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di Christopher Bollyn 19 febbraio 2007 [l’originale è qui ] Da giornalista di una rivista settimanale indipendente [American Free Press] (**) con sede a Washington DC, sono stato coinvolto nelle vicende dell’attacco dell’11 settembre dal primo minuto in cui è successo e sono stato in grado di scrivere liberamente sugli attacchi terroristici che sono stati sfruttati per dare inizio a quella guerra programmata in anticipo che è stata la Guerra al terrorismo.(*) Questo articolo di introduzione alla tematica dell’attentato dell’11 settembre è stato scritto per una rivista europea che ne ha pubblicato una traduzione in tedesco, nda: Zeitenschrift.com/magazin/54-9-11.ihtml (**) Christopher Bollyn lavorava per l’American Free Press, prima che si rendesse conto che si trattava di un giornale manovrato dagli ebrei criminali, ndt. Il sogno Le prime ore del mattino dell’11 settembre 2001 mi hanno visto alla guida per la città di New York, in rotta verso Washington DC, dopo avere trascorso un fine settimana a Stowe, nel Vermont, dove avevamo visitato un resort, il Trapp Family Lodge. Lunedì pomeriggio [del 10 settembre 2001] eravamo partiti da Stowe in ritardo. Tempo di raggiungere la città di New York, i nostri due bambini piccoli si erano addormentati velocemente sul sedile posteriore dell’automobile Buick che avevamo preso in affittato. Poiché le camere dell’albergo erano tutte occupate, o per soli fumatori, o scandalosamente costose, non mi era rimasta altra scelta se non continuare a guidare lungo la strada quando invece avrei dovuto dormire. Per tenermi sveglio mentre guidavo per la città di New York, mia moglie mi aveva raccontato di un sogno vivido che aveva avuto una settimana prima, e precisamente la notte precedente la nostra partenza dalla nostra casa vicino a Chicago. Avevo sentito alcune parti dello strano sogno di mia moglie Helje in precedenza, quando lo aveva raccontato ai nostri figli seduti nei sedili posteriori della vettura, quando eravamo in partenza per andare a Washington passando per l’Indiana. Così, per aiutarmi a tenermi sveglio nelle strade trafficate della città di New York, mi aveva raccontato il sogno che aveva fatto la settimana prima. Nel sogno eravamo in automobile e stavamo andando verso la città con una vista popolata densamente di grattacieli quando un aereo di grandi dimensioni volava proprio verso la nostra vettura e andava in picchiata sulla strada, circa 50 metri davanti a noi. Helje si era girata e aveva visto l’aeroplano uscire dal terreno dietro di noi. Voltandosi di nuovo verso la città, aveva visto un altro aereo che si dirigeva verso di noi da un’altra angolazione. Era stato un sogno strano nel quale percepiva che tutta la nostra famiglia era sotto attacco. Il sogno di mia moglie Helje si è poi rivelato una premonizione angosciosa e inquietante di ciò che sarebbe accaduto nei cieli della città di New York meno di 8 ore più tardi. Erano circa le 3 del mattino dell’11 settembre, quando finalmente abbiamo trovato una stanza d’albergo a prezzo abbordabile appena dentro lo stato del Maryland, sull’autostrada Interstate 95. I bambini si sono svegliati e sono saltati nei letti finché ci siamo addormentato tutti circa mezz’ora più tardi. Mi sono svegliato circa alle 8:30 del mattino e sono sceso nell’androne per bermi un caffè. Nella sala per la colazione il televisore era acceso e ho visto un notiziario che riportava che un aereo aveva colpito la torre nord del World Trade Center di Manhattan. Ho preso alcune paste e il caffè che ho portato in camera dove poi ho acceso la televisione.
