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Munizioni velenose all’uranio minacciano il mondo di Christopher Bollyn L’impiego di armi contenenti uranio viola le attuali convenzioni di guerra e “costituisce un crimine di guerra o un crimine contro l’umanità,” secondo una statunitense tra gli esperti principali di diritto internazionale umanitario. Karen Parker, un’esperta di diritto bellico che lavora a San Francisco, ha detto all’American Free Press (*) che l’uso di armi all’uranio radioattivo viola le convenzioni dell’Aia e di Ginevra, oltre la convenzione delle Nazioni Unite del 1980 su certe armi convenzionali. Le armi all’uranio impoverito, benché non siano messe al bando da nessun trattato specifico, sono illegali “de facto e de jure,” ha detto la Parker. È probabile che serva un’azione legale collettiva intrapresa dalle vittime delle armi all’uranio impoverito perché un tribunale ne metta al bando l’uso, ha aggiunto. (*) Questo articolo è stato scritto quando Christopher Bollyn lavorava per l’American Free Press, prima che si rendesse conto che si trattava di un giornale manovrato dagli ebrei criminali. “ILLEGALE PER TUTTE LE NAZIONI” “Un’arma resa illegale solamente da un trattato specifico che la mette al bando è illegale solamente per i paesi che ratificano tale trattato,” ha scritto la Parker nell’articolo “L’illegalità delle armi all’uranio impoverito” presentato alla conferenza internazionale sulle armi all’uranio impoverito tenutasi lo scorso ottobre ad Amburgo, in Germania. Ha aggiunto tuttavia: “Un’arma resa illegale da una legge esistente è illegale per tutte le nazioni.” Parker, delegata dal 1982 alla commissione nelle Nazioni Unite sui diritti umani, fornisce consulenza legale alle Nazioni Unite sulle armi all’uranio impoverito e su altre questioni di diritto internazionale umanitario. “Alla luce della normativa esistente non c’è modo per l’armamento all’uranio impoverito di essere legale,” ha detto la Parker. “Per valutare se un’arma specifica sia legale o illegale nel caso di assenza di un trattato specifico, va consultato l’intero diritto internazionale umanitario,” ha scritto la Parker. Secondo il diritto internazionale umanitario, l’illegalità delle armi all’uranio impoverito si basa su quattro criteri: Il primo è il criterio “territoriale” secondo il quale le armi possono essere usate nei campi di battaglia legali, ma non devono avere effetti negativi fuori da essi. Il secondo è il criterio “temporale” secondo il quale le armi possono essere usate unicamente durante il conflitto armato; un’arma che continui ad agire dopo il termine della guerra viola questo criterio. I criteri territoriale e temporale hanno l’intento di impedire che le armi abbiano effetti “indiscriminati.” Il terzo criterio è che l’arma non deve essere indebitamente disumana. La Convenzione dell’Aia del 1907 proibisce l’uso di “veleni o armi velenose.” Dato che le armi all’uranio impoverito essendo, come sanno i militari, radioattive e chimicamente tossiche, ricadono nella definizione di armi velenose messe al bando dalla Convenzione dell’Aia. CHE COSA SANNO I MILITARI Il Dipartimento della Difesa statunitense è perfettamente consapevole degli effetti tossici dell’uranio impoverito. In una presentazione ufficiale tenuta dal colonnello [nel testo, Colonel] della United States Army Reserve [la riserva dell’esercito statunitense, ndt] J. Edgar Wakayama a Fort Belvoir, nella Virginia, il 20 agosto 2002, i pericoli dell’esposizione all’uranio impoverito furono chiaramente esplicitati: “L’inalazione ha effetti notevoli sui polmoni e sui linfonodi toracici,” ha letto Wakayama da una diapositiva della sua presentazione. “Le particelle alfa assorbite dal corpo in dosi massicce sono pericolose poiché producono danni alle cellule e generano tumori. I casi di tumore al polmone sono ben documentati,” ha notato. “I campioni di urina contenenti uranio sono mutageni (i.e. capaci di produrre mutazioni)” e “anche nelle colture di cellule di ossa umane, le linee cellulari contaminate da uranio impoverito si sono trasformate diventando cancerogene,” ha letto Wakayama. L’uranio impoverito depositatosi nelle ossa provoca danni al DNA a causa delle particelle alfa, ha sottolineato Wakayama. Un grammo di uranio impoverito emette ogni secondo 12.000 particelle alfa ad alta energia. Il quarto criterio per le armi, quello “ambientale,” impone che le armi non abbiano effetti negativi indebiti