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Gli aeroplani dell’attacco dell’11 settembre hanno centrato le sale dei computer di sicurezza in entrambe le torri gemelle

di Christopher Bollyn


11 gennaio 2007

[l’originale è qui ]


L’attentato dell’11 settembre resta un crimine di terrorismo irrisolto. Molti di coloro i quali hanno lavorato al World Trade Center e al Pentagono sono a conoscenza di informazioni che possono aiutare a risolvere questo crimine e a trovare i responsabili dell’uccisione di migliaia di innocenti.

Questo articolo, ad esempio, è il risultato delle informazioni fornite da una di queste persone che vuole rimanere anonima.

Per risolvere questo crimine è fondamentale che coloro i quali hanno informazioni si facciano avanti e condividano tali informazioni; insieme possiamo risolvere questo crimine efferato e migliorare il mondo.
Il bersaglio: le sale dei computer

I 2 aerei che hanno colpito le torri gemelle del World Trade Center l’11 settembre 2001 hanno centrato, in entrambi gli edifici, le sale dei computer di sicurezza. È una semplice coincidenza o quelle sale attrezzate con i computer hanno avuto un ruolo in quel crimine?

In quelle sale c’erano, per esempio, i dispositivi di segnalazione che hanno guidato gli aerei sui loro obiettivi? Su questi piani erano stati pre-installati gli esplosivi o la termite per distruggere le prove e agevolare i crolli delle torri gemelle?

Vediamo i fatti.


Fotografia: Schiere di computer possibilmente simili a quelli nella zona dello schianto [degli aerei].
Il peso estremo di quelle schiere di batterie ha richiesto il rinforzo dei pavimenti, il che poi ha fornito una scusa a misteriosi lavoratori edili per entrare e uscire dalla zona. Ma chi avrebbe mai pensato di verificare che tutte le batterie fossero veramente tali?

E a chi verrebbe in mente di verificare che tutti i computer fossero veramente sotto il controllo di coloro per i quali avrebbero dovuto lavorare?
La torre nord

“Alle 8:46:30 del mattino 5 dirottatori hanno fatto schiantare il volo 11 dell’American Airlines (AA 11), con a bordo 11 membri dell’equipaggio e 76 passeggeri, contro la parete nord dell’edificio 1 del World Trade Center,” secondo il rapporto Final Report on the Collapse of the World Trade Center Towers [letteralmente, Relazione finale sul crollo delle torri del World Trade Center] prodotto dal National Institute of Standards and Technology (*) (NIST) nel settembre 2005:
Al momento dell’impatto con la torre nord l’aereo volava quasi in rettilineo, inclinato di circa 25 gradi a sinistra (con l’ala destra più alta di quella sinistra) e scendeva con un angolo di circa 10 gradi.

Muovendosi a circa 440 miglia all’ora [circa 710 chilometri all’ora, ndt], il muso ha colpito l’esterno della torre al 96° piano. Il velivolo ha aperto uno squarcio, largo oltre la metà della larghezza dell’edifico, che si estendeva dal pavimento dell’93° piano a quello del 99° piano.

Tutti quei piani, tranne il più basso, erano occupati dalla Marsh & McLennan, una compagnia di assicurazioni che opera a livello mondiale e che occupava anche il 100° piano.

“La fusoliera ha centrato il solaio del 96° piano e ha colpito completamente il 95° e il 96° piano da cima a fondo,” stando al rapporto del NIST.

Che cosa c’era quindi al 95° e al 96° piano della torre nord, entrambi affittati dalla Marsh & McLennan, la società di Paul Lewis “Jerry” Bremer?

Bremer, va notato, è stato il proconsole, ovvero l’amministratore, dell’Iraq occupato, nominato dal presidente George W. Bush, fino alla fine del giugno 2004. Durante il regno di Bremer non è stata effettuata alcuna misurazione della quantità di petrolio esportato dall’Iraq.

Sono state inoltre soprattutto quelle prese da Bremer le decisioni responsabili della miseria e dei disordini che hanno afflitto l’Iraq dopo l’inizio dell’occupazione guidata dagli Usa. Bremer in precedenza era stato il braccio destro della Henry Kissinger & Associates.

