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La psicologia dei sionisti

parte 1

Comprendere che cosa li rende ottusi

di un anonimo

18 novembre 2007

[l’originale è qui ]


[In figura: ebrei prescelti, altri ebrei, soldi, goy animali, Talmud, cabala, D-o?]

Come si fa a iniziare a comprendere a fondo la natura bizzarra del sionismo, un movimento che danneggia chiunque, inclusi i suoi stessi membri? Questo movimento intende trasferire tutte le ricchezze nelle sue mani, ma distrugge ciò che tali ricchezze potrebbero comprare. Vuole un governo mondiale per impedire lo scoppio delle guerre, ma è lui a generare le guerre. Produce i suoi nemici benché non guadagni nulla comportandosi così. Chi vi aderisce sembra intelligente e munito di una motivazione interna, ma prende i suoi ordini di marcia da documenti antichi.

Il sionismo è stato un problema che per secoli ha eluso una soluzione. A volte il modo migliore di trovare una soluzione è quello di affrontare il problema da una direzione differente. Qui cercheremo di affrontarlo dal punto di vista della psicologia.

La psicologia richiede si fare un passo indietro rispetto alle cose del mondo, ed esaminare gli esseri umani come se fossero automi le cui azioni sono determinate unicamente dalle esperienze passate e dall’ambiente circostante del presente. Benché considerare gli esseri umani sotto questo punto di vista può sembrare strano, si tratta di un metodo utile per comprendere il comportamento umano poiché impedisce alle emozioni di annebbiare i pensieri.

In altre parole, assumiamo che tutti i bambini siano nati più o meno identici, indipendentemente dalle origini culturali, e che il modo in cui siano stati cresciuti determinerà ciò che diventeranno da adulti (*). Se ciò fosse vero, dovremmo chiedere: che cosa trasforma un gruppo di bambini in persone produttive e pacifiche, e un altro in sionisti distruttivi e guerrafondai? E, più importante, come di fa a disfare questo processo e a impedire che avvenga in primo luogo?

(*) Discutibilmente, si ipotizza quindi che nessuna componente genetica influenzi il comportamento umano, ndt.

L’equilibrio mente / corpo

Il corpo unano è come una macchina; per funzionare bene ha bisogno del tipo corretto di cibo (carburante) e della giusta quantità di esercizio fisico. Se mangiate il cibo sbagliato e non fate esercizio fisico (come un couch potato) (*) il vostro corpo si squilibra, o non è a punto se preferite l’analogia dell’automobile. Molto presto vi sentirete terribilmente.

Allo stesso modo, anche il cervello umano è costruito per funzionare in un modo particolare. Il comportamento umano è governato da un certo numero di istinti presenti dalla nascita che aiutano a migliorare le probabilità di sopravvivenza. Dato che questi istinti sono innati non abbiamo scelta: o li assecondiamo, o andiamo contro di essi, in quest’ultimo caso soffrendo conseguentemente. Ci sono molti istinti, ma qui rivolgeremo la nostra attenzione a uno in particolare: l’istinto sociale.

(*) Il termine couch potato è spregiativo e indica qualcuno che passa tutto il tempo incollato davanti al televisore, ndt.

L’istinto sociale

Se gli zoologi dovessero classificare gli esseri umani, li chiamerebbero “animali sociali,” intendendo con ciò il fatto che gli esseri umani vivono e lavorano in gruppi. Ciò è dovuto all’istinto sociale che ci fa sentire felici quando siamo insieme ad altri, specialmente nel caso questi siano amici.

Ci piace anche essere elogiati ed essere popolari. Una situazione opposta ci suscita sensazioni negative. A pochi piace vivere in isolamento, e, inoltre, nessuno vorrebbe essere circondato da gente che lo odia, anche se non gli fanno del male.

C’è un altro aspetto importante dell’istinto sociale, più rilevante per gli esseri umani che per gli animali, ed è il desiderio di produrre un beneficio per gli altri membri del proprio gruppo. Ciò normalmente prende la forma di un libero scambio in cui ciascuno dà via i propri beni in eccesso, possibilmente anche nella forma di tempo (nel caso del lavoro), per qualcos’altro che qualcun altro ha in eccesso. Una tale scambio permette a ciascuno di beneficiare dell’altro, e ciascuno, conseguentemente, si sente più felice.

Per contro, vivendo senza produrre benefici per gli altri, per esempio grazie all’assistenza sociale o a un’eredità, si perdono queste sensazioni gradevoli e probabilmente ci si sentirà meno felici di qualcuno che è più povero ma che per campare lavora fornendo un servizio agli altri. Come per il couch potato di cui sopra, la mente in questo caso si squilibra e ne risulta una sofferenza. Addirittura, passando tutta la vita a fare male agli altri si diventerà perfino più infelici.

L’atteggiamento mentale dei sionisti

Va da sé che c’è un ampio numero di individui al mondo a cui piace vivere sul lavoro degli altri senza contribuire in cambio in alcun modo. C’è anche un gruppo più piccolo che cerca apposta di fare male agli altri. I sionisti rientrano contemporaneamente in entrambi questi gruppi. Se l’ipotesi formulata sopra sull’istinto sociale è corretta, dovremmo aspettarci che quello dei sionisti sia un gruppo di individui piuttosto miserabili — e tutti i fatti a nostra disposizione indicano che sia questo il caso.