Segni del coinvolgimento israeliano Abbiamo ascoltato la radio mentre viaggiavamo in automobile attraverso la Pennsylvania. Era una bella giornata di sole con un cielo azzurro luminoso. Verso mezzogiorno ho sentito da un notiziario alla radio che 5 individui “mediorientali” erano stati visti nel New Jersey mentre riprendevano e celebravano la distruzione del World Trade Center. “Probabilmente sono israeliani,” ho detto a Helje. Per milioni di statunitensi, che associano automaticamente l’aggettivo “mediorientale” a “arabo,” la notizia ha messo loro in testa l’idea che dietro gli attacchi terroristici a New York e a Washington ci sarebbero stati gli arabi del Medio Oriente. Questa linea di pensiero è stata assunta rapidamente dai mezzi di comunicazione di massa come l’unica versione accettabile degli eventi e, anche se non è stata ancora dimostrata, è diventata la versione ufficiale dell’attacco dell’11 settembre. La prima indicazione che l’attacco al World Trade Center era stato un’elaborata operazione “a bandiera falsa” è venuta con l’arresto dei 5 uomini sul lato del fiume Hudson che sta nel New Jersey. Nel seguito questi individui, che erano stati descritti come “mediorientali” nei primi notiziari dei mezzi di comunicazione di massa, sono stati identificati come israeliani. Questa storia importante però non è stata né corretta e né aggiornata, quando si è saputo che si trattava in realtà di israeliani. Che i 5 individui mediorientali esultanti, che si erano fotografati a vicenda sorridenti mentre celebravano con il World Trade Center in fiamme nel sottofondo, erano in effetti israeliani, e per la precisione Sivan e Paul Kurzberg, Oded Ellner, Omer Marmari, e Yaron Schmuel, e che 2 di loro erano noti alle forze dell’ordine e ai servizi segreti degli Stati Uniti come agenti dei servizi segreti israeliani, è stato ignorato dai mezzi di comunicazione di massa. Quegli individui erano stati visti riprendere filmati o scattare fotografie di se stessi con il World Trade Center in fiamme nello sfondo. Sivan Kurzberg ha ammesso alla polizia che quella mattina lui e quei suoi compari erano nelle prossimità delle torri [del World Trade Center]. Costui è stato fotografato mentre teneva un accendino di fronte alle torri [gemelle] che bruciano dietro di lui. La donna che aveva osservato quegli israeliani esultanti ha detto di essere stata colpita dalle espressioni sulle facce di quegli individui. “È come se fossero stati felici, sapete,” ha detto. “Non mi sembravano sconvolti. Ho pensato che fosse molto strano.” Quando sono stati arrestati, Sivan, il conducente del furgone, ha detto alla polizia: “Siamo israeliani. Noi non siamo il vostro problema. I vostri problemi sono i nostri problemi. I palestinesi sono il problema.” La storia dei 5 uomini che celebravano la distruzione delle torri gemelle è stata abbandonata dalle notizie diffuse a livello nazionale quando si è saputo che non erano arabi o musulmani mediorientali, ma ebrei israeliani. Il fatto, degno di nota, che questi individui, evidentemente a conoscenza in anticipo degli attacchi, erano in realtà israeliani, che sono stati arrestati mentre erano tenuti sotto tiro dalla polizia, che erano muniti di taglierini, passaporti multipli, e migliaia di dollari in contanti, e che erano a bordo di un furgone risultato positivo ai controlli per rilevare la presenza di esplosivi è stato riportato solamente da Paolo Lima nel The Record Bergen, un quotidiano locale del New Jersey, il giorno seguente. Questa informazione importante e tempestiva, tuttavia, è stata ignorata completamente dal The New York Times e dagli altri mezzi di comunicazione di massa nazionali con sede dall’altro lato del fiume nella città di New York. Ho discusso al telefono con Lima i dettagli pertinenti e questa storia, importante e soppressa, è divenuta il soggetto del mio primo articolo sull’attentato dell’11 settembre. Mi sono reso conto allora, durante la settimana successiva l’attentato dell’11 settembre, che i mezzi di comunicazione di massa tradizionali stavano ignorando e insabbiando informazioni ed elementi di prova importanti relativi a quegli attacchi terroristici. Nei principali mezzi di comunicazione di massa non c’è stata, per esempio, nessuna segnalazione del coinvolgimento israeliano o della conoscenza preventiva di quegli attacchi. E questo era solo l’inizio della censura che i mezzi di comunicazione di massa controllati avrebbero imposto sugli eventi dell’attacco dell’11 settembre. La possibilità che questi individui potessero essere agenti dei servizi segreti israeliani coinvolti in uno spettacolare attacco terroristico “a bandiera falsa” è stato discusso nel mio articolo che è andato in stampa nell’American Free Press il 20 settembre 2001. Era l’unico giornale negli Stati Uniti nel quale i pensieri di questo tipo potevano essere espressi apertamente. Alcuni mesi dopo, il Forward, un noto giornale ebraico con sede a New York, ha confermato che la Urban Moving Systems, la ditta “di traslochi” con sede a Weehawken, nel New Jersey, per la quale quegli individui lavoravano, era in realtà una ditta di facciata dei servizi segreti israeliani, e che almeno 2 di quegli individui, secondo quanto riportato si trattava dei fratelli Kurzberg, erano noti agenti del Mossad, il servizio segreto militare israeliano. In qualche modo a Dominic Suter, israeliano, il “proprietario” della società e uno dei principali sospettati, è stato consentito di fuggire in Israele dopo essere stato interrogato inizialmente dalla Federal Bureau of Investigation (FBI), ma prima che potesse essere interrogato una seconda volta. Da allora non è stato estradato negli Stati Uniti. Dopo essere stati detenuti per 10 settimane, i 5 israeliani sono stati rimandati in Israele per violazione del permesso di soggiorno. Ellner, Marmari, e Schmuel sono apparsi in un programma televisivo israeliano, senza i fratelli Kurzberg, nel novembre 2001.
