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Alcuni aspetti interessanti della cultura cinese

di Eric Hufschmid

settembre 2008

[l’originale è qui ]

Dal punto di vista di uno statunitense e di un norvegese che hanno vissuto in Cina per parecchi anni.


Che cos’è questo articolo?

Durante le Olimpiadi del 2008 la Cina è stata accusata di permettere a ragazze di gran lunga troppo giovani di competere come ginnaste. Molti di noi sono rimasti sorpresi dal fatto che quella nazione imbrogliasse in modo così evidente. Come fa il loro atteggiamento nei confronti del barare a essere così diverso dal nostro?
La lingua scritta dei cinesi non è mutata molto negli ultimi millenni, forse a causa del loro isolamento dalle altre civiltà.

È possibile che anche altri aspetti della loro cultura, quali i valori insegnati ai bambini, non siano cambiati parecchio.

Il sottoscritto, Eric Hufschmid, ha sollevato tale questione con uno statunitense, un certo Ian Clark, che vive in Cina da svariati anni; gli ho spedito un messaggio di posta elettronica in cui ponevo la seguente domanda:
In un messaggio datato 14/8/2008 PainfulQuestions@aol.com ha scritto:

In Cina qualcuno ritiene che in quella nazione il barare sia accettabile dal momento che è difficile sopravvivere, o perlomeno, così è stato nel passato. Hai visto questo sito internet?

teachabroadchina.com/cheating-in-china-its-an-epidemic/

teachabroadchina.com/chinese-gymnasts-ages-2008-olympics/

Sotto trovate le due risposte di Clark; nel messaggio n°2 ha incluso un messaggio di posta elettronica di un suo collega che è vissuto in Cina più a lungo di lui. Quel suo collega originariamente aveva spedito un messaggio a un medico negli Stati Uniti riguardo la proposta di un’iniziativa negli USA per migliorare l’educazione e la comunicazione in materia di sanità.

Clark e il suo collega forniscono un’analisi interessante della cultura e dell’atteggiamento tipico dei cinesi.


Messaggio n°1 da Ian Clark

In un messaggio datato 14/8/2008 blacktuzi AT yahoo.com.cn ha scritto:

Ho visto i siti internet che mi hai suggerito e ritengo che l’autore abbia sostanzialmente ragione.

Imbrogliare comunque è un grosso problema in tutto il mondo. Sei a conoscenza del libro che svela la verità sul plagio negli USA in generale, e in particolare nel caso di Martin Luther King?

Ci sono talmente tante prove che Martin Luther King imbrogliasse che nessuno cerca di negarlo; certuni al momento sperano piuttosto che nessuno ne venga a conoscenza.

Attualmente, comunque, al sistema universitario non interessa la verità su quest’individuo che, fin da quando aveva 10 anni, ha copiato tutti i suoi scritti e il cui discorso più famoso, I have a dream [letteralmente, Ho un sogno], [del 1963] è la copia carbone dell’omonimo discorso tenuto dal repubblicano di colore Archibald Carey nel 1952.

Gli articoli che mi hai suggerito sembrano quindi riferirsi a coloro i quali cercano di dare l’impressione che sia un problema che riguardi principalmente la Cina. In questa nazione il problema dell’imbrogliare è, sotto molti aspetti, peggiore anche se la sua natura potrebbe non essere quella espressa dall’autore [di quegli articoli].

Ritengo che il problema sia che i cinesi potrebbero essere individui amorali. Mi spiego: potrebbero essere anche peggio delle persone immorali, che sono ancora consapevoli di cosa sia la moralità. Ho detto ad alcuni cinesi cose del tipo: “Farlo sarebbe disonesto” i quali, con lo sguardo fisso nel vuoto, mi hanno risposto “Cos’è l’«onestà»?.”

Se effettivamente i cinesi sono tipicamente amorali, allora l’imbrogliare sarebbe semplicemente un aspetto minore di un problema più grosso.

