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Smascherata la strategia sionista di “balcanizzazione” dell’Iraq

di Christopher Bollyn

3 ottobre 2005

[l’originale è qui ]

L’arresto di attentatori dinamitardi terroristi britannici a Bassora smaschera la strategia sionista dietro il terrorismo settario iracheno

L’arresto di due agenti britannici travestiti da “terroristi” sciiti con un automobile piena di esplosivi a Bassora ha fornito prove solide che in Iraq le forze di occupazione britanniche sono coinvolte nei cosiddetti attacchi dinamitardi terroristici settari, che, fino a ora, sono stati atti, misteriosi, non rivendicati, e inspiegati, di violenza insensata.

L’ondata in corso di attacchi terroristici dinamitardi a “bandiera falsa” è la realizzazione della strategia sionista che mira a fomentare conflitti civili che portino alla balcanizzazione dell’Iraq.

Dopo aver sparato e ucciso poliziotti e civili iracheni a Bassora, due agenti britannici delle Special Air Service (SAS) (*) o di un ramo organizzativo delle forze speciali, travestiti da attentatori dinamitardi suicidi dell’esercito del Mahdi sono stati catturati “in flagrante” in un’automobile caricata di esplosivi.

Non essendo riusciti a ottenere il rilascio da parte della polizia locale dei due terroristi travestiti, le forze britanniche sono ricorse a un’azione straordinaria e, ricorrendo a un bulldozer, hanno abbattuto il complesso edilizio della polizia e la prigione a Bassora, minacciando i funzionari della polizia irachena e tenendo puntate le armi fino a quando gli agenti terroristi della regina [d’Inghilterra] non sono stati recuperati.

Le prime pagine dei principali giornali britannici per il 20 settembre riportavano fotografie drammatiche di un carrarmato in fiamme coinvolto nel primo tentativo di rilasciare quegli uomini, ma la storia più significativa e in gran parte oscurata era nei dettagli dei due agenti terroristici britannici “il cui arresto ha incendiato Bassora,” come ha scritto il giornale Daily Mail.

L’International Herald Tribune, il giornale statunitense pubblicato all’estero dal The New York Times, non ha nemmeno menzionato gli eventi importanti avvenuti a Bassora che sembrano abbiano smascherato una fonte del cosiddetto terrorismo settario in Iraq.

Nei mesi scorsi, attentati a mezzo di auto-bombe non rivendicati e apparentemente casuali hanno provocato la morte di centinaia di iracheni, oltre a quelli periti a migliaia in simili attentati dinamitardi insensati nel 30 mesi trascorsi dall’inizio dell’occupazione dell’Iraq da parte degli statunitensi e dei britannici. Quest’ondata di quelli che sembrano attacchi terroristici a “bandiera falsa” è in realtà la realizzazione di una strategia sionista seguita a lungo per fomentare una violenza settaria che porti alla balcanizzazione dell’Iraq in tre piccoli stati, ciascuno dei quali uniforme per etnia.

(*) Il Special Air Service [letteralmente, Servizio aereo speciale] è un reparto militare scelto britannico.

GLI ATTENTATI DINAMITARDI AI MERCATI

Molti di questi attentati a mezzo di auto-bombe non sono perpetrati da attentatori dinamitardi suicidi, ma si tratta semplicemente di automobili parcheggiate riempite di esplosivi, come quella guidata dai due “soldati” britannici arrestati. Queste auto-bombe vengono lasciate solitamente vicino ad aree affollate, quali i mercati, e uccidono molti civili innocenti.

Il 30 settembre, per esempio, un’auto-bomba è detonata vicino a un mercato ortofrutticolo nella città di Hilla, uccidendo 8 persone e ferendone 41. Similmente varie auto-bombe hanno ucciso 110 civili iracheni sciiti nei due giorni precedenti il 30 settembre.

Il 29 settembre tre veicoli di tipo pick-up [ovvero cassonati, ndt] riempiti di esplosivi sono detonati in rapida successione a Balad, a 80 chilometri a nord di Baghdad. La prima bomba è esplosa in un mercato all’aperto; dieci minuti dopo è esplosa per strada la seconda auto-bomba, proprio quando stavano arrivando i soccorritori addetti alle emergenze. La terza bomba è esplosa 10 minuti più tardi in un’area residenziale che secondo quanto riportato è prevalentemente sciita.

“Non c’erano poliziotti là, né pattugliamenti da parte degli statunitensi, ma solo persone innocenti che facevano le compere al mercato,” ha detto un alto graduato della polizia di Balad al The New York Times.

