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La strana morte di Anna Lindh

di Christopher Bollyn

26 settembre 2003


[l’originale è qui ]



È STATO IL MOSSAD AD ASSASSINARE ANNA LINDH?

Il popolare ministro degli esteri svedese Anna Lindh, una donna, è il terzo politico svedese di alto livello che si è opposto al sionismo ad essere stato ucciso dal 1948; ciò solleva la domanda: Lindh è stata assassinata per essersi opposta parlando senza peli sulla lingua all’occupazione israeliana della Palestina?

L’accoltellamento brutale, da parte di un assalitore ignoto, di Anna Lindh, ministro degli esteri svedese, mentre faceva spese nel piano superiore di un negozio a Stoccolma, segna il terzo omicidio in 55 anni di esponenti svedesi di alto livello che si opponevano all’aggressione sionista in Palestina.

La stampa tutt’altro che indipendente, veloce nell’indicare un sospetto non identificato, successivamente rilasciato, con presunti legami ai “neo-nazisti,” ha praticamente ignorato i precedenti storici che suggeriscono che l’omicidio della Lindh potrebbe essere stato un assassinio mirato a zittire un esponente politico influente che si opponeva agli estremisti sionisti che hanno il controllo del governo israeliano e che esercitano una forte influenza a Washington.

La svedese Anna Lindh “aveva avuto sulla storia della Palestina un impatto maggiore di quello di potenze più vicine e più grandi in tutto il mondo,” ha scritto dopo quell’omicidio Hanan Ashrawi, un professore palestinese, nonché negoziatore.

La morte di Anna Lindh e quella a Baghdad dello scomparso rappresentante dell’ONU Sergio Vieira de Mello rappresentano la perdita di “due voci che invocavano con determinazione il salvataggio del ruolo dell’ONU nell’Iraq e l’implementazione delle risoluzioni dell’ONU in Palestina,” ha scritto Bouthaina Shaaban, un ministro del nuovo governo siriano, nel giornale (libanese) The Daily Star.

Shaaban ha notato che Lindh aveva:

• invocato, il 3 aprile 2003, il taglio da parte dell’Unione Europea dei legami con Israele per protesta contro le pratiche israeliane;

• invocato la negazione da parte del presidente statunitense George W. Bush del supporto incondizionato a Sharon, visto che tale supporto avrebbe infiammato il Medio Oriente;

• sottolineato che l’unica soluzione nel Medio Oriente si basa sulla fine dell’occupazione israeliana (altrimenti tutti sarebbero divenuti ostaggio di quel conflitto);

• avuto un ruolo importante nel forgiare la decisione dell’Unione Europea di adottare una politica nei confronti del presidente palestinese Yasser Arafat differente da quella degli USA;

• confermato l’importanza di Arafat come referente nel processo di pace, rifiutando le affermazioni di Washington secondo cui Arafat supportava il terrorismo;

• preso una posizione ferma contraria alla guerra in Iraq;

• avvertito dei pericoli di cambiare il regime di un altro paese senza una legittimazione internazionale.

A proposito delle armi di distruzione di massa, la Lindh aveva invocato la creazione di un Medio Oriente libero da tali tipi di armi, includendo con ciò anche Israele. Anna Lindh si era opposta strenuamente all’aggressione e all’occupazione anglo-statunitensi dell’Iraq.


UNA PERDITA A LIVELLO GLOBALE

L’effetto della Svezia nel Medio Oriente “è stato costruttivo, positivo, e umano, in linea con una tradizione fortemente radicata di correttezza, di giustizia, e di intervento pacifico,” ha scritto Ashrawi, “Purtroppo 3 di questi campioni svedesi sono andati incontro a morti violente e precoci, ciascuna delle quali di per sé rappresenta non solo una tragedia, ma anche una perdita nazionale e globale nel contesto più generale.”

In quel giorno nefasto del 10 settembre, la Lindh era andata con un’amica al Nordiska Kompaniet a pochi isolati dal palazzo del parlamento per comprare un vestito per un imminente dibattito televisivo sulla moneta comune europea, l’euro. L’immagine di Anna Lindh era apparsa in Svezia nei manifesti per la campagna del “sì” che lei sosteneva.