Bollyn ha scritto un articolo che
parla di questi israeliani danzanti e di altro: “E chi vi ha assegnato questo compito?” è la domanda ovvia, che non è stata chiesta, almeno apertamente. Si potrebbe pensare che negli Stati Uniti una tale ammissione pubblica e rivelatrice fatta da un sospettato che sostiene di avere avuto una conoscenza preventiva dell’attacco terroristico e che dice che il suo scopo “era documentare l’evento” sarebbe stata una informazioni estremamente interessante per i notiziari. Purtroppo non è stato così. Invece che discutere le prove, i principali mezzi di comunicazione di massa hanno costruito e difeso una versione degli eventi non dimostrata secondo la quale la colpa viene attribuita a 19 arabi legati a Osama Bin Laden e ad Al-Qaeda.
Ha predetto che l’attacco avrebbe “rafforzato il legame tra i nostri 2 popoli, perché [noi israeliani] abbiamo sperimentato il terrore per così tanti decenni, ma adesso sono stati gli Stati Uniti ad avere sofferto una massiccia emorragia dovuta al terrorismo.” Una sintesi della
connessione israeliana nell’attacco dell’11 settembre si trova qui: La conoscenza preventiva dell’attacco dell’11 settembre indica chiaramente la complicità nell’omicidio di circa 3.000 persone. Giornalisti come me, che sfidano la versione ufficiale con prove e fatti vengono emarginati, bollati come “complottisti folli.” Sono stato ritratto come uno scrittore antisemita dalle principali reti dei mezzi di comunicazione di massa semplicemente perché ho il coraggio di indagare le prove del coinvolgimento di Israele in quegli attacchi terroristici.
Questo attacco oltraggioso e illegale è avvenuto a casa mia di fronte a mia moglie e a mia figlia di 8 anni. Sono stato portato in carcere e successivamente accusato dalla polizia di avere opposto resistenza al mio arresto e di aggressione aggravata; attualmente sto cercando di difendermi da queste accuse infondate e da questa persecuzione legale calunniosa.Gli avvertimenti della Odigo Nei primi giorni e nelle prime settimane successivi all’attacco dell’11 settembre, ho seguito con molta attenzione il gran numero di israeliani arrestati in quanto sospetti terroristi, che al novembre 2001 erano più di 200 entro e ho esaminato con attenzione gli articoli pubblicati che riportavano la notizia che un servizio israeliano di messaggi di testo istantanei era stato usato per avvertire gli israeliani degli [imminenti] attentati a New York, poche ore prima si verificassero. Evidentemente molti israeliani erano stati avvertiti degli attacchi attraverso un servizio israeliano di messaggistica istantanea chiamato Odigo. Questa storia, che presenta la prova più chiara che Israele avesse una conoscenza anticipata degli attacchi, è stata riportata solo molto brevemente nei mezzi di comunicazione di massa statunitensi, per poi essere dimenticata. Secondo gli articoli notiziari pubblicati, alcuni dipendenti di quella ditta con sede in Israele che era la Odigo, hanno riferito di aver ricevuto avvertimenti di un imminente attacco al World Trade Center pochi ore prima che il primo aereo colpì la torre nord. La Odigo, una ditta di proprietà israeliana, aveva il suo quartier generale negli USA a 2 isolati di distanza dal World Trade Center, ma i dipendenti della Odigo, benché avvertiti, non hanno passato quegli avvertimenti di un imminente attacco terroristico alle autorità di New York, evitando così una mossa che avrebbe salvato migliaia di vite. Due settimane dopo l’attentato dell’11 settembre Alex Diamandis, vice-presidente della Odigo, ha dichiarato: “I messaggi segnalavano che a una determinata ora sarebbe successo qualcosa di grosso, qualcosa che poi è successo — quasi con la precisione del minuto.” “È possibile che l’avvertimento dell’attacco sia stato trasmesso ad altri membri della Odigo, ma l’azienda non ha ricevuto segnalazioni di altri destinatari di quel messaggio,” ha dichiarato Diamandis. Quattro mila israeliani avrebbero dovuto lavorare al World Trade Center quell’11 settembre, ma, secondo quanto riportato, in quel complesso edilizio ne è morto solamente uno. Basandosi sulla cifra espressa dal governo israeliano, secondo il quale al momento degli attacchi avrebbero dovuto esserci 4000 israeliani nel World Trade Center, sembra evidente che molti utenti israeliani dell’Odigo abbiano ricevuto quel messaggio di avvertimento. La Odigo, un servizio di messaggistica in tempo reale, offre una funzione chiamata People Finder [letteralmente, trova persone] che consente a