Similmente, il 18 settembre, un’auto-bomba ha ucciso 30 persone al mercato di Nahrwan, a circa 45 chilometri da Baghdad. “Non è stato un attentato dinamitardo suicida,” ha detto un portavoce della polizia. “Un’automobile parcheggiata nel mezzo della piazza che successivamente è saltata in aria.”

Nella settimana dell’attacco dinamitardo al mercato di Nahrwan, più di 200 iracheni sono stati ammazzati negli attentati dinamitardi e nelle sparatorie a Baghdad e nelle zone limitrofe.

Il 16 settembre, un’auto-bomba “suicida” ha colpito i fedeli che uscivano da una moschea sciita a Tuz Khormato, a 130 chilometri a nord di Baghdad. Il capo del governo iracheno Ibrahim al-Jaafari, parlando a New York, ha detto che l’attentatore dinamitardo era un siriano, senza fornire nessuna prova a sostegno di questa sua affermazione.

SMASCHERATI ALCUNI ATTENTATORI DINAMITARDI BRITANNICI

Il The Washington Post ha riportato che i due britannici sono stati accusati “di sparare alle forze irachene o di cercare di impiantare esplosivi.”

Il governatore di Bassora, Mohammed al-Waili, ha detto che gli agenti britannici sono stati arrestati dopo aver sparato a due poliziotti, uccidendone uno.

“Guidavano un’automobile civile ed erano vestiti in abiti civili quando c’è stata una sparatoria tra loro e gli iracheni in pattugliamento,” ha detto un funzionario. “Stiamo indagando e un giudice iracheno segue il caso e li sta interrogando.”

“Secondo quanto viene raccontato, quegli uomini erano muniti di pistole e di esplosivi,” hanno riportato la televisione britannica BBC e alcuni giornali britannica. Paul Wood della BBC ha detto che i due agenti britannici erano probabilmente in una missione sotto copertura per guadagnarsi le informazioni di spionaggio di cui avevano bisogno per fermare ulteriori attacchi alle truppe britanniche. “Le loro armi, il loro esplosivi, e i loro dispositivi di comunicazione sono accessori ordinari per le forze speciali britanniche,” ha detto Wood.

Wood non ha menzionato se anche le parrucche e i travestimenti da arabi siano considerati “accessori ordinari” per le forze britanniche speciali.

Sembra tuttavia fortemente improbabile che i due agenti britannici non-arabi che indossavano parrucche di capelli neri folti potessero aver varcato una qualsiasi porta in un tentativo di infiltrazione. I loro travestimenti non avrebbero ingannato nessun iracheno che li avesse avvicinati abbastanza da parlare con loro.

In un comunicato, il generale di brigata [nel testo, Brigadier] John Lorimer ha dichiarato che per la legge irachena i “soldati” sarebbero dovuti essere consegnati alle autorità della coalizione. Quando le negoziazioni per ottenere il rilascio degli agenti britannici sono fallite, un veicolo trasporto truppe britannico ha abbattuto un muro della prigione. L’attacco alla prigione ha coinvolto una dozzina tra veicoli militari ed elicotteri. Il comando britannico era chiaramente preoccupato su ciò che quegli uomini avrebbero potuto rivelare alla polizia irachena sotto interrogatorio e mostrava di considerare la questione un’urgenza.

Il governatore al-Waili ha descritto quell’operazione come un “atto barbarico di aggressione.”

Mentre l’importanza della questione dei terroristi britannici travestiti non è stata discussa nei principali mezzi di comunicazione di massa, è stata indagata in modo più completo dal Socialist Worker, un sito internet di notizie del Socialist Party [letteralmente, Partito socialista] della Gran Bretagna.

Sheikh Hassan al-Zarqani, un portavoce di base a Bassora per l’ecclesiastico Moqtada al-Sadr, un ribelle sciita, ha detto al Socialist Worker che i due agenti britannici erano armati di esplosivi e di detonatori azionati da telecomando.

Quando sono stati catturati, i due agenti britannici barbuti indossavano parrucche nere ed erano travestiti da membri della milizia di Sadr, e cioè l’esercito del Mahd. Si tratta di una tattica comunemente impiegata di “terrorismo a bandiera falsa” spesso usata dai servizi segreti israeliani nei territori occupati della Palestina.

Gli arabi travestiti servono perché vengano forniti resoconti di testimoni oculari che, qualunque fosse stata l’operazione terroristica in cui quegli uomini erano implicati, sarebbe stata riportata come perpetrata da iracheni.

L’incidente a Bassora, secondo Sheikh Hassan, è iniziato quando un funzionario di lunga anzianità di servizio del movimento di Sadr, tale Sheikh Ahmad Fartusi, è stato arrestato domenica 18 settembre.

“Abbiamo invocato una protesta per lunedì fuori dall’ufficio del sindaco esigendo che Sheikh venisse rilasciato,” ha detto Hassan. “La protesta è stata pacifica.”