Benché non ci fossero personalità che avrebbero potuto essere definite come capi per il fronte del “no,” i sondaggi di opinioni prima del referendum del 14 settembre mostravano che il 53% delle donne svedesi rimanevano contrarie all’euro, con solo il 29% a favore.

Quando la Lindh è morta giovedì 11 settembre, dopo oltre 6 ore di interventi chirurgici, il primo ministro svedese annullò la campagna per il referendum di domenica sull’euro. Con il “no” fortemente in testa sul “sì” qualcuno speculava e sperava che l’omicidio di Anna Lindh avesse fatto lievitare improvvisamente i voti a favore del “sì.”


LE SVEZIA RIFIUTA DI ADOTTARE L’EURO

Il referendum sull’euro si è tenuto lo stesso e con un’affluenza di oltre l’80% dell’elettorato svedese, il fronte del “no” ha vinto di un ampio margine del 14%: 56% contrari e 42% a favore.

In un’intervista alla CNN dopo questo referendum, Romano Prodi, il non-eletto presidente della Commissione Europea, chiaramente a corto di parole, ha disdegnato l’idea stessa di ricorrere a un referendum per decidere se una nazione debba adottare l’euro. I risultati svedesi, ha detto Prodi, sono stati “peggiori di quanto mi aspettassi.”

Charles Hodgson della CNN ha ricordato a Prodi che la gente ha rifiutato l’euro in tutte le nazioni dove le è stato chiesto di esprimersi al proposito in un referendum.

Chiaramente per l’euro, l’essere stato rifiutato dalla Svezia, comunque non è di buon auspicio nelle altre nazioni europee che hanno mantenuto la loro sovranità fiscale, principalmente la Gran Bretagna e la Danimarca, e che terranno referendum simili nel futuro.


UN OMICIDIO AVVENUTO ALLA LUCE DEL SOLE

Lindh stava facendo compere senza guardia del corpo al piano superiore di un negozio Nordiska Kompaniet, quando è stata pugnalata selvaggiamente allo stomaco, al petto, e a un braccio, poco prima delle 4 pomeridiane.

Hanna Sundberg, una testimone, ha detto all’Associated Press di aver visto un individuo inseguire la Lindh su per le scale mobili dal piano terra fino al negozio Filippa K al primo piano superiore.

“È caduta a terra e l’individuo la accoltellava allo stomaco,” ha detto. “Giaceva al suolo e sembrava come se quell’individuo alto, che indossava un berretto con visiera, la stesse colpendo,” ha detto all’Associated Press. “L’individuo, quando poi è scappato, ha gettato via un coltello.”

La Sundberg è corsa verso Anna Lindh, la quale ha detto: “Dio [mio], mi ha accoltellata allo stomaco!”

Un’altra testimone, Anna Lekander, che era stata in quella boutique, dove c’erano “in quel momento solamente pochi clienti,” ha detto di non aver notato che ci fosse anche la Lindh.

La Lekander non ha detto nulla a proposito di un individuo che ha seguito Anna Lindh su per le scale mobili.

La Lekander ha detto alla BBC di essere venuta a sapere da altri lì presenti che la Lindh era entrata nel negozio con un’amica, a quanto pare “senza guardie del corpo o altro.”

Subito dopo aver lasciato il negozio, la Lekander ha sentito alcune persone dall’interno gridare: “Prendetelo, prendetelo!”

“È successo molto velocemente; ho visto gente che correva e sono tornata al negozio,” ha detto la Lekander.

“Ho visto una persona che giaceva sul pavimento, ma non sapevo che fosse lei,” ha detto la Lekander. “C’era sangue dappertutto.”

L’aggressore è scappato scendendo per le scale mobili ed è stato in grado di fuggire senza incontrare alcuna resistenza da parte delle guardie di sicurezza. Alla polizia è stato riportato di cercare un individuo che indossava una giacca mimetica.

È stato riportato che inizialmente Anna Lindh era in condizioni serie, ma le ferite non erano tali da metterla in “pericolo di vita”; è stata sottoposta però a interventi chirurgici per 6 ore all’ospedale Karolinska. I medici hanno detto che aveva sofferto danni estensi al fegato e aveva un’emorragia interna.

