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Il Pentagono ha una nuova arma segreta nella “guerra al terrorismo” di Christopher Bollyn 14 gennaio 2004 [l’originale è qui ]
Il 14 novembre quotidiano (britannico) The Sunday Times ha scritto a proposito di un misterioso jet, modello Gulfstream 5, dicendo di avere ottenuto i registri di circa 300 voli che mostrano “i movimenti del Gulfstream 5 preso in affitto da agenti del Dipartimento della Difesa statunitense e della CIA.” Secondo il The Sunday Times, i registri indicano che gli USA hanno utilizzato quell’aeroplano per il trasporto di “prigionieri” sequestrati e portarli in “paesi noti per avere scarso riconoscimento dei diritti umani” nei quali sono stati consegnati alle autorità perché fossero “torturati per procura.” Negli ultimi due anni, l’aeroplano, che parte “sempre” da Washington, “ha raggiunto 49 destinazioni fuori dagli Stati Uniti, incluse il campo di prigionia di Guantánamo nell’isola di Cuba e altre basi militari statunitensi.” Egitto, Giordania, Iraq, Marocco, Afghanistan, e Uzbekistan sono tra le destinazioni estere del “jet della tortura” con numero di immatricolazione N379P. Quel Gulfstream 5 ha fatto almeno sette viaggi fino all’Uzbekistan, una dittatura alleata degli Stati Uniti nella “Guerra al terrore,” in cui, scrive il The Sunday Times, la “polizia segreta è nota per i metodi che utilizza negli interrogatori, inclusa la presunta bollitura i prigionieri.” “Mi sono imbattuto in molti casi di stupro di fronte a familiari della persona da cui volevano estrarre informazioni,” ha detto di recente a una televisione svedese Craig Murray, l’ex-ambasciatore britannico in Uzbekistan. “Sono in possesso di fotografie dell’autopsia dei cadaveri,” ha affermato Murray. “Mostrano che la persona era stata bollita fino ad essere ammazzata.” Di recente, il The Washington Post, il Boston Globe, e il Chicago Tribune hanno riportato tutti e tre la notizia del jet della tortura, ma si sono focalizzati sulle false compagnie presso le quali era immatricolato quell’aereo, invece che sui crimini gravi per i quali è utilizzato. Molte informazioni sui “voli della tortura” provengono dal giornalista svedese Fredrik Laurin, produttore di un programma televisivo in quattro parti sul rapimento in Svezia di due egiziani nel dicembre 2001. La trasmissione sulla televisione svedese del programma televisivo in quattro parti Kalla Fakta (letteralmente, Fatti freddi) sulla “sparizione forzata” di due egiziani, Ahmed Agiza, 39enne, e Muhammad Al Zery, 33enne, è iniziata il 17 maggio 2004, e si può vedere [anche] in internet. I dettagli più importanti di quei sequestri di persona, tuttavia, non si trovano nella stampa statunitense. Nel pomeriggio del 18 dicembre 2001, Ahmed Agiza è stato prelevato dalla polizia mentre tornava a casa di rientro dalle lezioni di svedese nella città Karlstad, nella Svezia occidentale. La moglie e i cinque figli lo aspettavano a casa. Nel frattempo, a Stoccolma, la polizia di sicurezza svedese, la SÄPO, arrestava Al Zery sul posto di lavoro. I due egiziani poi sono stati portati con un veicolo all’aeroporto Bromma a Stockholm. Quella notte, Paul Forell, un poliziotto con 25 anni di esperienza, è stato messo alla stazione di polizia dell’aeroporto di Bromma. Forell ha detto a Laurin ciò che aveva osservato: “Prima è arrivata la polizia di sicurezza ... dopo cinque o 10 minuti sono arrivati due statunitensi, in abiti civili, e siamo rimasti lì per un po’ a parlare,” ha detto. Gli statunitensi, ha aggiunto, avevano circa 35 anni, hanno detto quali fossero i loro prenomi, specificando che erano dell’ambasciata statunitense. “Ebbene, poi nella stazione [di polizia] è arrivato questo gruppo con gli arrestati, e tutto è proceduto molto velocemente,” ha detto Forell. “Gli arrestati, indossando i loro abiti, sono stati incatenati alle mani e ai piedi.” Alla domanda su chi avesse portato gli arrestati alla stazione di polizia, Forell ha risposto: “Gli statunitensi. I poliziotti svedesi restavano dietro negli edifici pubblici esterni,” ha detto. “C’erano dai tre ai quattro uomini per ciascuno degli arrestati.” Gli statunitensi erano “vestiti in jeans e maglietta, e indossavano maschere nere.” Forell, un astante, era l’unico poliziotto in divisa. “Praticamente non c’era spazio per me nella mia stazione di polizia,” ha aggiunto. Laurin descrive cosa è accaduto successivamente: gli arrestati sono stati messi nello spogliatoio della stazione di polizia, e sempre incatenati alle mani e ai