Il rapporto NIST fornisce alcune informazioni sulla “descrizione generale dell’impiego degli spazi da parte degli inquilini.” Per i piani in questione riporta: “Spazio generalmente aperto pieno di postazioni di lavoro di computer [nel testo, workstations]. Negli angoli esterni [c’erano] uffici, sale conferenze, e aree di lavoro.”

Al 95° piano però la Marsh & McLennan aveva un “grosso centro dati disposti a muro [nel testo, walled data center] lungo il lato nord e il lato est,” secondo il rapporto del NIST. E questo è esattamente il punto dove l’aereo ha colpito la parete nord del 95° piano.

Ho telefonato alla Marsh & McLennan per farmi un’idea migliore di quello che c’era in questo “grosso centro dati disposti a muro” centrato dal volo 11 dell’American Airlines con una precisione micidiale.

Reginald McQuay ha risposto al telefono, in qualità di portavoce della società, dicendo che a McQuay che quell’11 settembre la Marsh & McLennan è stata colpita in pieno e che sembrava che l’aereo avesse centrato proprio il loro “grosso centro dati disposti a muro,” secondo il rapporto del NIST.

“No,” ha detto McQuay, “in verità non era il nostro centro dati, ma il nostro centro dove erano collocati i computer.” Poi improvvisamente si è mostrato un poco in difficoltà, dicendo che non riusciva nemmeno a concentrarsi su ciò che stavo dicendo e che avrei dovuto richiamare la settimana successiva.

Va bene, ho pensato; aveva confermato il mio principale sospetto, e cioè che l’aereo che ha colpito la torre nord, sembra essere stato “indirizzato” o puntato sulla sala dei computer di sicurezza al 95° piano, esattamente come è accaduto per l’aereo che ha colpito la torre sud circa 16 minuti dopo.

(*) Il National Institute of Standards and Technology (NIST), letteralmente Istituto nazionale dei livelli di riferimento e della tecnologia, è un ente statunitense incaricato anche di lavorare sui livelli di riferimento per le misurazioni con lo scopo di migliorare la sicurezza e la qualità della vita, ndt.

La torre sud

“Sedici minuti e mezzo dopo l’impatto del primo aereo, 5 dirottatori hanno fatto schiantare il volo 175 della United Airlines (UA), con a bordo 9 membri dell’equipaggio e 51 passeggeri, contro l’edificio 2 del World Trade Center a circa 540 miglia all’ora [circa 870 chilometri all’ora, ndt], e quindi circa 100 miglia all’ora [circa 160 chilometri all’ora, ndt] più veloce del volo 11 dell’American Airlines,” stando al rapporto del NIST, che precisa:

“La parte centrale del muso dell’aereo ha colpito il solaio dell’81° piano. L’aereo era inclinato di 38 gradi verso sinistra (l’ala destra era più alta di quella destra) e si stava dirigendo leggermente (6 gradi) in basso rispetto al piano orizzontale.”

Benché il volo 175 sia andato dritto contro l’81° piano della torre sud, la relazione del NIST non fornisce alcuna descrizione di ciò che c’era in quel piano; nemmeno una parola. Che strano.

Sappiamo che la banca Fuji Bank era l’inquilino dei piani dal 79° all’82° dell’edificio 2 del World Trade Center, ma la relazione del NIST non fornisce la “descrizione dell’impiego degli spazi da parte degli inquilini” dei piani 79°, 81°, e 82°.

Avevo chiesto ripetutamente informazioni al NIST su tale disposizione all’interno di questi piani, soprattutto per il fatto che, prima del crollo, dall’81° piano sono state viste sgorgare molte tonnellate di metallo fuso.

Non è stata spiegata quale fosse la fonte della grande quantità di metallo fuso fuoriuscire dall’81° piano. Che cosa è stato in grado di fondere su un pavimento normale una quantità così grande [di metallo] generando svariati metri cubi di metallo fuso?

Su YouTube potete vedere il ferro fuso [che cola] sia a velocità normale che alla moviola:
YouTube.com/watch?v=ExrVgioIXvk (nuovo collegamento telematico)

Alcuni spezzoni di filmato del metallo fuso sono presenti in questo mio breve filmato:
ThermiteAtSouthTower.wmv

Se questo fosse ferro fuso, come sostiene il professor Steven E. Jones dell’università Brigham Young University, e se questo ferro fuso fosse stato generato da una reazione allumino-termica di termite o di termate (una sostanza esplosiva [se ridotta in forma nanoscopica, altrimenti incendiaria, ndt] ottenuta da alluminio in polvere, ossido di ferro, e zolfo), allora qualcuno deve avere caricato in anticipo l’81° piano dell’edificio 2 del World Trade Center con molte tonnellate di termate.