L’isterismo promosso dagli ebrei (neocon) contro la Cina contiene molte informazioni mendaci; ciò non toglie però che sussistano seri problemi preoccupanti.

I cinesi non si fermano nemmeno al semaforo rosso. Si comportano come i diavoli della Tasmania, distruggendo in pubblico tutto ciò che trovano lungo il loro cammino. Sputano e urinano in pubblico, senza vergognarsene. Fumano in faccia agli altri. I ragazzi, cresciuti e laureati, bevono fino a rimettere, cosa che fanno per strada. Durante una passeggiata di mezz’ora posso finire per imbattermi in quattro o cinque chiazze di vomito.

I cinesi hanno il tasso più alto al mondo di consumo di sigarette pro-capite e sono quarti al mondo per il maggior consumo di alcool. Si consideri però che in questa classifica, le popolazioni dei primi tre paesi (Russia, Germania, e Australia) reggono l’alcool molto più dei cinesi, piccoli, ed effeminati come sono. Questo è il motivo per cui la Cina è la capitale mondiale in fatto di epatite, con l’incidenza pro-capite più alta al mondo.

Nella Cina inoltre la schiavitù rappresenta un grossissimo problema, equiparabile forse per portata a quello di tutte le altre nazioni messe assieme. Le città [cinesi] sono piene di schiave del sesso provenienti da ogni posto, mentre le fabbriche sono piene di bambini venduti dai genitori. (I genitori statunitensi sono egoisti e si interessano esclusivamente dei propri figli. Cosa c’è di peggio? Non amare nemmeno i propri figli. Venderli! Dire a un rapitore, cosa che accade qui in Cina, “Te li vendo direttamente io.” Caspita! Questo sì che è un macello e non ho mai visto una cosa del genere negli Stati Uniti!) [Questo filmato discute la questione dei rapimenti e ritrae un personaggio simile quello che è Ted Gunderson negli Stati Uniti].

In ospedale i medici fumano alla presenza dei pazienti, mentre a scuola gli insegnanti fanno lo stesso alla presenza degli studenti.

“Nel 1990 i fumatori erano il 68% dei medici maschi e il 65% degli insegnanti.”
[fonte]

Ho notato uno splendido riassunto della situazione della Cina in un commento lasciato da un cinese nel mio spazio telematico presente nel sito internet Youtube:

infrastrutture: qualità ottima [nel testo, first rate]
persone: qualità scarsa [nel testo, third rate]
Tutto ciò che significato ha per il resto del mondo? L’ascesa della Cina potrebbe essere foriera di una caduta notevole dei livelli di moralità, d’igiene, e di tranquillità. Permettere alla Cina di guadagnare l’attuale posizione di potere [nel mondo] potrebbe tradursi in una caduta dei nostri livelli di moralità e di igiene.
Una settimana dopo ho ricevuto il seguente messaggio di posta elettronica da Clark in cui ha incluso un messaggio di posta elettronica che il suo collega in Cina aveva appena spedito a un medico statunitense:
Messaggio n°2 da Ian Clark
In un messaggio datato 20/8/2008 blacktuzi AT yahoo.com.cn ha scritto:

Sotto ho riportato un messaggio di un mio collega che lavora in Cina (e che desidera rimanere anonimo), avendoci vissuto inoltre un tempo più del doppio di quello che vi ho trascorso io, dai tempi in cui i taxi dovevano essere approvati e mandati dai funzionari governativi. La zona in cui viveva era un agglomerato di tuguri che oggi è diventata un lungo tratto di edifici alti.

Una volta un medico statunitense (il cui nome viene omesso) mi contattò a proposito di una sua idea di facilitare la comunicazione tra i medici, gli immigrati, e gli studenti negli Stati Uniti, allo scopo di prevenire morti inutili [tra i cinesi]. Questa è stata la risposta del mio collega.

