth prima di trasferirsi in Florida parecchi anni fa,” ha scritto.

La legge del 1952 sulla cittadinanza israeliana dice: “A qualsiasi ebreo immigrato in Israele prima del 14 luglio 1952 è concessa la cittadinanza dopo che ha dichiarato il desiderio di risiedere permanentemente in Israele.” In quanto prima assistente di volo della El Al, è probabile che Livia avesse la cittadinanza israeliana.

Inoltre, un “bambino nato dopo il 14 luglio 1952 compreso,” ha la nazionalità israeliana se “almeno uno dei genitori è un cittadino israeliano, qualsiasi sia la sua nazione di nascita.”


RISPOSTE EVASIVE

Il segretario Chertoff è stato evasivo quando l’American Free Press (*) gli ha chiesto quale fosse la nazionalità di sua madre, che se fosse stata israeliana, renderebbe lui stesso di nazionalità israeliana.

Il concetto di “nazionalità,” è definito come l’appartenenza di una persona a una certa nazione, mentre il concetto formale di condizione di cittadinanza conferisce diritti, doveri, e privilegi specifici legati alla cittadinanza.

A una domanda su quale fosse la nazionalità della madre di Chertoff, Brian Roehrkasse, portavoce del DHS, ha fornito [a proposito di Michael Chertoff] una risposta evasiva: “Non ha, ne ha mai avuto, doppia cittadinanza.”

“[Michael Chertoff] non crede che la madre, benché sia risieduta in Israele, abbia mai avuto la cittadinanza israeliana,” ha dichiarato Roehrkasse. “La madre è risieduta lì durante il periodo del mandato britannico (prima della creazione dello stato di Israele); successivamente è vissuta nel Regno Unito, e [Michael Chertoff] ritiene che la madre avesse la cittadinanza britannica quando lavorava alla El Al.”

Stando a quanto riportato, Livia partecipò all’Operazione tappeto volante, il trasporto ultra-segreto di circa 45.000 ebrei yemeniti in Israele dal giugno 1949 al settembre 1950. La connessione di Livia con la El Al e le operazioni segrete di trasporto aeree attuate dai servizi segreti israeliani, indicano che costei era coinvolta con il Mossad, il servizio segreto israeliano.

L’Operazione tappeto volante fu così segreta che da essere rivelata alla stampa soltanto mesi dopo che l’ultimo dei 380 voli dallo Yemen è giunto in Israele verso la fine del 1950.

I figli di Chertoff hanno frequentato scuole private ebraiche; sua moglie, Meryl Justin, è stata co-direttrice del comitato regionale dell’Anti-Defamation League (ADL) per i diritti civili.

Chertoff mantiene il segreto sulla sua infanzia, forse per evitare di discutere la sua educazione fortemente talmudica e sionista ricevuta in una famiglia in cui tutti i maschi erano rabbini o studiosi del Talmud.

“La mia infanzia è stata ... nella media ... Nulla di rilevante. In pratica si fonde tutto in un passato indistinto,” ha detto al The Star Ledger nel marzo 2001. Sotto pressione perché rivelasse ulteriori dettagli, Chertoff “si è adagiato sulla sua sedia” e ha detto: “Non intendo rispondere.”

Gershon, il padre di Michael, era il primo figlio di Paul Chertoff, russo, e di Esther Barish, romena, secondo il censimento statunitense del 1930. Gershon si diplomò insegnante del Talmud all’età di 20 anni, nel maggio 1935.

Nel 1930 questa coppia di immigrati viveva in un appartamento affittato a 90 dollari a Brooklyn e aveva tre figli, Gershon, Naomi, e Mordecai. Impregnati nella cultura del Talmud, i figli di Chertoff divennero sionisti ferventi.

Gershon Chertoff, il padre di Michael, era un rabbino e un insegnante del Talmud, al pari dello zio Mordecai. Il loro padre, Paul, era un “insegnante” del Talmud al Jewish Institute [letteralmente, Istituto ebraico] (una yeshivah) a New York. Chertoff padre, quando morì nel 1966, fu descritto nel New York Times come un “ex-professore del Talmud.”

Anche Naomi studiò il Talmud; quando si sposò nel 1946 ricopriva per la quarta volta la carica di presidente nazionale della Young Women’s Zionist Organization of America [letteralmente, Organizzazione sionista statunitense delle giovani donne]. Naomi aveva frequentato l’università ebraica [di Gerusalemme] in Palestina prima che Israele diventasse una nazione il 16 maggio 1948.

Benché siano state pubblicate notizie dei matrimoni della famiglia Chertoff a New York e a Londra, non ci sono notizie nella stampa di New York sul matrimonio tra il padre e la madre di Chertoff.

Sembra probabile che Livia, provenendo da Israele e avendo lavorato per la compagnia aerea statale israeliana, si sia sposata in Israele.

Dato il ruolo della madre di Michael Chertoff nella fondazione dello stato di Israele e il carattere fortemente sionista della sua famiglia, sembra probabile che Chertoff abbia vissuto per un po’ di tempo in Israele quando era bambino.

“I miei credi religiosi e spirituali sono praticamente proprio quelli che voglio,” ha detto. Visto l’ambiente in cui è vissuto, ciò suggerisce che sia un ebreo talmudico.

