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 indice degli scritti tradotti in italiano 

Attenzione!

Il sito internet Judicial-Inc, ora rimosso, era gestito segretamente dalla rete criminale giudaica  e conteneva propaganda molto sottile. Riportava, spesso, ma non sempre, fatti veri e di solito poco noti al pubblico, che usava come esca per distogliere il lettore dagli investigatori onesti , in particolare Eric Hufschmid e Christopher Bollyn (prima che fosse rapito), oltre che Robert Faurisson. A volte le conclusioni, tratte omettendo informazioni critiche, coprivano crimini ben peggiori di quelli evidenti a prima vista. Non fatevi ingannare dalla veemenza degli attacchi verso gli ebrei criminali sacrificabili; codesto sito internet proteggeva i nazisti della Seconda Guerra Mondiale (benché ammettesse l’olobufala), i finti sbarchi sulla Luna delle missioni Apollo, il rapimento di Bollyn, e sembrava intento a manipolare i lettori per lucrare dalla compravendita di oro. Cercava inoltre di provocare rabbia nei confronti degli ebrei, spesso ritratti con un aspetto maligno in fotografie ritoccate . Reazioni rabbiose alla rete criminale giudaica sono controproducenti; abbiamo bisogno di un’azione fredda, ponderata, efficace, e a tutto campo. Tenendo a mente che i criminali sono i meglio informati sui loro crimini, si vagli il presente scritto con la massima cautela.




15 ottobre 2013

[l’originale è qui ]





Judicial-Inc.
Chi c’è dietro i pirati somali?
Chi è che ha interesse a destabilizzare il traffico mercantile attraverso il canale di Suez?
(*)

degli estensori del sito internet Judicial-Inc.biz

8 dicembre 2008

[l’originale è qui ]


(*) Al riguardo si veda anche quest’altro articolo, pure degli estensori del sito internet Judicial-Inc, ndt.




Tutti finiscono per essere dirottati da questi pirati




La pirateria nel Mar Rosso: i sauditi puntano il dito contro Israele




La questione è il controllo del Mar Rosso

Gli editorialisti e gli analisti non solo accusano apertamente Israele di finanziare gli atti di pirateria che si stanno moltiplicano a largo delle acque somale, ma non nascondono nemmeno il loro timore di un’internazionalizzazione della gestione della sicurezza in Mar Rosso, nella quale Israele avrebbe un ruolo decisivo.

“Ciò che sta accadendo nel Corno d’Africa non sono semplici casi di pirateria. Questi atti di pirateria sollevano varie domande sulle capacità e sull’equipaggiamento di semplici fuorilegge che cercano fare soldi con i riscatti,” ha scritto Nawaf Al-Meshal Sabhan martedì 25 novembre 2008 nel quotidiano saudita Al-Iqtissadia. (fonte)




Israele vuole una presenza nel Mar Rosso

“Questi atti hanno scatenato dichiarazioni sull’internazionalizzazione del Mar Rosso, nella quale quella nazione nemica [dell’Arabia Saudita] che è lo stato di Israele avrebbe un ruolo cruciale,” ha aggiunto Nawaf Al-Meshal Sabhan.





Israele vorrebbe la presenza di una squadra internazionale addetta alla sicurezza del canale di Suez

Israele consiglia alla Moller-Maersk, la più grande compagnia di navigazione al mondo di navi da trasporto, di deviare le rotte della sua enorme flotta mercantile in modo da evitare il transito per il canale di Suez, passando invece per Capo di Buona Speranza [in Sudafrica, ndt]. Naturalmente se il controllo della sicurezza del canale di Suez fosse stato nelle mani di Israele, il consiglio sarebbe stato di navigare invece per il canale di Suez.

“Chi ha un interesse nel fare pressione sull’Egitto, deviando le navi da carico del canale di Suez e quindi facendo perdere al quella nazione i proventi giornalieri per oltre 15 milioni di dollari derivanti dal traffico di imbarcazioni attraverso il canale di Suez?” si chiedono nuovamente gli analisti.




Il Mar Rosso è il cuore dell’Arabia

“Chi c’è dietro questi atti di pirateria?” titolava un articolo recente dell’editorialista nel quotidiano Al-Riyadh firmato dal dott. Hashem Abdou Hashem.

“Questi ripetuti atti di pirateria sono premeditati. Sono finanziati da uno stato o da un’organizzazione, in ogni caso da un ente che cerca di creare tensione, insicurezza, e instabilità nel Mar Rosso, al fine di perseguire i suoi interessi strategici,” ha scritto il dott. Hashem Abdou Hashem. (fonte)




Chi possiede le attrezzature sofisticate necessarie?

I paesi arabi che si affacciano sul Mar Rosso “ora sono di fronte a 4 pericoli: l’internazionalizzazione della sicurezza nel Mar Rosso con il pretesto della lotta alla pirateria, la bramosia di Israele di voler giocare un ruolo chiave nel Mar Rosso, il furto di petrolio arabo attraverso la pirateria, senza contare il colpo inferto alla navigazione attraverso il canale di Suez.”

Lunedì il quotidiano Al-Iqtissadiya nell’editoriale chiedeva “come fanno questi pirati ad avere mezzi di difesa aerea, missili guidati dai satelliti, computer, e apparecchiature avanzate di navigazione?”





I sauditi sono ben consapevoli delle trame israeliane

I sauditi, parlando il 20 novembre 2008 al Cairo a una riunione di funzionari arabi, hanno detto: “Le truppe israeliane nel Mar Rosso sono un covo di vipere.” “Israele mira ad avere un ruolo chiave nel Mar Rosso.”





“Petroliere” significa “un sacco di soldi”

Oltre a creare instabilità, questa mafia sta facendo moltissimi soldi con i riscatti.




La mafia russo-israeliana

I principali sospettati sono i membri della mafia russo-israeliana poiché costoro sono già noti per il contrabbando di diamanti africani, per avere provocato insurrezioni, e per il traffico di armi, oltre ad avere interessi all’interno del governo della Somalia.




López Peña

Costui è un’altra figura centrale israeliana sospetta legata a operazioni di contrabbando in Africa (fonte) (*).

(*) Si tenga presente che spesso, appena un qualche crimine dei giudei viene portato alla luce da terzi, i siti internet che segretamente lavorano per loro ci vengono a raccontare quali ebrei sarebbero gli unici responsabili, nella speranza che la gente non indaghi ulteriormente, scoprendo magari che sotto c’è ben altro, di più grosso e di peggiore, ndt.