Il metallo fuso che si vede colare dall’81° piano non era alluminio, come suggerisce il rapporto del NIST, perché in condizioni di luce diurna l’alluminio fuso ha un colore grigio-argento.

Per alcune fotografie dell’alluminio fuso vedere il nostro articolo sulla morte di Michael Zebuhr:
MoreOnMichaelZebuhr-I.html

Il metallo che si vede cadere dalla torre sud mentre essa brucia è chiaramente molto caldo, dato il suo colore giallo e bianco, con temperature molto più elevate di quelle degli incendi che sono stati osservati. Allora, che cosa ha prodotto grandi quantità di metallo fuso molto caldo all’81° piano dell’edificio 2 del World Trade Center?

Proprio fumo bianco è stato visto provenire dall’81° piano prima di ciascuna colata di metallo fuso, secondo il rapporto del NIST, e grandi quantità di fumo bianco sono state viste prima e durante il crollo di ciascuna torre. Si trattava di polvere di cartongesso o di [un prodotto della reazione generata dalla] termite?

Fotografia: Il fumo bianco proviene dallo spigolo della torre sud da dove in seguito è colato il ferro fuso.


Fotografia: Un primo piano dello spigolo della torre sud da dove è colato il ferro fuso.


Fotografia: La torre sud inizia a crollare. Il ferro fuso è proiettato fuori dalla torre dalla detonazione gli esplosivi.
Le goccioline, raffreddandosi, diventano di colore rosso, creando uno spruzzo di globuli di colore rosso mescolati con le nuvole bianche di polvere; parte del colore bianco può essere dovuto allo spruzzo di particelle di ossido di alluminio. Potete guardare uno spruzzo di ferro fuso generato dalla termite qui (trattasi di un filmato alternativo dato che quello originale è stato cancellato).
Avevo pensato a enormi vasi di fiori camuffati contenenti polvere di termite piazzati in prossimità degli ascensori di un normale piano per ufficio della torre sud, ma anche questo non aveva senso. Se inoltre, l’81° piano fosse stato un normale ufficio della Fuji Bank, perché il rapporto del NIST semplicemente non l’ha riportato?

Dal NIST ho ricevuto solamente silenzio.

Poi, all’improvviso, di punto in bianco, un ex-impiegato di banca si è fatto avanti; si trattava di qualcuno che visitava il 81° piano con una cadenza settimanale. Probabilmente le sue informazioni spiegano più di quanto pensasse e ci forniscono un indizio importante su ciò che è realmente successo quell’11 settembre.

Ha riferito che la Fuji Bank aveva fatto strappare via il rivestimento dal solaio dell’81° piano, riducendolo meramente all’osso, per rafforzare la travatura reticolare in modo che il pavimento potesse sostenere un peso maggiore. La Fuji Bank poi aveva fatto costruire un piano rialzato, riempiendo tutto il pavimento con batterie di gruppi di continuità [nel testo, Uninterruptible Power Supply (UPS)] per computer di tipo server.

Queste unità erano state imbullonate al pavimento rialzato che si trovava a circa 3 piedi [circa 90 centimetri, ndt] sopra il pavimento rinforzato dell’81° piano. Sotto il pavimento rialzato passavano sia i fili che i cavi per l’alimentazione collegati alla schiera di batterie. I tecnici della struttura informatica sono dovuti scendere carponi e strisciare sotto il pavimento sopraelevato per collegare i cavi.

“L’intero piano conteneva batterie,” ha detto, “aggeggi grossi che sembravano batterie enormi.” Erano aggeggi “tutti neri” e “pieni, molto pesanti”; erano stati portati durante la notte.; erano stati installati l’estate precedente quell’11 settembre, ha detto.

Ma erano davvero batterie?

“È strano,” ha detto. “Non sono mai state accese.”

Allora, che cosa c’era in verità all’81° piano dell’edificio 2 del World Trade Center? Che cosa c’era in quegli aggeggi che sembravano pesanti batterie? Erano batterie o contenevano termite?