un utente di inviare un messaggio istantaneamente a un gruppo numeroso di persone definito da una caratteristica comune, come quale per esempio la nazionalità israeliana. La funzone People Finder consente agli utenti della Odigo di cercare per via telematica “compari,” con filtri come la nazionalità israeliana, pur mantenendo sempre la riservatezza dell’utente. Il messaggio naturalmente potrebbe essere stato inviato in ebraico. Stando a quanto riportato, l’indirizzo telematico del mittente di quell’avvertimento è stato dato all’FBI. Due mesi più tardi è riportato che l’FBI stava ancora indagando sulla questione. Da allora ci sono stati altri notiziari nei mezzi di comunicazione di massa sull’avvertimento dell’attacco dell’11 settembre inviato tramite il sistema della Odigo. Queste 2 notizie sui falsi “traslocatori” israeliani e sui messaggi della Odigo, che indicavano chiaramente che alcuni israeliani erano anticipatamente a conoscenza molto dettagliatamente dell’imminenza degli attacchi, sono state pubblicate nei giornali statunitensi e israeliani subito dopo l’attentato dell’11 settembre. Se i destinatari di questi messaggi istantanei della Odigo avessero contattato la polizia di New York si sarebbero potute salvare migliaia di vite. La domanda che non è stata chiesta è: “Perché non l’hanno fatto?”Cui Bono? (*) Ci sono stati diversi indicatori premonitori del coinvolgimento israeliano nell’attacco dell’11 settembre e del fatto che quell’attentato è stato uno spettacolare attacco terroristico “sotto bandiera falsa” pianificato per servire come un casus belli (**) per trascinare gli Stati Uniti nella “Guerra al terrorismo.” Oltre alle prove già citate che gli israeliani erano a conoscenza in anticipo [dell’attacco], ci sono stati anche i commenti sorprendentemente insensibili di Netanyahu sull’attentato dell’11 settembre, che a suo parere era qualcosa di “molto buono.” Va notato che Netanyahu è l’autore di diversi libri che invocano l’impegno in una “guerra globale al terrorismo” da parte delle nazioni occidentali. Dal 1986 Netanyahu esortò gli Stati Uniti e le democrazie occidentali a impugnare le armi contro i nemici di Israele nel nome della “lotta al terrorismo,” termine che coincide con il titolo di uno dei suoi libri. I “terroristi” contro i quali Netanyahu vuole che l’Occidente muova guerra, però, per pura coincidenza sono tuttie le persone e gli stati che si oppongono all’occupazione illegale israeliana della terra palestinese. Ho iniziato a indagare sull’attacco dell’11 settembre partendo dai miei 25 anni passati vivendo nel Medio Oriente o seguendone le vicende. Nel 1992, dopo aver trascorso molti anni viaggiando in Europa e nel Medio Oriente, ho conseguito una laurea in storia presso l’università University of California a Santa Cruz. Il mio piano di studi universitario aveva privilegiato lo studio della Palestina e di Israele. Dopo la prima guerra degli USA contro l’Iraq, alla quale sono stato attivamente contrario, ho trascorso il mio ultimo anno di università effettuando ricerche sull’occupazione sovietica delle repubbliche baltiche appena liberate e finendo i miei corsi presso l’università di Bergen in Norvegia. Il destino mi ha portato in prossimità di un altro disastro di massa la mattina del 28 settembre 1994, quando sono arrivato in nave in Svezia e sono venuto a sapere che il traghetto baltico di nome Estonia era affondata durante la notte con 852 dispersi in mare. Il primo marito di mia moglie, un cantante estone famoso di nome Urmas Alender, era tra i dispersi. Mentre
era evidente che ad affondare il traghetto era stato qualcosa di molto
più esplosivo di una “onda
mostruosa,” il governo e i mezzi di comunicazione di massa svedesi
fingevano che
fossero state le forze della natura a provocare quella catastrofe. Nell’indagare ciò che era accaduto a quel traghetto, mi sono reso conto che effettivamente uno stato “democratico” moderno, come la Svezia, poteva essere complice dell’insabbiamento dell’omicidio di massa di centinaia dei propri cittadini. Quando, nel 2000, ho iniziato a lavorare come giornalista per lo Spotlight, un giornale con sede a Washington poi divenuto l’American Free Press, ho rivolto la mia attenzione al misterioso schianto del volo TWA 800 avvenuto al largo della costa di New York nel 1996. Ero presente alle sessioni finali organizzate dall’ente governativo (l’NTSB) coinvolto nelle indagini dello “schianto” del volo 800 e sono rimasto sconvolto dal palese insabbiamento dei fatti. Ho