La società Hufvudstaden possiede il Nordiska Kompaniet, un negozio con 100 anni di storia fondato da Josef E. Sachs. L’AFP (*) ha chiesto a Michael Lorenz, titolare della Duty Security [letteralmente, Dovere sicurezza], che fornisce servizi di sicurezza al Nordiska Kompaniet, informazioni sul numero e sulla posizione delle guardie al momento dell’omicidio della Lindh. Lorenz non ha voluto dire quante guardie c’erano in servizio, né quale tipo specifico di sicurezza la sua ditta forniva alle uscite della Nordiska Kompaniet.

Lorenz si è rifiutato di rispondere anche alle domande su come un aggressore potesse attaccare una eminente politica svedese alla luce del giorno in un negozio sorvegliato da numerose telecamere a circuito chiuso e da numerose guardie di sicurezza, e scappare senza incontrare nessuna resistenza da parte del personale addetto alla sicurezza, né tanto meno essere inseguito da esso.

(*) Questo articolo è stato scritto quando Christopher Bollyn lavorava per l’American Free Press, prima che si rendesse conto che si trattava di un giornale manovrato dagli ebrei criminali, ndt.


SOSTENITRICE DEI PALESTINESI

Ylva Anna Maria Lindh era una stella nascente nel partito social-democratico (SDP) svedese che al tempo era al governo. All’età di 46 anni, la Lindh era una politica intelligente e articolata con più di 20 anni di esperienza nel governo. Ci si aspettava che Anna Lindh, un attraente ministro degli esteri che parlava senza peli sulla lingua, sarebbe diventata il prossimo primo ministro svedese. Aveva 2 figli, di 8 e 13 anni.

Riguardo la Lindh, come ministro degli esteri svedese dal 1998, “i suoi obbiettivi principali erano l’incoraggiamento del dialogo tra il mondo dei ricchi e quello dei poveri, e il sostegno all’indipendenza della popolazione palestinese e di quella curda,” stando a Olle Svenning, corrispondente da Londra del giornale svedese Aftonbladet, oltre che amico personale di Anna Lindh.

La Lindh, critica del primo ministro israeliano Ariel Sharon e della sua politica brutale che affligge i milioni di palestinesi che vivono sotto l’occupazione israeliana, esternava queste sue idee parlando senza peli sulla lingua: “La nostra posizione è ferma e chiara,” ha detto il ministro degli esteri nell’ottobre 2001 in un’intervista:

• “Gli insediamenti israeliani nella Cisgiordania devono sparire;

• deve esserci uno stato palestinese;

• Israele deve lasciare libere le zone occupate nella Cisgiordania e nella Striscia di Gaza; e

• devono finire tutte le uccisioni extra-territoriali e gli attacchi ai palestinesi.

• Tutto ciò deve essere fatto immediatamente.”

Alla domanda se si fosse aspettata qualcosa da un dialogo con il governo israeliano condotto da Sharon, il cui “curriculum di crimini di guerra” è stato descritto come “senza analoghi nella storia del dopo guerra,” Anna Lindh ha risposto: “Concordo. Non ha senso dialogare con il governo Sharon; non dialogheremo con lui.”

Nel giugno 2002, l’ala giovane del partito social-democratico della Lindh aveva fatto pressione perché Sharon venisse accusato di avere commesso crimini di guerra e di avere violato il diritto internazionale. Al tempo Anna Lindh aveva detto di capire che c’erano “sia amarezza che rabbia per il governo israeliano colpevole di violazione del diritto internazionale.”

“A volte il conflitto israeliano-palestinese mi fa arrabbiare al punto di prendere a calci il cestino della spazzatura nel mio ufficio o di lanciare oggetti qua e là,” ha detto la Lindh. Ha descritto Sharon come un “maniaco” dicendo alla televisione svedese che non avrebbe comprato beni e frutti israeliani venduti nei mercati svedesi.

A un incontro degli stati membri dell’Unione Europea nell’aprile 2002, Anna Lindh ha invocato da parte dell’Unione Europea il taglio delle relazioni con Israele per protesta contro le pratiche repressive attuate dalle forze di occupazione israeliane contro i palestinesi.

Nel maggio 2002, la Lindh, frequentemente critica di Sharon, ha detto che il suo scopo era far sì che i “cittadini israeliani si rivoltassero contro le forze di polizia militari di Sharon.”

“Il governo israeliano,” ha detto, “ha scelto una rotta di azione che rischia di metterlo fuori dal resto della comunità mondiale.”