Solo il personale di alto livello dei sistemi informatici della banca Fuji Bank o delle banche giapponesi ad essa affiliate, avevano accesso alla sala dei computer all’81° piano, secondo questa fonte. La banca Mizuho Bank nasce originariamente come Mizuho Holdings Inc dalla fusione, nel 2000, della banca Dai-Ichi Kangyo Bank (DKB), della banca Fuji Bank, e della banca Industrial Bank of Japan [letteralmente, Banca industriale del Giappone] (IBJ).

Secondo l’ex-impiegato di banca, anche i dipendenti della Shimizu-America Corporation avevano accesso a quel piano.

Poco dopo l’attacco dell’11 settembre l’IBJ è diventata il socio più grosso e ha acquisito la nuova società che è stata creata dalla fusione, principalmente poiché gli uffici della DKB e della Fuji Bank erano stati distrutti nel World Trade Center, ha detto la fonte.

Gli uffici della IBJ erano situati nel viale Avenue of the Americas [di Manhattan] e sono diventati la nuova sede di quella banca. Ben presto il personale della DKB e della Fuji Bank si è trovato senza lavoro.

A proposito dell’81° piano la fonte ha detto: “In quel piano non ha lavorato nessuno.” L’intero piano era occupato da un “intero raggruppamento di batterie” e da “schiere [nel testo, racks] di computer di tipo server racchiusi in appositi contenitori” alte, tanto che non si riusciva a vedere sopra di esse, e chiuse a chiave; gli unici a poterle aprire erano i dipendenti della Shimizu Corporation, ha aggiunto la fonte.

Le orde di scienziati del NIST non hanno pensato che la cosa fosse degna di essere menzionata? O non sapevano che l’81° piano era pieno di aggeggi che assomigliavano a batterie o hanno deciso di non parlarne. Che strano.

William Torrey, vice-presidente senior della Shimizu-America con sede ad Atlanta, ha detto di non potere dire nulla sui lavori che la Shimizu aveva fatto all’81° piano a causa di controversie legali in corso. Alla domanda su quale fosse il contenzioso, Torrey ha detto di non poter commentare nemmeno quello.

Seth Martin, il portavoce non-giapponese della Mizuho Corporation, ​​non ha potuto fare alcun commento per questo articolo e non ha risposto alle ripetute telefonate.

I documenti del NIST che accompagnano la relazione finale confermano che la Fuji Bank aveva fatto rafforzare l’81° piano, come riferito dalla fonte. Documenti datati 1999 affermano che i rinforzi sono stati aggiunti alla travatura reticolare del piano “per accogliere la nuova area di lavoro dedicata ai gruppi di continuità.” La società di ingegneria strutturale, come si è notato, era la LERA, ovvero la Leslie E. Robertson and Associates.

SawTeen See, un socio gerente della LERA, ha detto che la sua società non era in grado di commentare i lavori che aveva fatto fare all’81° piano. “Non abbiamo la libertà di commentare su tale questione né di fornire ulteriori informazioni,” ha scritto. “Per cortesia contattare la PANYNJ che è la titolare del progetto” (la PANYNJ è l’autorità portuale di New York e del New Jersey).

La Fuji Bank & Trustha dichiarato che 12 dei 125 dipendenti giapponesi che lavoravano in USA sono dati per dispersi dopo quell’11 settembre. Anche 2 statunitensi dipendenti della Fuji Bank sono dati per morti nell’attacco dell’11 settembre:

• Patrick Adams, 60enne, funzionario addetto alla sicurezza
• John Andreacchio, 52enne

Entrambi erano di New York.


Per ulteriori informazioni:
L’articolo di Bollyn:
Chi ha messo la termate nel World Trade Center?

Un articolo di Hufschmid al riguardo:
La banca Fuji Bank e l’attentato dell’11 settembre


Importante:

Christopher Bollyn e famiglia sono MIA (*)

La mia risposta è qui 

Nota: non so che fine facciano i soldi che donate a Bollyn, sia direttamente, che acquistando il suo libro! Christopher scriveva articoli gratis, finanziandosi con la vendita del suo libro per bambini ABC book e con le donazioni. Il suo bellissimo ABC book è descritto qui .

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(*) MIA, ovvero “Missing in Action,” si traduce in “disperso in un’azione di guerra.”