“Ma gli eventi nella nostra città hanno preso una svolta sinistra quando la polizia ha cercato di fermare due uomini vestiti da membri dell’esercito del Mahdi che si muovevano a bordo di un’automobile nelle vicinanze della protesta. Quegli uomini hanno aperto il fuoco contro la polizia e i passanti. Dopo un inseguimento in automobile, sono stati arrestati,” ha affermato Hassan.

“Cò che la nostra polizia ha trovato nella loro automobile era molto inquietante – armi, esplosivi, e un detonatore azionato da telecomando,” ha detto. “Queste sono le armi dei terroristi. Crediamo che questi soldati avevano pianificato un attacco a un mercato o altri bersagli civili, ma grazie a Dio, sono stati fermati e numerose vite sono state salvate.”

“I due uomini sono stati portati alla stazione di polizia per rispondere a domande sulle loro attività. Quel pomeriggio le forze armate britanniche sono arrivate a bordo di carrarmati e alcuni autoblindo esigendo il rilascio dei due uomini.”

“La polizia si è rifiutata visto che quegli uomini erano intenzionati a pianificare attacchi terroristici travestendosi da membri dell’esercito del Mahdi, e voleva sapere quali fossero i loro obbiettivi.”

“Migliaia di persone si erano riunite per difendere la stazione di polizia. Le truppe britanniche hanno aperto il fuoco e la folla ha risposto tirando pietre e bombe incendiarie.”

“Perché questi uomini erano vestiti da membri dell’esercito del Mahdi?” ha chiesto Hassan. “Perché trasportavano esplosivi e dove avevano pianificato di detonare la loro bomba?”

“Stavano pianificando un attentato in modo da creare tensioni con le altre comunità? Avevano intenzione di uccidere persone innocenti e dare la colpa ad Al-Qaeda, che non ha nessun supporto nella nostra città?”

“I soldati hanno portato un carrarmato alla stazione di polizia, minacciando di uccidere i funzionari di polizia se non avessero consegnato i due terroristi,” ha detto Hassan . “Solo allora, per evitare altre perdite di vite umane, quegli uomini sono stati rilasciati.”

Il 22 settembre il giudice Raghib al-Mudhafar, capo del tribunale anti-terrorista a Bassora, ha riemesso i mandati d’arresto per omicidio per i due soldati britannici. La Gran Bretagna dice che le sue truppe, travestite o meno, non sono assoggettate alla legge irachena o ai mandati d’arresto iracheni.

“Tutte le truppe britanniche in Iraq sono sotto la giurisdizione della Gran Bretagna,” ha detto a Londra un portavoce della difesa.

Cinque giorni prima dell’arresto dei due agenti britannici a Bassora, Al Jazeera ha riportato la notizia di un crescente sospetto che le forze di occupazione sono i veri perpetratori degli attacchi dinamitardi in Iraq in un’intervista con il massimo comandante al comando dei militari, il generale di brigata [nel testo, Brigadier General] Mohammad-Baqer Zolqadr.

Zolqadr ha detto che gli Stati Uniti e Israele erano dietro i cosiddetti attacchi dinamitardi settari che hanno ucciso migliaia di civili in Iraq.

Le forze di occupazione, ha detto Zolqadr ad alcuni funzionari con parecchi anni di servizio alle spalle, hanno bisogno di questi attacchi per giustificare la continuazione della loro presenza militare in Iraq.

“Gli statunitensi incolpano gruppi deboli e flebili in Iraq per l’insicurezza in questo paese. Non crediamo che ciò sia vero e abbiamo informazioni che l’insicurezza ha le sue radici nelle attività delle spie statunitensi e israeliane,” ha detto Zolqadr.

“L’insicurezza in Iraq è un fenomeno profondamente radicato. Le radici dell’insicurezza in Iraq affondano nell’occupazione di questo paese da parte di stranieri,” ha detto Zolqadr. “Se l’Iraq diventerà un posto sicuro, non ci sarà spazio per gli occupanti.”

Gli USA hanno voluto rimanere in Iraq per “depredare la ricchezza del paese, portare il Medio Oriente sotto il loro controllo, e mettere in sicurezza Israele, che è sull’orlo dell’annichilimento,” stando a Zolqadr.

LA BALCANIZZAZIONE DELL’IRAQ

La strategia più ovvia del terrorismo a “bandiera falsa” è fomentare un conflitto civile in Iraq per avanzare una politica di divide et impera come la balcanizzazione. Questa strategia è finalizzata a dividere l’Iraq in tre piccoli stati ciascuno di essi uniforme per etnia, come è stato fatto nella ex-Jugoslavia. Nel passato le forze britanniche hanno impiegato in altri conflitti tattiche di terrorismo a “bandiera falsa” come parte di una strategia di “divide et impera.”