Anna Lindh ha criticato il presidente statunitense George W. Bush per aver ignorato il presidente palestinese Yasser Arafat, sostenendo che le politiche degli USA premiavano “la violenza di Sharon.”

“Sono molto preoccupata per questo dibattito statunitense,” ha detto la Lindh su un’emittente radiofonica svedese. “Ritengo che questa discussione che considera Arafat un terrorista sia inappropriata e stupida. È una politica molto pericolosa.”

Ha aggiunto: “Contraddice l’intero processo di pace... e può portare solamente a una vera e propria guerra nel Medio Oriente.”

Anna Lindh, alla riunione dei ministri degli esteri delle nazioni europee a Riva del Garda, in Italia, pochi giorni prima che venisse uccisa, ha dato la colpa agli USA e a Israele per il fallimento totale del piano di pace, ovvero la cosiddetta Road Map, e per le dimissioni del primo ministro palestinese Mahmoud Abbas.

La Lindh ha detto che l’amministrazione Bush e Israele avevano dato “il bacio della morte” ad Abbas quando avevano deciso di trattare solamente con lui marginalizzando il presidente palestinese Yasser Arafat.

“Certo che la riluttanza di Arafat di dare ad Abu Mazen (Abbas) ulteriore potere è stata decisiva, ma la posizione di Abu Mazen sarebbe stata molto più forte se anche Israele avesse contribuito al processo di pace,” ha detto Anna Lindh a un’emittente radiofonica svedese all’incontro tenutosi in Italia. La Lindh ha detto che Israele aveva continuato a costruire insediamenti ebraici illegali, a ergere un muro che separa Israele e i territori palestinesi, e ad assassinare i capi di Hamas.

La posizione di principio e inequivocabile di Anna Lindh sul conflitto israeliano-palestinese è stata come quella del primo ministro svedese Olof Palme assassinato a Stoccolma nel 1986, e del conte [svedese] Folke Bernadotte, il mediatore delle Nazioni Unite per la Palestina, ucciso brutalmente da una banda terrorista sionista nelle vicinanze di Gerusalemme nel 1948.

L’assassinio di Bernadotte, “per mano dell’organizzazione terrorista israeliana … ha dato inizio a una connessione letale tra la Svezia e la Palestina,” ha scritto Ashrawi. “La Palestina ha perso il suo primo campione svedese,” ha scritto Ashrawi, quando Bernadotte “è stato ammazzato brutalmente da 3 membri della banda ebraica Stern che gli spararono a bruciapelo a Gerusalemme.”

Successivamente nel 1986 il primo ministro svedese Olof Palme fu assassinato a colpi d’arma da fuoco mentre, in compagnia della moglie, mentre camminava verso casa di ritorno dal cinema. Come ha fatto notare Ashrawi, Palme si adoperò perché venisse riconosciuta l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP) e una ratifica per la risoluzione pacifica del conflitto [israeliano-palestinese] con la fine dell’occupazione israeliana della Palestina e delle altre terre arabe iniziata nel 1967. Le politiche di Palme erano basate sulla legittimità internazionale, sulle risoluzioni dell’ONU, e su “un impegno profondamente sentito per la correttezza e per la decenza umana,” ha scritto Ashrawi.

Ulf Dahlsten, segretario personale di Palme nel 1986, ha detto che Anna Lindh era la figura politica svedese più importante dai tempi del defunto primo ministro Olof Palme. Anna Lindh, nei suoi discorsi contro la guerra in Iraq e in sostegno dei palestinesi, era vista come l’erede naturale di Palme. Negli ambienti dei servizi segreti circolavano da lungo tempo voci che la Lindh fosse figlia naturale di Palme.

L’American Free Press ha chiesto a Ninni Jonzon, redattore del giornale svedese Göteborgs-Posten, se ci fosse qualche discussione nei mezzi di comunicazione di massa svedesi che mettesse in relazione l’omicidio della Lindh con l’assassinio politico di Bernadotte, o l’omicidio non risolto di Palme. “Assolutamente no,” ha detto la Jonzon. Quando le è stato chiesto perché, ha risposto, “Non lo so.”


L’ASSASSINIO DI BERNADOTTE

Come mediatore delle Nazioni Unite, Bernadotte aveva avuto il mandato di “promuovere una sistemazione pacifica della situazione futura in Palestina” e di mediare oltre i termini del piano di partizione della Palestina del 29 novembre 1947 per i quali l’assemblea generale delle Nazioni Unite votò per la suddivisione della Palestina in uno stato arabo e in uno stato ebraico.