Dato che nessuno desidera essere miserabile, perché qualcuno dovrebbe voler vivere del lavoro degli altri? E, più importante, perché qualcuno cerca apposta di fare male agli altri benché ciò sia rischioso e forse non porti a nessun vantaggio materiale?

La prima domanda è facile — guadagnarsi da vivere richiede l’anticipo di uno sforzo che può essere difficile o sgradevole, e la maggior parte degli esseri umani preferisce la strada facile per raggiungere la prosperità. La seconda domanda però è più complessa. Per capirlo, dobbiamo esaminare come gli esseri umani sopportano gli stati di tensione.

Strategie di sopportazione

Ogniqualvolta si va contro il modo di funzionamento naturale del corpo o della mente si prova una sensazione di tensione di natura fisica o mentale. Dato che si tratta di qualcosa di sgradevole, si dovrà correggere il proprio comportamento o trovare un modo per annullare queste sensazioni negative. Questi metodi sono detti strategie di sopportazione.

Ci sono molti modi per sopportare la tensione. Due modi comuni consistono nel ricorrere alle droghe e all’intrattenimento. Se i sionisti avessero usato solamente questi metodi, avrebbero danneggiato solamente se stessi e non avrebbero rappresentato un problema per nessun altro. I sionisti però non usano questi metodi poiché si considerano superiori e non userebbero nulla che potesse ridurre la loro capacità di dominare sugli altri. È così che hanno messo a punto un certo numero di strategie alternative. Le 3 più notevoli sono:

1. Segregazione

La prima strategia che utilizzano è quella di creare per sé una comunità coesa. Come è stato fatto notare prima, nessuno sopporterebbe di vivere in un mondo in cui è odiato da tutti. Ciò, in effetti, porterebbe la maggior parte degli individui al suicidio. Queste emozioni sgradevoli possono essere annullate in larga misura circondandosi di individui simili a sé. I sionisti utilizzano questo metodo in modo molto efficace segregandosi dai non-ebrei e supportandosi e elogiandosi a vicenda.

2. Fare male agli altri

Un aspetto strano della mente umana è il seguente: uno che si sente sotto tensione può alleviare la propria condizione temporaneamente facendo male ad altri. Quale sia il motivo non è chiaro, ma potrebbero esserci due cause separate:

(a) Considerando un’altra persona superiore a se o maggiormente felice, ci si sentirà, a causa del confronto, perfino maggiormente inferiori e più infelici. Per questo, rendendo infelice quella persona, per esempio facendole male o danneggiandone la proprietà, eliminerà questo confronto e rimuoverà alcune di quelle sensazioni sgradevoli, almeno per un poco. Possiamo vederlo nel caso del trattamento che gli israeliani riservano ai palestinesi e alle loro case.

(b) Alcuni animali sembrano avere un istinto che li incoraggia a ridurre la popolazione della propria specie eliminandone i membri inferiori. Ciò rafforza la specie complessivamente e rende il cibo limitato maggiormente disponibile ai membri più forti e più in salute. È fortemente probabile che gli esseri umani abbiano lo stesso istinto e che quindi provino piacere nel rimuovere ciò che considerano essere i membri inferiori della propria specie. I sionisti, considerandosi superiori, possono approfittare di queste sensazioni di piacere riducendo la popolazione delle altre razze e alcuni dei loro membri che considerano inferiori.

3. Considerare gli altri animali

La terza strategia è considerare i gentili come animali. Visto che l’istinto sociale non vale per le altre specie, ciò aiuta ad annullare la sensazione sgradevole che si genererebbe facendo male agli altri membri della propria specie (gli altri esseri umani). La parola “gentile” è un termine del Talmud che indica il bestiame. Questa parola però non è usata dai sionisti per insultare razzialmente i non-ebrei, ma invece per rassicurare se stessi e rassicurarsi a vicenda. Dà loro anche una sensazione benefica di superiorità. Sentirsi superiore è importante perché fa pensare di essere ammirati dalla gente, il che genera una sensazione benefica poiché sentirsi popolari e apprezzati dagli altri soddisfa l’istinto sociale.

Benché usino anche altre strategie, quali il ricorso a pratiche sessuali strane, quelle qui sopra rimangono le principali.

Fasi per diventare un sionista

Se si possono spiegare gli aspetti negativi (autolesionisti) del comportamento umano in termini di modi per sopportare la tensione di andare contro i propri istinti, ci si dovrebbe chiedere che cosa provoca questo comportamento innanzitutto, e che cosa impedisce a chi soffre di rinunciare a tale comportamento? In questo caso specifico: perché qualcuno diventa un sionista, e perché non può meramente rifiutarne lo stile di vita e vivere come gli altri? Sembrano esserci 3 fasi nel processo per diventare un sionista irriducibile e difficilmente fuggire da tale modo di vivere:

1. Indottrinamento

Il primo passo nella determinazione di quelli che saranno i nostri credi finali da adulti si basa sull’educazione ricevuta crescendo — ciò in cui credere che ci viene insegnato quando si è troppo giovani per pensarla diversamente. Nel caso degli ebrei sionisti, questo sistema di credi proviene dal Talmud — il libro della legge ebraica che insegna ai giudei come pensare e come comportarsi. Questo libro è tenuto segreto ai gentili, ma un buon riferimento ai suoi contenuti si può trovare nel sito internet di Carol Valentine.