sull’ambiente naturale. Wakayama ha consigliato: “Il suolo fortemente contaminato va rimosso se la zona è popolata da civili.” Wakayama ha descritto i pericoli corsi dai bambini giocando nel suolo contaminato e della contaminazione da parte dell’uranio impoverito nel ciclo locale dell’acqua e dell’alimentazione. L’URANIO IMPOVERITO NON PASSA NESSUNO DEI CRITERI LEGALI L’armamento all’uranio impoverito fallisce tutti e quattro i criteri, dice la Parker. Dato che non può essere contenuto all’interno del campo di battaglia, non passa il criterio “territoriale.” Le particelle d’uranio impoverito trasportate dal vento finiscono lontano dal campo di battaglia, affliggendo popolazioni civili distanti e le nazioni confinanti. L’uranio, disperdendosi nel suolo e nell’aria non può essere “spento” al termine della guerra, motivo per cui l’uranio impoverito non passa nemmeno il criterio temporale. “Le particelle sospese in aria hanno una emivita di miliardi di anni e potenzialmente possono uccidere ... ben dopo il termine della guerra,” ha scritto la Parker. “La condizione dell’uranio impoverito [come arma di tipo] nucleare, radiologica, velenosa, o convenzionale non muta la sua illegalità. L’armamento all’uranio impoverito non passa i criteri per le armi,” ha concluso. Le armi all’uranio impoverito falliscono il criterio di umanità per il modo in cui uccidono, dice la Parker, “generando tumori, malattie ai reni, ecc ben dopo la cessazione delle ostilità.” “L’uranio impoverito è disumano poiché può generare difetti alla nascita quali anomalie cranio-facciali, mancanza dello sviluppo di arti, neonati notevolmente deformi e non in grado di vivere, e simili, avendo quindi effetti nocivi sui bambini ... nati dopo il termine della guerra,” ha detto la Parker. “La natura teratogena (ciò che interferisce negativamente con il normale sviluppo dell’embrione) delle armi all’uranio impoverito e la possibile incidenza negativa sul patrimonio genetico delle generazioni future solleva la possibilità che l’impiego dell’armamento all’uranio impoverito sia da considerarsi un genocidio,” ha scritto. “Provocare volontariamente grandi sofferenze o danni seri al corpo o alla salute” dei civili costituisce una grave violazione della quarta delle convenzioni di Ginevra, ed è “esattamente ciò che fanno le armi all’uranio impoverito.” Per finire, le armi all’uranio impoverito, non potendo essere utilizzate senza danneggiare indebitamente l’ambiente naturale, non passano il quarto criterio per le armi, quello ambientale. “Nessuna tecnologia disponibile è in grado di alterare significativamente la tossicità chimica e radiologica dell’uranio impoverito,” ha riportato al congresso degli USA nel 1994 l’Army Environmental Policy Institute [letteralmente, Istituto per le politiche ambientali dell’esercito]. “Queste sono proprietà intrinseche dell’uranio.” “A proposito dei danni ambientali, coloro che utilizzano queste armi sono obbligati a effettuare una bonifica efficace,” ha scritto la Parker. “Il costo delle cause legali e della bonifica ambientale solo per le guerre del Golfo potrebbe essere sbalorditivo.” “L’utilizzo di armamenti all’uranio impoverito è necessariamente una «grave violazione» di una clausola delle convenzioni di Ginevra, e quindi il loro uso costituisce un crimine di guerra o un crimine contro l’umanità,” ha concluso la Parker. Domande sulla legalità delle armi all’uranio impoverito sono state inviate per iscritto a James Turner, il portavoce del Pentagono incaricato delle questioni sull’uranio impoverito. Turner ha detto all’American Free Press di “non essere qualificato” a rispondere a domande del genere. Al momento della stampa del presente articolo, il Pentagono non ha risposto alle ripetute richieste di informazioni. |
Importante:
Christopher Bollyn e famiglia sono MIA (*) La mia risposta è qui Nota: non so che fine facciano i soldi che donate a Bollyn, sia direttamente, che acquistando il suo libro! Christopher scriveva articoli gratis, finanziandosi con la vendita del suo libro per bambini ABC book e con le donazioni. Il suo bellissimo ABC book è descritto qui . Fate circolare i collegamenti telematici ai suoi articoli e cercate di trovare più persone che si uniscano a noi nella nostra lotta per esporre la corruzione. Non permettere “loro” di eliminarci tutti! Mostrate che tutto ciò vi importa! (*) MIA, ovvero “Missing in Action,” si traduce in “disperso in un’azione di guerra.” |