Mittente: [indirizzo di posta elettronica omesso]
Oggetto: Alcune considerazioni sull’idea da lei suggerita
Data: martedì 19 agosto 2008
Destinatario: [indirizzo di posta elettronica del medico omesso]
Caro dott. [nome del medico omesso],

Sono molto impressionato dalla sua determinazione di prevenire certe morti non necessarie con una campagna pubblica di consapevolezza sulla salute; devo dire però che ci sono motivi completamente irrefutabili per cui in precedenza in Cina tali compagne non hanno funzionato; ritengo inoltre che lei abbia appena scorto una manifestazione del fatto che simili precedenti campagne in effetti siano fallite.

Mi creda, quel genere di campagne che mi ha appena descritto a grandi linee sono state concepite e intraprese a dozzine al giorno nella stessa Cina, nella maggioranza dei casi da elementi interni al partito che governa, i quali condividono la sua stessa frustrazione. Ciò nonostante queste campagne di consapevolezza nella maggioranza dei casi falliscono nel realizzare qualcosa di tangibile.

La Cina è una nazione in cui si incontrano individui che dicono di aver appena iniziato a fumare a causa dell’influenza aviaria perché desiderano rafforzare i propri polmoni. Non troverà nessuno che indossa le cinture di sicurezza.

Non troverete nessun pedone e nemmeno un singolo motociclista (per non parlare dei ciclisti) che rispetterà volontariamente il rosso a un semaforo, perfino quando il traffico è molto più intenso di quanto si possa immaginare.

A confronto con il resto del mondo, la Cina ha il più alto tasso di incidenti, di incidenti nel settore delle costruzioni edili, di incidenti nelle case, e un’incidenza estremamente alta di malattie di facile prevenzione, molte delle quali altrove scomparse.

Il caso dell’epatite è un buon esempio. Almeno la diffusione di quella che si prende con il cibo può essere limitata ricorrendo a un buon livello di igiene delle mani e all’utilizzo di piatti differenti. Queste pratiche d’igiene, benché elementari, nella maggioranza dei casi non vengono rispettate.

Questo non significa che si ignori come prevenire il diffondersi di questo tipo di epatite. Tutt’altro; quasi tutti, interpellati, dimostrano di conoscere la questione. Il problema è che questa conoscenza non viene messa in pratica. (“Il 60% dei cinesi ha l’epatite B”: fonte)

Ecco la storia nei dettagli.

La Cina ha una cultura che nonostante più di 5000 anni di storia scritta non ha ancora concluso la transizione a ciò che normalmente viene chiamata una cultura scritta e presenta ciò che i linguisti denominano come un “forte residuo orale.”

Ciò non è legato direttamente a un alto livello di analfabetismo, benché occasionalmente ci si imbatta in analfabeti, specialmente donne, soprattutto anziane, e in particolare nelle campagne. Credo di conoscere circa cinque donne analfabete anche solo limitandomi alle persone che conosco molto bene e con cui interagisco quasi quotidianamente.

A questo punto raccomando i seguenti riferimenti bibliografici:

Walter J. Ong: Orality and Literacy, Routledge, 1982, ristampa 2006

Nel seguente libro, ricorrendo all’antica Grecia come esempio, si fa una presentazione eccellente di come una transizione dalla cultura orale a quella scritta incida nelle modo di pensare degli esseri umani:

Eric A. Havelock: The Muse Learns to Write, Yale University Press, 1986

I due scritti che seguono illustrano ulteriormente e nei dettagli come il pensiero europeo (e quindi anche la cultura statunitense) si sia sviluppata come stampa [nel testo, printing] and catalogazione [nel testo, indexing] ci hanno ulteriormente influenzato; bisogna tener presente che ciò che è descritto può essere considerato come una lista di tutto ciò che NON avviene in Cina:

Marshall McLuhan: The Gutenberg Galaxy, University of Toronto Press, 1962, ristampa 2002

Walter J. Ong: Ramus, Method, and the Decay of Dialogue, The University of Chicago Press, 1958, ristampa 2004

Il caso della Cina viene trattato in modo approfondito qui:

David Ze (Simon Fraser University): Walter Ong’s Paradigm and Chinese Literacy, Canadian Journal of Communication, Vol. 20, N. 4 (1995):
cjc-online.ca/index.php/journal/article/viewArticle/894/800

Per farla breve, i cinesi non usano il linguaggio come principale mezzo di comunicazione. Il linguaggio qui [in Cina] comprende, in senso molto generale, la lingua orale e quella scritta, i segni, gli avvertimenti scritti, i semafori, i manuali d’istruzioni, o altre persone che, sedute di fronte, cercano di dirvi qualcosa o darvi qualche avvertimento.