visto come 3 membri ebrei del comitato avevano dominato completamente le sessioni finali dell’NTSB e come le testimonianze di oltre 100 testimoni oculari, che avevano riportato di aver visto un oggetto, che lasciava una scia, colpire l’aereo in volo, sono state respinte categoricamente perché, secondo un giovane ebreo membro del consiglio, vista l’ora [circa le 8:30 pomeridiane, ndt] delle osservazioni, tutti i testimoni dovevano essere stati ubriachi e in preda alle allucinazioni. Dopo i 2 giorni di presentazione dei risultati dell’NTSB non c’è stata nessuna conferenza stampa, né nessuna sessione nella quale ai mezzi di comunicazione di massa o al pubblico fosse permesso chiedere domande. Si trattava chiaramente di un insabbiamento. È stato con queste premesse che mi sono avvicinato agli eventi dell’11 settembre 2001. Ben consapevole del passato di attacchi terroristici sotto falsa bandiera, della schiacciante influenza sionista nel governo e nei mezzi di comunicazione di massa, e delle disoneste indagini ufficiali sui recenti disastri di massa, ero naturalmente scettico fin dall’inizio. Se non sapete che cosa sia un attacco “sotto
bandiera falsa,” guardate il nostro breve filmato sulle operazioni
sotto falsa bandiera a
questa pagina: (*) La frase latina “cui bono” si traduce in “a chi
giova,” ndt. L’amministrazione di George W. Bush si precipitata a mandare gli Stati Uniti e i suoi alleati nella guerra in Afghanistan a meno di un mese da quegli attacchi, utilizzando quel crimine irrisolto che è stato l’attentato dell’11 settembre come il casus belli per un palese atto di aggressione che era stato pianificato molto tempo prima. La guerra contro il governo dell’Afghanistan, chiamata Operation Enduring Freedom [letteralmente, Operazione libertà duratura] da parte del governo e dei militari [statunitensi], è iniziata il 7 ottobre 2001. La settimana prima
dell’inizio della guerra ho scritto un articolo sulle immense
riserve di petrolio e di gas naturale del bacino del Caspio e il nuovo Grande gioco per
ottenere il controllo di queste preziose risorse energetiche. Ho
scritto anche
un paio di articoli sulla lunga attività e
sui legami
personali tra George W. Bush e la famiglia Bin Laden. Un mese dopo l’attentato dell’11 settembre, ho scritto su come i mezzi di comunicazione di massa stavano ignorando il gran numero di testimonianze che descrivono le esplosioni che hanno avuto luogo al World Trade Center prima del crollo delle 3 torri [i.e. le due torri gemelle e l’edificio 7, ndt]. “Nonostante i rapporti di
numerosi testimoni oculari e di esperti, compresi i giornalisti
presenti sulla scena,
che hanno sentito o visto alcune esplosioni immediatamente prima del
crollo del World Trade Center,
nei principali mezzi di comunicazione di massa c’è stato
praticamente il silenzio,” ho scritto nell’articolo dal titolo Alcuni sopravvissuti dicono: “Nel World
Trade Center sono esplose alcune bombe”: “Dopo che gli aerei hanno colpito il World Trade Center alcuni congegni esplosivi all’interno degli edifici hanno provocato il crollo delle torri,” ha detto, poco minuti dopo i crolli, al giornale The Albuquerque Journal [del Nuovo Messico] Van Romero, un esperto di esplosivi ed ex-direttore dell’Energetic Materials Research and Testing Center [letteralmente, Centro di ricerca e di collaudo di materiali energetici] presso l’università New Mexico Institute of Mining and Technology [del Nuovo Messico]. Il crollo delle strutture assomigliava a quello ottenuto con le implosioni controllate usate per demolire vecchie strutture ed è stato “troppo metodico per essere il risultato casuale della collisione degli aerei contro quelle strutture,” ha detto Romero. I commenti di Romero, trattandosi di quelli di un esperto degli effetti degli esplosivi sulle strutture, a mio parere hanno un sacco di peso. “Per qualcosa a bordo di un aeroplano sarebbe difficile innescare un evento del genere,” ha detto Romero. Se sono state le esplosioni a provocare il crollo delle torri [del World Trade Center], “potrebbe essere stata impiegata una quantità relativamente piccola di esplosivi piazzati in punti strategici.” “Una delle tecniche comuni nei fatti di terrorismo è il ricorso a un attacco diversivo e la presenza di dispositivo secondari,” ha detto. Poi, improvvisamente, 10 giorni dopo l’attacco, senza alcuna spiegazione, Romero ha fatto un completo voltafaccia nella sua analisi del crollo. “Certamente sono stati gli incendi a causare il crollo dell’edificio,” ha dichiarato