Il Talmud costituisce il corpo della legge rabbinica seguita dalla maggior parte degli ebrei statunitensi e israeliani. Il Talmud, comunque, reinterpreta e nega molto di ciò che è riportato nella Torah e contiene alcuni sentimenti anti-cristiani. (Per una migliore comprensione degli aspetti anti-cristiani del Talmud, leggere il libro Jewish History, Jewish Religion: The Weight of 3,000 Years di Israel Shahak.)

(*) Questo articolo è stato scritto quando Christopher Bollyn lavorava per l’American Free Press, prima che si rendesse conto che si trattava di un giornale manovrato dagli ebrei criminali.


NESSUNA OPPOSIZIONE

A differenza delle altre nomine effettuate da George W. Bush, per Chertoff a comando del DHS non c’è stata nessuna opposizione nel senato statunitense. Il 15 febbraio 2005 il senato ha approvato Chertoff con 98 voti favorevoli e zero contrari. Chertoff, 51 anni, ha prestato giuramento per quella carica quella stessa notte in una “cerimonia privata alla Casa Bianca.”

Il DHS ha una somma stanziata di 32 miliardi di dollari, 180.000 dipendenti, e ha giurisdizione sulle questioni d’immigrazione, sulle dogane, sulla sicurezza dei trasporti, sulla guardia costiera, sullo United States Secret Service, e sulla Federal Emergency Management Agency (*).

La questione della doppia nazionalità di Chertoff non sembra avere interessato nemmeno un senatore statunitense.

“Elogio il presidente Bush per questa scelta eccelsa,” ha detto il capo della maggioranza al senato Bill Frist (repubblicano, rappresentante per lo stato del Tennessee). “Siamo orgogliosi di avere un uomo del suo calibro e del suo talento a servire e proteggere la popolazione statunitense.”

“Il nostro paese è molto fortunato ad avere qualcuno con la preparazione, l’esperienza, l’intelletto, le qualifiche, e l’integrità del giudice Chertoff,” ha detto la senatrice Susan Collins (repubblicana, rappresentante per lo stato del Maine), direttrice del comitato senatoriale per l’Homeland Security [nel testo, Senate Homeland Security Committee].

Dopo sei ore di dibattito, Collins ha esortato il senato perché agisse velocemente sulla nomina di Chertoff.

Durante il periodo precedente e successivo agli attentati terroristici dell’11 settembre 2001, Chertoff aveva condotto la divisione criminale del Dipartimento di giustizia [nel testo, Department of Justice] nel quale “aveva aiutato a ricondurre gli attacchi terroristici dell’11 settembre alla rete di Al-Qaeda.”

Chertoff era stato eletto procuratore generale aggiunto [nel testo, Assistant Attorney General] alla divisione criminale con 95 voti favorevoli e 1 contrario il 24 maggio 2001. Il voto dissidente proveniva dalla senatrice Hillary Rodham Clinton (democratica, rappresentante per lo stato del New York).

In quella veste Chertoff era stato l’architetto di alcuni degli elementi più controversi del versante domestico della Guerra al terrorismo dell’amministrazione Bush e aveva avuto un ruolo centrale nel formulare la “politica anti-terrorismo” di quell’amministrazione. Aveva difeso le decisioni dell’amministrazione Bush di tenere tribunali militari per i sospetti di terrorismo non-statunitensi e per sorvegliare le conversazioni telefoniche tra i legali e i loro clienti.

Chertoff sovraintendeva la detenzione di 762 persone di nazionalità straniera per violazioni minori delle leggi sull’immigrazione, benché nessuno di loro fosse stato imputato di crimini legati al terrorismo. La detenzione di centinaia di persone era necessaria per scoprire “cellule dormienti” di terroristi, ha dichiarato.

“Chertoff conduceva la divisione criminale del Dipartimento di giustizia quando centinaia di stranieri venivano presi in gran numero in base a imputazioni minori e trattenuti in media 80 giorni,” ha riportato il The Washington Post. “Ad alcuni detenuti era stato negato il diritto di vedere un avvocato, non era stato detto loro quali fossero le imputazioni a loro carico, o erano stati inflitti abusi fisici.”

Chertoff allo stesso tempo permetteva a orde di israeliani sospettati di essere terroristi o spie di ritornare in Israele in sordina. In molti casi i sospetti israeliani lavoravano per false ditte di traslochi, quali la Urban Moving Systems a Weehawken, nel New Jersey, i quali furono presi alla guida di furgoni risultati positivi agli esami alla presenza di esplosivi. Il 14 settembre 2001 Dominic Suter, proprietario della ditta di traslochi Urban Moving Systems, risultata essere di facciata del Mossad, fuggì in Israele dopo che agenti dell’FBI richiesero di interrogarlo una seconda volta.

Un gruppo di 5 israeliani fu visto sul tetto della Urban Moving Systems mentre filmava e celebrava la distruzione del World Trade Center. Questi agenti israeliani furono rimpatriati in Israele per violazione delle leggi sul permesso di soggiorno.

A questi sospetti israeliani e altri che pare avessero trasportato esplosivi nella zona di New York, fu permesso di ritornare in Israele senza che fossero adeguatamente interrogati e che la loro presenza e le loro attività negli Stati Uniti fossero indagate con decisione.

(*) La FEMA, ovvero la Federal Emergency Management Agency, è la protezione civile statunitense.


Importante:

Christopher Bollyn e famiglia sono MIA (*)

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(*) MIA, ovvero “Missing in Action,” si traduce in “disperso in un’azione di guerra.”