Mittente: [indirizzo di posta elettronica omesso]
Oggetto: Alcune considerazioni sull’idea da lei suggerita
Data: martedì 19 agosto 2008
Destinatario: [indirizzo di posta elettronica del medico
omesso]
Caro dott. [nome del medico omesso],
Sono molto impressionato dalla sua determinazione di prevenire
certe morti non necessarie con una campagna pubblica di
consapevolezza sulla salute; devo dire però che ci sono motivi
completamente irrefutabili per cui in precedenza in Cina tali
compagne non hanno funzionato; ritengo inoltre che lei abbia appena
scorto una manifestazione del fatto che simili precedenti campagne
in effetti siano fallite.
Mi creda, quel genere di campagne che mi ha appena descritto a
grandi linee sono state concepite e intraprese a dozzine al giorno
nella stessa Cina, nella maggioranza dei casi da elementi interni
al partito che governa, i quali condividono la sua stessa
frustrazione. Ciò nonostante queste campagne di consapevolezza
nella maggioranza dei casi falliscono nel realizzare qualcosa di
tangibile.
La Cina è una nazione in cui si incontrano individui che dicono
di aver appena iniziato a fumare a causa dell’influenza aviaria
perché desiderano rafforzare i propri polmoni. Non troverà nessuno
che indossa le cinture di sicurezza.
Non troverete nessun pedone e nemmeno un singolo motociclista
(per non parlare dei ciclisti) che rispetterà volontariamente il
rosso a un semaforo, perfino quando il traffico è molto più intenso
di quanto si possa immaginare. |
|
|
A confronto con il resto del mondo, la Cina ha il più alto tasso di
incidenti, di incidenti nel settore delle costruzioni edili, di
incidenti nelle case, e un’incidenza estremamente alta di malattie
di facile prevenzione, molte delle quali altrove scomparse.
Il caso dell’epatite è un buon esempio. Almeno la diffusione di
quella che si prende con il cibo può essere limitata ricorrendo a
un buon livello di igiene delle mani e all’utilizzo di piatti
differenti. Queste pratiche d’igiene, benché elementari, nella
maggioranza dei casi non vengono rispettate.
Questo non significa che si ignori come prevenire il diffondersi
di questo tipo di epatite. Tutt’altro; quasi tutti, interpellati,
dimostrano di conoscere la questione. Il problema è che questa
conoscenza non viene messa in pratica. (“Il 60% dei cinesi ha
l’epatite B”:
fonte)
Ecco la storia nei dettagli.
La Cina ha una cultura che nonostante più di 5000 anni di storia
scritta non ha ancora concluso la transizione a ciò che normalmente
viene chiamata una cultura scritta e presenta ciò che i linguisti
denominano come un “forte residuo orale.”
Ciò non è legato direttamente a un alto livello di
analfabetismo, benché occasionalmente ci si imbatta in analfabeti,
specialmente donne, soprattutto anziane, e in particolare nelle
campagne. Credo di conoscere circa cinque donne analfabete anche
solo limitandomi alle persone che conosco molto bene e con cui
interagisco quasi quotidianamente.
A questo punto raccomando i seguenti riferimenti
bibliografici:
Walter J. Ong: Orality and
Literacy, Routledge, 1982, ristampa 2006
Nel seguente libro, ricorrendo all’antica Grecia come esempio,
si fa una presentazione eccellente di come una transizione dalla
cultura orale a quella scritta incida nelle modo di pensare degli
esseri umani:
Eric A. Havelock: The Muse
Learns to Write, Yale University Press, 1986
I due scritti che seguono illustrano ulteriormente e nei
dettagli come il pensiero europeo (e quindi anche la cultura
statunitense) si sia sviluppata come stampa [nel testo,
printing] and
catalogazione [nel testo, indexing] ci hanno ulteriormente
influenzato; bisogna tener presente che ciò che è descritto può
essere considerato come una lista di tutto ciò che NON avviene in
Cina:
Marshall McLuhan: The
Gutenberg Galaxy, University of Toronto Press, 1962,
ristampa 2002
Walter J. Ong: Ramus, Method,
and the Decay of Dialogue, The University of Chicago Press,
1958, ristampa 2004
Il caso della Cina viene trattato in modo approfondito qui:
David Ze (Simon Fraser University): Walter Ong’s Paradigm and Chinese
Literacy, Canadian Journal of Communication, Vol. 20, N. 4
(1995):
cjc-online.ca/index.php/journal/article/viewArticle/894/800
Per farla breve, i cinesi non usano il linguaggio come
principale mezzo di comunicazione. Il linguaggio qui [in Cina]
comprende, in senso molto generale, la lingua orale e quella
scritta, i segni, gli avvertimenti scritti, i semafori, i manuali
d’istruzioni, o altre persone che, sedute di fronte, cercano di
dirvi qualcosa o darvi qualche avvertimento.