Il piano di partizione della Palestina, che dava ai sionisti più di metà della Palestina, portò alla guerra tra le forze arabe e quelle sioniste dopo che Israele proclamò la sua fondazione il 14 maggio 1948. La prima azione di Bernadotte fu quella di disporre una tregua, che durò dall’11 giugno al 9 luglio 1948.

Bernadotte suggeriva, come una proposta per la risoluzione del conflitto, che Gerusalemme fosse posta sotto dominio della Giordana, dato che tutta la zona circostante la città era stata designata come parte dello stato palestinese arabo.

Il piano di partizione della Palestina elaborato dalle Nazioni Unite aveva dichiarato Gerusalemme città internazionale che non doveva essere governata né dagli arabi né dagli ebrei. I gruppi terroristi giudei però, capitanati dagli immigrati polacchi Yitzhak Shamir e Menachem Begin che successivamente ricoprirono entrambi la carica di primo ministro israeliano, rifiutarono la suddivisione e rivendicarono tutta la Palestina e la Giordania per lo stato ebraico. Questi estremisti giudei considerarono Bernadotte un nemico — un ostacolo al loro piano — da rimuovere.

Benché nessuno sia mai stato accusato per gli omicidi di Palme e di Bernadotte, i nomi di 3 terroristi sionisti sono stati fatti nei documenti israeliani e in quelli occidentali come registi e mandanti dell’omicidio di Bernadotte. Tra questi nomi spicca quello di Yitzhak Shamir (nome alla nascita: Yezernitsky), che capitanava una organizzazione terrorista sionista nota come LEHI, o la banda Stern, durante il periodo dell’occupazione britannica della Palestina.

C.L. Sulzberger, una firma del New York Times, ha riportato un resoconto del suo incontro con 2 membri della banda Stern di Shamir il 24 luglio 1948. I terroristi della banda Stern hanno detto: “Intendiamo uccidere Bernadotte e qualsiasi altro osservatore delle Nazioni Unite in uniforme che viene a Gerusalemme.” Quando è stato chiesto loro perché, costoro “hanno risposto che la loro organizzazione era determinata a impossessarsi di tutta Gerusalemme per lo stato di Israele e non avrebbe tollerato interferenze da qualsiasi ente nazionale o internazionale.”

Stando a quanto riportato, Shamir inoltre inviò 2 agenti in Egitto per assassinare il ministro britannico Lord Moyne, “perché nemico degli ebrei e dei sionisti.”

Per l’omicidio di Bernadotte tuttavia Shamir non ha mai dovuto affrontare la giustizia ed è andato avanti assumendo la carica di capo dell’ufficio a Parigi del Mossad, il servizio segreto israeliano (1955–1965), quella di membro del parlamento israeliano (1973–1996), e quella di primo ministro israeliano (1983–1984 e 1986–1992).

Secondo Michael Collins Piper [dell’American Free Press], autore del libro Final Judgment, Shamir è sospettato anche di avere avuto un ruolo chiave nell’assassinio del presidente statunitense John F. Kennedy, organizzando una squadra di sicari di base in Francia che avrebbero ucciso il presidente in quanto nemico dell’israeliano Ben Gurion e forte oppositore delle ambizioni nucleari di Israele.


Aggiornamento: Michael Piper e praticamente tutti gli altri all’American Free Press sono risultati essere agenti sionisti; vedere:
Bollyn-MarkLane-I.html
AmericanDeceptionPress-I.html


Importante:

Christopher Bollyn e famiglia sono MIA (*)

La mia risposta è qui 

Nota: non so che fine facciano i soldi che donate a Bollyn, sia direttamente, che acquistando il suo libro! Christopher scriveva articoli gratis, finanziandosi con la vendita del suo libro per bambini ABC book e con le donazioni. Il suo bellissimo ABC book è descritto qui .

Fate circolare i collegamenti telematici ai suoi articoli e cercate di trovare più persone che si uniscano a noi nella nostra lotta per esporre la corruzione. Non permettere “loro” di eliminarci tutti! Mostrate che tutto ciò vi importa!

(*) MIA, ovvero “Missing in Action,” si traduce in “disperso in un’azione di guerra.”