il 21 settembre al The Albuquerque Journal. Un mio amico di Brooklyn mi ha detto che di essere stato fermo tra una folla di persone in Church Street, a circa 2 isolati dalla torre sud, quando ha visto “un certo numero di brevi lampi di luce emessi dall’interno dell’edificio tra il 10° e il 15° piano.” Ha visto circa 6 di questi lampi brevi, accompagnati da un “crepitio” subito prima che crollasse la la torre. Perfino Louie Cacchioli, un vigile del fuoco veterano di 51 anni, ha detto alla rivista People di avere assistito alle esplosioni nella torre sud: “Stavo portando i pompieri in l’ascensore su al 24° piano per raggiungere una posizione dalla quale potere evacuare il personale. Nell’ultimo viaggio, mentre salivamo, è esplosa una bomba. Riteniamo che nell’edificio fossero state installate alcune bombe.” La cosa più singolare sulle notizie relative alle testimonianze delle esplosioni è che sono state completamente ignorate dai mezzi di comunicazione tradizionali, perfino quando tali notizie provenivano dai loro stessi giornalisti presenti sulla scena. Stephen Evans della [televisione britannica statale] BBC, per esempio, era nella torre sud quando ha assistito a “una serie di esplosioni” e ha sentito una “grande esplosione proveniente da molto, molto più in basso.” Eppure la BBC, come il resto dei principali mezzi di comunicazione di massa non ha non solo indagato, ma nemmeno discusso, le prove dello scoppio di esplosioni nelle torri [del World Trade Center]. I redattori delle reti dei mezzi di comunicazione di massa negli Stati Uniti e in Gran Bretagna come hanno preso la decisione di evitare di discutere le prove di quegli scoppi di esplosioni nonostante quelle informazioni provenissero dai loro stessi giornalisti sulla scena? I racconti dei testimoni oculari e le immagini delle esplosioni sono state mandate in onda una sola volta; dopodiché sono stati messi sotto il tappeto. Presto è diventato chiaro che i mezzi di comunicazione di massa stavano censurando qualsiasi discussione delle prove dello scoppio di esplosioni nel World Trade Center. In poche settimane mi sono reso conto che i mezzi di comunicazione di massa e il governo [statunitensi] stavano lavorando insieme per ingannare il pubblico su ciò che realmente era accaduto quell’11 settembre e che c’era un complotto per promuovere una versione dei fatti falsa al fine di ottenere il sostegno dell’opinione pubblica per una politica di guerra nel Medio Oriente. I mezzi di comunicazione di massa si sono impegnati in una campagna di propaganda a tutto campo per instillare la paura nel pubblico. Abbiamo deciso che sarebbe stato più sicuro e più sensato stare in Europa, e così, alla fine di novembre, dopo la festa del Ringraziamento, siamo andati in Germania in aereo.La distruzione delle prove
Von Bülow ha detto di pensare che dietro gli attacchi dell’11 settembre ci fosse il Mossad, ovvero il servizio segreto israeliano. Quegli attacchi, ha detto, sono stati effettuati per volgere l’opinione pubblica contro gli arabi e aumentare la spesa militare e per la sicurezza. “Quelli ai livelli alti non si vedono,” ha detto von Bülow, referendosi alla “struttura dell’architettura,” ovvero alle menti che hanno ordito un attacco terroristico del genere. A questo livello, ha affermato, l’organizzazione, quale il Mossad, responsabile della pianificazione è interessata principalmente a influenzare l’opinione pubblica. I terroristi che hanno effettivamente commesso quel crimine sono ciò che von Bülow chiama “il livello operativo,” quali i 19 arabi accusati di aver dirottato gli aeroplani coinvolti nell’attentato dell’11 settembre. “Il livello operativo fa parte dell’inganno,” ha aggiunto. Ha proseguito dicendo:“Il 95% del lavoro dei servizi segreti nel mondo consiste in inganni e in disinformazione,” poi ampiamente diffusi dai principali mezzi di comunicazione di massa per creare una versione accettata degli eventi. “I giornalisti non sollevano nemmeno le domande più
semplici,” ha affermato, aggiungendo: “coloro che si scostano [dalla
versione ufficiale] sono