2. Conferma dei fatti

L'indottrinamento in giovane età tuttavia non è sufficiente a far sì che quelle informazioni facciano presa. I bambini, maturando, smettono di credere a ciò che contraddice le esperienze vissute. Per esempio, si può raccontare a un bambino che esiste la Fatina dei denti e all’inizio ci crederà, ma smetterà di crederci nel seguito quando i fatti — le esperienze vissute e le osservazioni — non supporteranno tale assunto.

I bambini dunque, per continuare a credere alla propaganda sionista, devono vedere prove a supporto della loro superiorità sui gentile riportata dal Talmud. Le vedono? Guardandosi intorno notano che gli ebrei dominano i mezzi di comunicazione di massa, la scienza, l’educazione, la politica ... Sembrano esserci prove schiaccianti e quindi continuano a crederci. Come affermato nei Protocolli di savi anziani di Sion (22:3) “È ancora necessario per noi di provare che il nostro regno è voluto da Dio?”

3. Intrappolamento

Le fasi precedenti dovrebbero essere sufficienti per condurre nel primo periodo della sua vita da adulto un sionista promettente. A un certo punto della loro vita da adulti tuttavia (almeno i più intelligenti) si renderanno conto che questo sistema di credi, benché apporti loro benefici dal punto di vista finanziario, non li rende felici, e alla lunga non gioverà al loro gruppo. A questo punto, per logica, dovrebbero cambiare abitudini e non passare quelle convinzioni ai loro figli; qualcosa però impedisce loro di farlo.

Avete mai avuto un lavoro che vi pagava bene ma che non vi piaceva? Forse vi sarebbe stato facile licenziarvi e prendervi un lavoro che pagasse meno, ma che vi consistesse nel fare qualcosa che vi piaceva. Se però il vostro stile di vista dipende dal vostro reddito, per esempio a causa di un mutuo, non potete; siete intrappolati in quella posizione.

In un modo simile, i sionisti sono coinvolti in giri ad alto reddito e hanno abitudini per le quali spendono quei soldi. Il loro reddito proveniente da attività come il traffico di droga, la manipolazione finanziaria, e la detenzione delle banche centrali è qualcosa di più redditizio delle attività commerciali convenzionali. Per loro quindi non è possibile allontanarsi da questo modo di vivere senza subire una perdita nelle loro entrate.

Visto inoltre che non hanno imparato a stare in un’economia di libero mercato, dove si è remunerati secondo il valore competitivo dei propri prodotti e servizi, perderebbero velocemente la loro condizione di superiorità nel mondo. Ciò significa perdita del controllo sui mezzi di comunicazione di massa, sul sistema bancario, ecc. Molti finirebbero per essere meno della media e per guadagnare meno di quella parte del bestiame che è più istruita. Ovviamente, non trovano la cosa alettante e devono agire per evitarla. Sono intrappolati nel loro modo di vivere e non possono fuggirlo.

Il circolo vizioso

[In figura (diagramma a sx) (a sx) sono alleviati da (in alto) cattivo comportamento (a dx) porta a (in basso) sensazioni sgradevoli; (diagramma a dx) profitti reinvestiti]

Riassumendo, sembra esserci un circolo vizioso in cui un tipo particolare di comportamento autolesionista, ma redditizio, fa sorgere una sofferenza interna che necessita un ulteriore comportamento dello stesso tipo.

In sostanza, a un certo punto nella storia, un gruppo di esseri umani ha deciso di essere una razza speciale destinata a governare sulle altre razze, e ha deciso di comportarsi conseguentemente. Ciò ha suscitato l’odio delle altre popolazioni nei suoi confronti, il che ha provocato un senso di sconforto in quel gruppo dato che la cosa contrastava con il desiderio naturale degli essere umani di essere ben visti dagli altri. Quel gruppo ha risposto considerando gli altri come animali e segregandosi in gruppi nei quali i suoi membri potevano sentirsi accettati.

Ciò ha dato loro la capacità di guadagnare il dominio sui gruppi scoordinati, e di acquisire ricchezza in grosse quantità con la forza e con mezzi subdoli. Essendo le loro attività tanto lucrative, non avevano motivo di cessarle e non potevano farlo senza perdere il loro dominio sulle popolazioni inferiori. Hanno passato queste conoscenze ai propri figli che credevano facilmente a ciò che veniva detto loro sulla loro condizione di superiorità, e che non avevano motivo di acquisire ricchezza tramite gli scambi mutuamente benefici. Questo schema ricorrente poi si è ripetuto per generazioni.