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di Christopher Bollyn [l’originale è qui ] Agenti israeliani arrestati in relazione
all’attentato
dell’11 settembre ammettono:
Aggiornamento:
Tre
dei cinque “israeliani esultanti”
[nel testo, dancing
Israelis] sono apparsi in un programma televisivo
israeliano per spiegare che
erano
stati mandati per documentare
l’evento.
Ecco uno spezzone di quella trasmissione:
Vedere
il riassunto
dei motivi per cui riteniamo l’attacco
dell’11
settembre un’operazione sionista: I sionisti giustificano la loro prescienza dell’attacco affermando di aver seguito i terroristi arabi e di averne scoperto i piani diabolici. I sionisti dichiarano inoltre di aver avvertito alcuni funzionari del governo [statunitense] dell’attacco imminente, senza prendersi la briga però di informare i loro amici nelle agenzie di stampa. |
Agli agenti israeliani esultanti sorpresi a fotografare
gli attacchi
al World Trade Center
(nel seguito, WTC)
fu
concesso di rimpatriare in Israele dove,
a un programma radiofonico, hanno divulgato lo scopo della loro
missione:
“Il nostro scopo era documentare
l’evento.”
La notizia sensazionale dei 5 israeliani sospetti che sono stati visti festeggiare mentre filmavano l’attacco al World Trade Center è stata riportata [in USA] a livello nazionale inizialmente dall’American Free Press subito dopo l’11 settembre. ABC News di recente ha riportato tale notizia e ha aggiunto un commento che merita attenzione. The Forward, un rispettato giornale giudaico di New York, ha riportato che almeno due di quegli uomini erano agenti dei servizi segreti israeliani (il Mossad). Gli agenti israeliani sono stati visti per la prima volta filmare l’attacco al WTC inginocchiati sul tetto di un furgone bianco stazionato nell’area parcheggio di un condominio al di là del fiume [Hudson], dal quartiere Lower Manhattan. “Sembrava che stessero riprendendo le scene di un film,” disse una signora della zona che li aveva notati e che prosegue: “Stavano riprendendosi in video e in fotografie con lo sfondo del World Trade Center in fiamme.” Cosa mi colpì furono le espressioni dei loro volti; aggiunge: “Erano come contenti, sapete... Non mi sembravano sconvolti. Ho pensato che fosse molto strano.” La signora ritenne tale comportamento sospetto a tal punto da prendere la targa del furgone e chiamare la polizia. Presto l’FBI raggiunse il posto; viene emanato un dispaccio in tutto lo stato del New Jersey che segnala tale furgone. Il furgone apparteneva una ditta [di traslochi, ndt] di
facciata del Mossad
chiamata Urban Moving
Systems. Circa alle 4 di pomeriggio dell’11 di
settembre,
quel furgone viene fermato e cinque israeliani, Sivan e Paul Kurzberg,
Yaron
Shmuel, Oded Ellner, e Omer Marmari, tutti di età compresa
tra i
22 e i 27 anni, sono arrestati mentre sono tenuti sotto tiro. Uno di
loro
ha 4,700 dollari in contanti nascosti in un calzino, mentre un altro
aveva
due passaporti stranieri. Nel furgone vengono ritrovati
alcuni tagliacarte. “NON SIAMO IL VOSTRO PROBLEMA” Secondo il rapporto della polizia, uno degli uomini disse che erano stati nella West Side Highway in Manhattan “durante l’incidente” — riferendosi all’attacco al World Trade Center. Sivan Kurzberg, l’autista, disse: “Siamo israeliani. Non siamo il vostro problema. I vostri problemi sono i nostri problemi. I palestinesi sono il problema.” Il caso fu assegnato alla sezione dell’FBI per il controspionaggio straniero poiché l’FBI riteneva che la Urban Moving Systems fosse “un’azienda di facciata per un’operazione dei servizi segreti israeliani,” come riporta l’ABC News. Mentre l’FBI perquisiva gli offici di quella ditta a Weehawken, nello stato del New Jersey, prelevando casse piene di documenti e una dozzina di dischi rigidi dai computer, al titolare dell’azienda, Dominic Suter, fu permesso di fuggire all’estero. Quando gli agenti dell’FBI hanno provato a interrogare Suter per la seconda volta, scoprirono che si era svignato dalla sua casa in New Jersey ed era fuggito in Israele. Quando i giornalisti dell’ABC News hanno visitato la Urban Moving Systems, “sembrava che fosse stata chiusa in gran fretta. C’erano telefoni cellulari sparsi alla rinfusa; i telefoni degli uffici erano ancora allacciati e nel magazzino giacevano i beni di dozzine di clienti.” Gli israeliani sono stati trattenuti al Metropolitan Detention Center [letteralmente, Centro metropolitano di detenzione] a Brooklyn per essere in possesso di visti turistici scaduti e per aver lavorato illegalmente negli Stati Uniti. Due settimane dopo il loro arresto, un giudice con giurisdizione su questioni d’immigrazione ha ordinato che venissero rimpatriati; l’ABC News riporta che agenti dell’FBI e della CIA a Washington bloccarono quel provvedimento. I cinque vennero imprigionati per più di due
mesi.
Alcuni di
loro furono messi in isolamento per 40 giorni e sottoposti fino a 7
volte
alla macchina della verità. Uno di loro, Paul Kurzberg,
rifiutò
di sottoporsi alla macchina della verità per 10 settimane;
alla fine ha accettato ma la macchina ha rivelato che mentiva, stando a
quanto dichiarato dal
suo
avvocato. “Il NOSTRO SCOPO ERA DOCUMENTARE L’EVENTO” Un patto fu stipulato tra agenti governativi israeliani e statunitensi dopo 71 giorni; i cinque israeliani furono quindi messi su un aereo e deportati in Israele. Gli israeliani precedentemente detenuti, una volta tornati in patria, hanno discussero a un talk show di una televisione israeliana la loro disavventura negli Stati Uniti. Uno di loro disse: “Il punto è che veniamo da uno stato che quotidianamente soffre atti di terrorismo. Il nostro scopo era documentare l’evento.” Per ulteriori informazioni: Hufschmid
ritiene che Abraham
Zapruder [un giudeo, ndt] stava
filmando l’assassinio di Kennedy appositamente per
documentare quell’evento
per Israele. I capitoli del libro di Hufschmid che discutono il
rapporto Warren
[nel testo, Warren
Report] sull’assassinio di John F. Kennedy (JFK)
e qualche osservazione
su Zapruder sono disponibili in rete gratuitamente
all’indirizzo: |
Importante:
Christopher Bollyn e famiglia sono MIA (*) La mia risposta è qui Nota: non so che fine facciano i soldi che donate a Bollyn, sia direttamente, che acquistando il suo libro! Christopher scriveva articoli gratuitamente, finanziandosi con la vendita del suo libro per bambini ABC book e con le donazioni. Il suo bellissimo ABC book è descritto qui . Fate circolare i collegamenti telematici ai suoi articoli e cercate di trovare più persone che si uniscano a noi nella nostra lotta per esporre la corruzione. Non permettere “loro” di eliminarci tutti! Mostrate che tutto ciò vi importa! (*) MIA, ovvero “Missing in Action,” si traduce in “disperso in un’azione di guerra.” |