bollati come folli.” Eckehardt Werthebach, ex-presidente del servizio segreto interno della Germania, il Verfassungsschutz, mi ha detto che “la precisione mortale” e “l’entità della pianificazione” sottostanti tale attacco hanno richiesto necessariamente “anni di pianificazione.” Un’operazione tanto sofisticata, ha detto Werthebach, ha bisogno dell’“intelaiatura fissa” di un’organizzazione di servizi segreti di una nazione, qualcosa assente in un “gruppo sciolto” di terroristi. Sia Werthebach che von Bülow hanno detto che la mancanza di una indagine completa condotta da esperti, con udienze congressuali, sui fatti dell’11 settembre era incomprensibile. A mio avviso quanto sostenuto da questi 2 individui era più sensato di quanto sostenuto da chiunque altro nel governo degli Stati Uniti o nei mezzi di comunicazione di massa (*). Per quanto possa sembrare incomprensibile, l’amministrazione Bush ha ritardato ed evitato quanto più possibile un’indagine ufficiale — almeno fino a quando tutte le prove non sono state distrutte. L’acciaio del World Trade Center è stato subito spedito velocemente in Asia dove è stato fuso. Le prove presenti nella scena del crimine sono state distrutte il prima possibile. Si è trattato di un’azione criminale permessa dalle più alte autorità del governo degli Stati Uniti e dal Dipartimento di Giustizia degli USA.(*) In base a sviluppi successivi sembra che anche Andreas von Bülow faccia parte della rete criminale giudaica, ndt. Il metallo fuso Ritengo che l’attentato dell’11 settembre sia un crimine irrisolto e ho fatto quello che potevo di investigare questo crimine tramite le testimonianze disponibili. Nell’estate del 2002, ad esempio, ho scritto un articolo sui dati sismici che mostravano picchi inspiegabili che si verificano all’inizio di ciascun collasso. Nella mia indagine sulla rimozione delle macerie, sono venuto a sapere da un tizio delle ditte appaltatrici e da un esperto di demolizioni che era stata scoperta la presenza di metallo fuso in fondo alla pila in macerie, nei livelli interrati più bassi. Questo metallo fuso mi è stato descritto come “acciaio fuso” da Peter Tully, il presidente della Tully Construction di Flushing, nello stato del New York, e da Mark Loizeaux, presidente della Controlled Demolition Inc (CDI) di Phoenix, nel Maryland. L’acciaio fuso è stato trovato “3, 4, e 5 settimane dopo, durante la rimozione delle macerie,” ha detto Loizeaux. Ha detto che l’acciaio fuso è stato trovato anche nell’edificio 7 del World Trade Center, una struttura di 47 piani, di proprietà di Larry Silverstein, crollato misteriosamente nel tardo pomeriggio [di quell’11 settembre]. Loizeaux ha detto: “Se dovessi abbattere alcune torri, metterei esplosivo nel piano interrato per fare sì che il peso dell’edificio agevoli il crollo della struttura.” Il metallo fuso trovato sotto le macerie era chiaramente una prova importante che potrebbe spiegare come le torri sono state abbattute. Poiché ciascuna torre era sostenuta da 47 colonne centrali enormi a profilo rettangolare cavo, ci deve essere una spiegazione di ciò che ha provocato il cedimento di queste colonne. La spiegazione ufficiale secondo cui gli incendi avrebbero causato il cedimento delle capriate del pavimento non spiega che cosa è successo alle colonne centrali. Le spiegazioni del crollo estremamente veloce delle colonne centrali, dei picchi sismici, e della presenza di metallo fuso sembrava fossero indizi molto importanti. Steven E. Jones, un professore di fisica all’università Brigham Young University nello Utah, mi ha contattato nell’estate del 2005 chiedendomi che cosa ero venuto a sapere sulla scoperta di metallo fuso al World Trade Center. Dopo aver studiato gli articoli notiziari e le fotografie sul metallo fuso, Jones è stato in grado di ottenere alcuni frammenti di quel metallo. Ha concluso che i frammenti erano principalmente di ferro e che erano prove dell’utilizzo della termite per la demolizione delle torri gemelle e dell’edificio 7 del World Trade Center. Ho visitato Jones nella primavera del 2006 e la sua ricerca e le sue analisi mi hanno incoraggiato. Dallo Utah, mi sono recato a Davis, in California, dove ho incontrato Thomas A. Cahill, un esperto di particelle sospese nell’aria. Cahill aveva condotto uno studio delle particelle presenti nel fumo sottile e bluastro che per quasi 4 mesi dopo quell’11 settembre saliva dalle macerie.Il prelievo di campioni dell’aria da parte di Cahill è iniziato il 2 ottobre 2001 ed è continuato fino alla fine di dicembre [2001], dopo che gli ultimi incendi erano stati spenti definitivamente. Alla domanda perché ci sia voluto così tanto tempo per iniziare una valutazione scientifica della contaminazione dell’aria che ha accompagnato la distruzione del World Trade Center, Cahill ha detto di aver assunto che c’erano decine di enti e di scienziati che sorvegliavano la qualità dell’aria nella città di New York dopo l’attacco