Tipicamente la cultura cinese principale non ha ciò che noi
chiameremmo una propensione per il pensiero astratto. Benché
presente tra i cinesi eruditi e quelli che hanno vissuto qualche
tempo all’estero, non si tratta di qualcosa insito nella cultura
cinese.
Secondo la cultura cinese principale, solitamente non viene
dedotto un principio da qualcosa che si è sentito essere accaduto a
qualcun altro o di cui è stato letto. La tipica cultura principale
cinese probabilmente non imparerà dalle esperienze degli altri e si
limiterà invece a imparare dalle propria esperienze.
Come comunicano di solito i cinesi?
Con le azioni; devono vedere che accada qualcosa, di positivo o
negativo che sia. Dove vivo, se voglio che un portinaio ripari una
porta, non basta andare semplicemente nel suo ufficio dicendogli di
farlo. Devo ripeterglielo parecchie volte, forse più di dieci. Ci
vogliono mesi. Devo montare una rabbia visibile, battere il pugno
sulla sua scrivania, minacciare il suo superiore con agli avvocati.
Devo tenermi i soldi dovuti del pagamento delle spese. Alla fine la
porta viene riparata.
Per lo stesso motivo non si può assumere che sia vero ciò che
viene indicato dalla cultura principale cinese dato che il
linguaggio non viene utilizzato per comunicare. Nel caso, per
esempio, si voglia stabilire se un cinese è religioso o no, non
serve domandarglielo semplicemente; bisogna osservarlo e vedere se
va in una moschea o in chiesa. Se si vuole assumere qualcuno che
non fuma mai, non si può richiedere semplicemente che il candidato
abbia tale caratteristica dal momento che egli risponderà ciò che
presume vogliate sentirvi dire. Bisogna osservarlo per stabilire se
di solito fuma.
Penso che ora comprenderà perché questa compagna di
consapevolezza che ha delineato non funzionerà.
Ciò che funzionerà tuttavia sarà un cambio radicale nel modo in
cui in Cina è condotto il sistema d’istruzione nelle scuole
inferiori e superiori. Attualmente gli studenti imparano
praticamente tutte le materie scolastiche a memoria, lingue
straniere incluse. Tutti gli esami, a tutti i livelli, senza
eccezione, consistono in prove con risposta a scelta multipla.
ECCO COSA BISOGNA CAMBIARE e questo cambiamento può avvenire
solo dall’interno della Cina.
Senza queste fondamenta, e cioè senza che la società sia
permeata da un pensiero di tipo moderno post-illuminista e dal
relativo sistema d’istruzione, non c’è speranza di affrontare
questioni come quella della consapevolezza sanitaria.
Al momento ci sono 200 milioni di bambini lavoratori nelle
regioni costiere della Cina, provenienti dalle zone povere
dell’entroterra, nelle quali la popolazione vive in uno stato di
povertà disperante, e si tratta di circa 800 o 900 milioni di
persone. Poveri non necessariamente dal punto di vista del reddito,
ma dal punto di vista culturale come ho spiegato prima.
Nel mio lavoro mi impegno a cercare di fornire loro
un’educazione e assistenza sanitaria. La invito e la incoraggio a
venire qui e lavorare qui. Abbiamo un bisogno disperato sia di
insegnanti e medici professionisti che vadano nelle zone
dell’entroterra, che di finanziamenti. (Anche se reputo che abbiamo
un bisogno maggiore di insegnanti, più che di soldi.)
Alla lunga è questo che migliorerà le condizioni.
Distinti saluti,
[nome omesso]
[città omessa], Cina
|