Tipicamente la cultura cinese principale non ha ciò che noi chiameremmo una propensione per il pensiero astratto. Benché presente tra i cinesi eruditi e quelli che hanno vissuto qualche tempo all’estero, non si tratta di qualcosa insito nella cultura cinese.

Secondo la cultura cinese principale, solitamente non viene dedotto un principio da qualcosa che si è sentito essere accaduto a qualcun altro o di cui è stato letto. La tipica cultura principale cinese probabilmente non imparerà dalle esperienze degli altri e si limiterà invece a imparare dalle propria esperienze.

Come comunicano di solito i cinesi?

Con le azioni; devono vedere che accada qualcosa, di positivo o negativo che sia. Dove vivo, se voglio che un portinaio ripari una porta, non basta andare semplicemente nel suo ufficio dicendogli di farlo. Devo ripeterglielo parecchie volte, forse più di dieci. Ci vogliono mesi. Devo montare una rabbia visibile, battere il pugno sulla sua scrivania, minacciare il suo superiore con agli avvocati. Devo tenermi i soldi dovuti del pagamento delle spese. Alla fine la porta viene riparata.

Per lo stesso motivo non si può assumere che sia vero ciò che viene indicato dalla cultura principale cinese dato che il linguaggio non viene utilizzato per comunicare. Nel caso, per esempio, si voglia stabilire se un cinese è religioso o no, non serve domandarglielo semplicemente; bisogna osservarlo e vedere se va in una moschea o in chiesa. Se si vuole assumere qualcuno che non fuma mai, non si può richiedere semplicemente che il candidato abbia tale caratteristica dal momento che egli risponderà ciò che presume vogliate sentirvi dire. Bisogna osservarlo per stabilire se di solito fuma.

Penso che ora comprenderà perché questa compagna di consapevolezza che ha delineato non funzionerà.

Ciò che funzionerà tuttavia sarà un cambio radicale nel modo in cui in Cina è condotto il sistema d’istruzione nelle scuole inferiori e superiori. Attualmente gli studenti imparano praticamente tutte le materie scolastiche a memoria, lingue straniere incluse. Tutti gli esami, a tutti i livelli, senza eccezione, consistono in prove con risposta a scelta multipla.

ECCO COSA BISOGNA CAMBIARE e questo cambiamento può avvenire solo dall’interno della Cina.

Senza queste fondamenta, e cioè senza che la società sia permeata da un pensiero di tipo moderno post-illuminista e dal relativo sistema d’istruzione, non c’è speranza di affrontare questioni come quella della consapevolezza sanitaria.

Al momento ci sono 200 milioni di bambini lavoratori nelle regioni costiere della Cina, provenienti dalle zone povere dell’entroterra, nelle quali la popolazione vive in uno stato di povertà disperante, e si tratta di circa 800 o 900 milioni di persone. Poveri non necessariamente dal punto di vista del reddito, ma dal punto di vista culturale come ho spiegato prima.

Nel mio lavoro mi impegno a cercare di fornire loro un’educazione e assistenza sanitaria. La invito e la incoraggio a venire qui e lavorare qui. Abbiamo un bisogno disperato sia di insegnanti e medici professionisti che vadano nelle zone dell’entroterra, che di finanziamenti. (Anche se reputo che abbiamo un bisogno maggiore di insegnanti, più che di soldi.)

Alla lunga è questo che migliorerà le condizioni.

Distinti saluti,

[nome omesso]
[città omessa], Cina