dell’11 settembre. “Assumevo che stesse accadendo; non potevo credere al contrario,” ha detto Cahill. “Ha fatto tutto lui (il suo strumento a tamburo della Davis); l’EPA non ha fatto nulla” (*). Il lavoro Cahill ha rivelato la presenza di aerosol metallici estremamente piccoli in quantità senza precedenti nei pennacchi di fumo provenienti dalle macerie del World Trade Center che bruciavano. La maggior parte delle particelle in quei pennacchi di fumo rientravano nella categoria delle particelle ultra-fini più piccole e delle nano-particelle, con dimensioni dai 0,26 ai 0,09 micrometri.Il livello straordinariamente alto di aerosol composti da particelle ultra-fini è stato uno degli aspetti più insoliti dei dati, ha detto Cahill. “Le particelle ultra-sottili si generano solo a temperature estremamente elevate,” ha aggiunto, “vale a dire, quelle del punto di ebollizione del metallo.” Poiché i dati scientifici supportano la teoria secondo cui per distruggere le torri del World Trade Center è stata utilizzata una qualche forma di termite, la domanda è come ci è arrivata questa sostanza sul pavimento dell’81° piano della torre sud, dal quale, prima del crollo, si sono visti cadere grandi quantità di metallo fuso? Ulteriori informazioni e collegamenti telematici a filmati che riprendono il ferro fuso sono presenti in molti dei nostri altri articoli e delle nostre interviste; ad esempio: Bollyn-Fuji-WTC-I.html DarylBradfordSmith_Bollyn-Hufschmid-12Jan2007-I.html Il rapporto ufficiale finale che parla degli incendi non spiega che cosa ci fosse all’81° piano, il che sembra strano dato che quel piano, affittato alla banca [nipponica] Fuji Bank, è il punto in cui l’aereo si è schiantato. Un ex-impiegato di quella banca si è fatto avanti e mi ha detto che la banca aveva fatto rafforzare quel piano nel 1999 per sostenere un carico molto pesante di batterie di emergenza per i computer. Vedere: “L’intero piano era riempito di batterie,” ha detto, “apparecchi grossi che sembravano batterie,” “tutte nere” e “massicce, molto pesanti” ed erano state portate di notte. Erano state installate nell’estate precedente l’attentato dell’11 settembre, ha aggiunto. Ma si trattava davvero di batterie? “È strano,” ha detto. “Non sono mai state messe in funzione.” Allora, che cosa c’era in realtà all’81° piano dell’edificio 2 del World Trade Center [i.e. la torre sud]? Che cosa c’era all’interno di quelle cose pesanti che sembravano “batterie?” C’erano batterie, o c’era termite? Ed è più di una coincidenza che entrambi gli aeroplani si sono schiantati proprio nelle stanza di sicurezza dei computer e che entrambe le esplosioni spettacolari hanno mostrato segni inconfutabili di fumo bianco prodotto dalla termate (**)? Per ulteriori informazioni: (*) L’Environmental
Protection Agency (EPA),
letteralmente Ente degli Stati Uniti per la Protezione Ambientale, è il
principale ente di protezione ambientale degli USA, ndt. Nonostante le difficoltà legali, le calunnie, le critiche, e altre battute d’arresto, ho continuato a esaminare le prove in relazione all’attacco dell’11 settembre e a porre le domande che esigono una risposta. Le vite sprecate delle migliaia di vittime degli attacchi terroristici e delle guerre illegali che sono state fatte nel nome dell’attentato dell’11 settembre meritano di essere onorate con la verità, non con un pacco di menzogne propagandate dai mezzi di comunicazione di massa controllati a un pubblico credulone.
Sarebbe ingenuo e stupido da parte nostra aspettarci la verità da un governo che ha mostrato ripetutamente di mentire ai mezzi di comunicazione di massa e alla comunità internazionale allo scopo di raggiungere i suoi obbiettivi discutibili. Certamente la verità sull’attacco dell’11 settembre non ci sarà servita su un piatto d’argento. Per averla dovremo lottare. |
Importante:
Christopher Bollyn e famiglia sono MIA (*) La mia risposta è qui Nota: non so che fine facciano i soldi che donate a Bollyn, sia direttamente, che acquistando il suo libro! Christopher scriveva articoli gratis, finanziandosi con la vendita del suo libro per bambini ABC book e con le donazioni. Il suo bellissimo ABC book è descritto qui . Fate circolare i collegamenti telematici ai suoi articoli e cercate di trovare più persone che si uniscano a noi nella nostra lotta per esporre la corruzione. Non permettere “loro” di eliminarci tutti! Mostrate che tutto ciò vi importa! (*) MIA, ovvero “Missing in Action,” si traduce in “disperso in un’azione di guerra.” |