Le notizie provenienti dai principali mezzi di comunicazione di massa sugli attacchi terroristici insensati in Iraq riportano sempre come spiegazione il ritornello che punta alla strategia sionista, seguita da lungo tempo, di balcanizzazione nel Medio Oriente, quale: “La violenza travolgente nei giorni recenti appare pianificata per spezzare ulteriormente la nazione secondo linee etniche e religiose.”

I cosiddetti attacchi dinamitardi settari in Iraq, comunque, non vengono mai rivendicati dalle vere organizzazioni irachene. I fatti piuttosto suggeriscono che si tratti di enti esterni, quali il Mossad israeliano, che lavorano a stretto contatto con le forze di occupazione.

Nel 1982 Oded Yinon, un consigliere israeliano per la politica estera, ha espresso chiaramente la strategia sionista di balcanizzazione del Medio Oriente, spezzando gli stati arabi di Egitto, Siria, Iraq, Saudi Arabia, e gli stati del Golfo [Persico].

“Dissolvere l’Iraq per noi è perfino più importante che dissolvere la Siria,” ha scritto Yinon. “Nel breve termine, è il potere iracheno la più grande minaccia per Israele. La guerra Iran-Iraq ha lacerato l’Iraq provocandone la caduta. Ogni sorta di conflitto inter-arabo ci aiuta e accelera il nostro scopo di spezzare l’Iraq in pezzi piccoli e diversi.”

L’articolo di Yinon “Una strategia per Israele negli anni 1980,” scritto in ebraico, è apparso nel Kivunim (letteralmente, Direzioni), il giornale del Dipartimento dell’informazione del World Zionist Organization [letteralmente, Organizzazione sionista mondiale]. Quell’articolo è considerato una delle dichiarazioni più esplicite e dettagliate della strategia sionista nel Medio Oriente.

Il saggio di Yinon è stato tradotto, in forma abbreviata, dallo scomparso Israel Shahak nel 1982 e può essere trovato nel lavoro di Shahak intitolato “Il piano sionista per il Medio Oriente.”

L’articolo Il piano sionista per il Medio Oriente di Israel Shahak è qui.
Il saggio di Yinon “rappresenta il piano accurato e dettagliato, dell’attuale regime sionista (di Sharon e di Eitan) per il Medio Oriente, basato sulla divisione dell’intera area in piccoli stati e la dissoluzione di tutti gli stati arabi esistenti,” ha scritto Shahak nella sua prefazione alla traduzione di quell’articolo.

La visione sionista per il Medio Oriente si fonda su due premesse essenziali: per sopravvivere, Israele deve 1) diventare una potenza regionale imperiale, e 2) deve provvedere alla divisione dell’intera area in piccoli stati dalla dissoluzione di tutti gli stati arabi esistenti.

Le parole di un funzionario israeliano sono state citate nel numero del 26 luglio 1982 del Newsweek: “Idealmente, vorremmo vedere l’Iraq disintegrato nelle comunità sciite, curde, e sunnite in guerra tra loro.”

“L’idea che Israele debba spezzare tutti gli stati arabi in piccole unità, ricorre ripetutamente nel pensiero strategico israeliano,” ha scritto Shahak. “Per esempio, Ze’ev Schiff, il corrispondente militare per il giornale israeliano Ha’aretz il 2 giugno 1982 ha scritto quale fosse la cosa «migliore» che potesse capitare agli interessi israeliani in Iraq: «La dissoluzione dell’Iraq in uno stato sciita e in uno sunnita, e la separazione della parte curda.»”

“La forte connessione con il pensiero neo-conservatore negli USA è molto evidente, specialmente nelle note dell’autore,” ha scritto Shahak. “L’autore però, mentre a parole è devoto all’idea della «difesa dell’Occidente» dal potere sovietico, come vero scopo ha chiaramente quello dell’attuale sistema israeliano: trasformare un Israele imperiale in una potenza mondiale. In altre parole, lo scopo di Sharon è ingannare gli statunitensi dopo aver ingannato tutto il resto.”

FOTOGRAFIA: Dietro il cosiddetto terrorismo dinamitardo settario e l’omicidio in massa di civili innocenti c’è Ariel Sharon e la strategia sionista di balcanizzazione dell’Iraq. Qui Sharon si consulta con il non-eletto presidente statunitense George W. Bush.
Per ulteriori informazioni:

Il 10 gennaio 2007 Bollyn ha pubblicato altro materiale su tale questione:
Bollyn-Zionist-Occupation-of-Iraq-I.html


 
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