piedi, i loro abiti sono stati tagliati in pezzi. Una volta nudi, “supposte di tipo ignoto sono state infilate loro nel retto.” Vestiti di pannolone e di palandrane, bendati e incappucciati, gli arrestati sono stati messi a bordo di automobili, ha riportato Laurin. Il Gulfstream 5 con numero di immatricolazione N379P, “che volava per conto del Dipartimento della Difesa degli USA,” aspettava a parecchie centinaia di metri di distanza, ha detto Laurin. “Uno dei prigionieri è stato disteso sul pavimento con mani e piedi ammanettati tra loro dietro la schiena. L’altro è stato legato bene nella cabina, con le mani sulla testa.” I due egiziani arrestati, circa otto statunitensi e due agenti di polizia della SÄPO sono decollati alle ore 9:49 pomeridiane, secondo quanto riportato in Kalla Fakta. “Quanto l’aereo è atterrato al Cairo alle ore 3 del mattino, i prigionieri sono stati consegnati a funzionari dei servizi segreti egiziani.” “Travestiti da agenti di un’unità militare statunitense, rispondenti per le loro azioni direttamente alla Casa Bianca, è permesso loro prendere il commando sul suolo svedese, in violazione della legge svedese. In un’operazione segreta e brutale, due egiziani che avevano l’asilo politico in Svezia sono rapiti e portati in Egitto per essere torturati,” ha riportato Kalla Fakta. “Sono sospettati di terrorismo, ma nessuna prova al riguardo è stata presentata.” Dopo due anni e mezzo di torture in una prigione egiziana, Al Zery è stato dichiarato innocente e rilasciato. Agiza, in un processo militare, è stato condannato a 25 anni di prigione. Quel Gulfstream 5 ha completato almeno 72 operazioni del genere il oltre 30 nazioni, ha riportato Laurin, sempre seguendo lo stesso schema ricorrente. “Dopo essere decollato dalla base madre a Smithfield, nella Carolina del Nord, fa una breve tappa all’aeroporto Dulles International Airport, situato vicino ai quartieri generali della CIA e al Pentagono. “Le destinazioni dei suoi voli sono esclusivamente nazioni alleate degli USA nella lotta al terrorismo: Marocco, Libia, Egitto, Gordania, Uzbekistan, e Pakistan,” secondo quanto riportato in Kalla Fakta, “paesi nei quali i prigionieri sono tenuti e interrogati, ben oltre quanto consentito alle corti statunitensi e a quelle internazionali.” Le sparizioni forzate dalla Svezia attuate dagli USA non sono una novità, stando al giornalista Sven Anér. Più di 10 anni fa, il 28 settembre 1994, nove estoni sopravvissuti all’affondamento del traghetto Estonia “scomparvero” in un modo simile. Il giorno dopo il naufragio, i nomi di nove membri dell’equipaggio furono rimossi dalle liste dei 146 riportati come sopravvissuti, mentre un Gulfstream 4 (numero di immatricolazione N971L), e un Boeing 727-200 (numero di immatricolazione VR-CLM) lasciavano l’aeroporto Arlanda di Stoccolma trasportando ciascuno rispettivamente quattro e cinque passeggeri di identità non dichiarata. Anér è in possesso della documentazione dall’archivio dell’aeroporto che mostra che le spese per quei due aeroplani furono pagate dall’ambasciata statunitense a Stoccolma. Le “sparizioni forzate” e le torture sono “crimini contro l’umanità,” secondo lo Statuto di Roma della Corte Penale Internazionale, al quale l’amministrazione Bush si è opposta. Mentre le domande poste ai dipartimenti di Stato, della difesa, e della giustizia statunitensi sulla liceità delle “extraordinary rendition” sono rimaste senza risposta, una nota del 19 marzo 2004 di Jack L. Goldsmith, procuratore generale aggiunto [nel testo, assistant attorney general], rivela chiaramente l’intento dell’amministrazione Bush di disobbedire alla legge internazionale. (*) Le extraordinary rendition sono azioni sostanzialmente illegali di cattura, deportazione, e detenzione, clandestine eseguite nei confronti di elementi ostili, sospettati di essere terroristi, ndt. |
Importante:
Christopher Bollyn e famiglia sono MIA (*) La mia risposta è qui Nota: non so che fine facciano i soldi che donate a Bollyn, sia direttamente, che acquistando il suo libro! Christopher scriveva articoli gratis, finanziandosi con la vendita del suo libro per bambini ABC book e con le donazioni. Il suo bellissimo ABC book è descritto qui . Fate circolare i collegamenti telematici ai suoi articoli e cercate di trovare più persone che si uniscano a noi nella nostra lotta per esporre la corruzione. Non permettere “loro” di eliminarci tutti! Mostrate che tutto ciò vi importa! (*) MIA, ovvero “Missing in Action,” si traduce in “disperso in un’azione di guerra.” |